Desmond Morris

zoologo e etologo britannico
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Desmond Morris (1928 – vivente), zoologo ed etologo inglese.

Desmond Morris nel 1969

Citazioni di Desmond Morris

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  • Chiunque abbia studiato con attenzione la vita sociale degli uccelli sa che il loro è un mondo evoluto e complesso, dove cibo e acqua rappresentano solo una piccola parte dei bisogni comportamentali. Il cervello di ogni volatile è programmato tramite un sistema complesso di pulsioni e reazioni che lo predispongono a una vita colma di attività specifiche che vanno ben oltre la semplice ricerca di cibo, come la scelta del territorio, la costruzione del nido, il modo di appollaiarsi e di pulirsi, i rapporti con i pulcini, i comportamenti aggressivi e la sessualità. E tutto questo viene negato alle galline di batteria.[1]
  • Nel mio collega uomo, non vedevo un angelo decaduto, ma una scimmia progredita.[2]

Il comportamento intimo

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Essere intimi significa essere vicini e devo chiarire fin dall'inizio che intendo l'espressione in senso letterale. Nella mia terminologia, dunque, l'intimità si ha ogni volta che due individui vengono fisicamente a contatto ed è la natura di questo contatto – sia esso una stretta di mano o un rapporto sessuale, una pacca sulle spalle o uno schiaffo, una operazione di manicure o un intervento chirurgico – ciò di cui mi occupo nel mio libro. Quando due persone si toccano fisicamente avviene qualcosa di speciale ed è questo qualcosa che mi sono proposto di studiare. Il metodo che ho applicato è lo stesso dello zoologo specializzato in etologia, cioè nell'osservazione e nell'analisi del comportamento animale. in questo caso, l'animale in questione era l'uomo. Perciò io mi sono posto il compito di osservare ciò che la gente fa – non quello che dice, o magari che dice di fare, bensì il suo comportamento reale.

Citazioni

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  • La carezza rifiutata in un momento cruciale, quando era disperatamente necessaria, può facilmente essere l'atto, o meglio il non-atto, che distrugge una relazione e un sorriso non ricambiato, tra due grandi potenze, può portare alla guerra e alla distruzione.
  • L'espressione sognante di una ragazza innamorata non ricorda il viso attento e vivace di un bambino, ma piuttosto quello vuoto di un infante soddisfatto.
  • Gran parte delle critiche che la vecchia generazione rivolge alla condotta dei giovani nasce da un profondamente mascherato senso d'invidia.
  • Qui non è l'intimità fisica che porta al sesso, ma il sesso che porta all'intimità fisica, e tale rovesciamento non lascia dubbi sul fatto che si tratta di due cose distinte.
  • Non possiamo essere fisicamente vicini senza diventarlo anche emotivamente.
  • Non vi è nulla di intrinsecamente sessuale nelle intimità tra genitori e figli.
  • Per la società sessualmente tollerante la violenza, qualunque violenza, indipendentemente dalla scala o dal contenuto, è diventata la nuova restrizione filosofica.
  • Quando l'impulso di toccare è bloccato, sia per una disgrazia personale sia per i tabù sociali, trova quasi sempre un modo di esprimersi, senza badare alle conseguenze.
  • Sembra quasi che qualunque forma d'intimità, anche violenta, purché sia stabilita su una base sufficientemente personale, possa produrre tra i due antagonisti un vincolo affettivo.
  • Si potrebbe dire che per noi la funzione di un atto di accoppiamento è quella di fecondare non tanto un uovo, quanto un rapporto.
  • Una spinta, un graffio, una percossa possono cambiare tutta la vita di una persona, e perfino di una nazione.

Ridiamo di adulti istruiti che perdono tempo e speciali centri scientifici e non vediamo il significato di questo fenomeno. Come tutto sarebbe più facile se ammettessimo che l'amore, la tenerezza e l'intimità fisica non sono debolezze, buone soltanto per i bambini e gli innamorati, e lasciassimo via libera ai nostri sentimenti, concedendoci di tanto in tanto il magico sollievo di un ritorno all'intimità.

La scimmia nuda

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Allo zoo di Londra, su di una gabbia, vi è una targhetta che dichiara semplicemente: "Questo animale è sconosciuto alla scienza". Nella gabbia vi è un piccolo scoiattolo con le zampe nere, proveniente dall'Africa. Prima d'ora in questo continente non era mai stato trovato uno scoiattolo con le gambe nere. Di questo animale non si sa nulla. Non ha nome. Per lo zoologo esso costituisce una sfida immediata. Che cosa c'è nel suo modo di vivere che lo ha reso unico? In che cosa differisce dalle trecentosessantasei specie viventi di scoiattoli già note e descritte?

Citazioni

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  • Che cosa è accaduto dei primi scimmioni? Sappiamo che il clima cominciò ad essere sfavorevole e che a un certo punto, circa quindici milioni di anni fa, le loro foreste rifugio si erano ridotte notevolmente di dimensioni. Allora gli scimmioni ancestrali furono costretti o ad attaccarsi a ciò che rimaneva delle loro case nelle foreste, o ad affrontare in senso quasi biblico la cacciata dall'Eden. (p. 20)
  • Da un punto di vista sociale, lo scimmione cacciatore dovette aumentare il suo impulso a comunicare e a collaborare con i compagni. Le espressioni facciali e i suoni vocali dovettere divenire più complessi. (p. 39)
  • Lo scimmione cacciatore maschio e la sua femmina furono così obbligati a innamorarsi e a restare fedeli l'uno all'altra. Questa tendenza è molto diffusa presso molti altri gruppi di animali, ma è rara tra i primati. Con ciò si risolsero tre problemi in un colpo solo. Le femmine rimanevano legate e fedeli ai loro maschi mentre questi erano lontani a caccia e le gravi rivalità sessuali tra i maschi diminuirono, agevolando così lo sviluppo dello spirito di collaborazione. (p. 40)
  • La nostra specie durante l'erezione possiede il pene più grande tra tutti i primati viventi. (p. 62)
  • Il fatto che l'orgasmo femminile della nostra specie sia unico tra tutti i primati e che sia quasi identico fisiologicamente alle manifestazioni dell'orgasmo maschile, fa pensare che forse, in senso evolutivo, esso sia una reazione 'pseudomaschile'. (p. 84)
  • Sembra che la reazione del riso sia derivata da quella del pianto nel modo seguente: come ho già detto prima, il pianto esiste fin dalla nascita mentre il riso non appare fino al terzo o al quarto mese. Il suo arrivo coincide con la capacità di riconoscere i genitori. (p. 123)
  • Gli animali combattono tra loro per una o due ragioni serie: per stabilire il loro predominio in una gerarchia sociale o per affermare i loro diritti territoriali su di una zona particolare. (p. 157)
  • Quello che l'animale vuole è la sconfitta, non l'uccisione; lo scopo dell'aggressività è il predominio, non la distruzione. (p. 188)
  • A causa delle nostre antiche abitudini, esisteva la necessità di una figura dalla potenza assoluta, in grado di mantenere unito il gruppo; questo vuoto venne riempito dall'invenzione di un dio. (p. 193)
  • A prima vista, è sorprendente come la religione abbia avuto tanto successo, ma la sua estrema potenza è semplicemente dovuta alla forza della nostra fondamentale tendenza biologica, ereditata direttamente dai nostri antenati scimmie e scimmioni, a sottometterci ad un membro del gruppo onnipotente e dominatore. (p. 193)
  • Solo le circostanze ambientali ci spinsero a diventare mangiatori di carne ed ora che questo ambiente è sotto il nostro controllo e che abbiamo a nostra disposizione raccolti elaboratamente coltivati, dovremmo prevedibilmente ritornare alle nostre abitudini alimentari da primati.
    In sintesi, questo è il credo vegetariano (o fruttariano come si fa chiamare uno di questi culti), che però ha avuto scarso successo. [...] Raramente i vegetariani spiegano la scelta di questo tipo di dieta dichiarando semplicemente di preferirla a qualunque altra, ma al contrario costruiscono una complicata giustificazione che implica ogni sorta di inesattezze mediche e di assurdità fisiologiche. (p. 212)
  • La prima legge sull'attrazione degli animali [da parte dei bambini] dice: "La popolarità di un animale è direttamente proporzionale al numero di caratteristiche antropomorfiche che questo possiede." La seconda legge sull'attrazione degli animali dice: "L'età del bambino è inversamente proporzionale alle dimensioni dell'animale preferito." (p. 250)

È vero che siamo plasmabili e che abbiamo un comportamento opportunistico, ma le forme assunte da questo opportunismo sono contenute entro limiti rigidi. Mettendo in rilievo in questo libro i nostri aspetti biologici, ho cercato di presentare la natura di queste restrizioni. Riconoscendole apertamente e sottomettendoci ad esse, avremo maggiori probabilità di sopravvivere. Ciò non implica un ingenuo "ritorno alla natura", ma vuol dire semplicemente che dovremo adattare i nostri progressi opportunistici intelligenti alle fondamentali esigenze del nostro comportamento. Dobbiamo in qualche modo migliorare come qualità, invece che come semplice quantità. Potremo così continuare a progredire tecnologicamente in modo sensazionale e sbalorditivo senza negare la nostra eredità evolutiva. In caso contrario, i nostri compressi impulsi biologici si accumuleranno fino a far crollare la diga e tutta la nostra complessa esistenza sarà spazzata via dalla piena.

L'uomo e i suoi gesti

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Come l'ornitologo osserva gli uccelli così l'osservatore dell'uomo osserva la gente. Ma egli è studioso del comportamento umano, non un voyeur. Per lui, il cenno della mano con cui un vecchio signore saluta un amico è altrettanto eccitante del modo in cui una bella ragazza accavalla le gambe. È uno specialista nel campo delle azioni umane e il suo campo è dovunque: alla fermata dell'autobus, al supermercato, all'aeroporto, all'angolo della strada, a un ricevimento e alla partita di calcio. In qualunque luogo vi sia gente che effettua azioni, qui l'osservatore dell'uomo ha qualcosa da imparare sui suoi simili e quindi, in ultima analisi, su se stesso.

Citazioni

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  • Con l'azione del salutare mostriamo di voler bene a qualcuno, o, quanto meno, di non volergli male.
  • L'uomo che trova una bella collega insolitamente eccitante, può mostrare i suoi sentimenti in nessun altro modo, ma il suo sguardo, quando i loro occhi s'incontrano, trattiene quello di lei una frazione di secondo più del consueto.
  • Noi non agitiamo la mano, non strizziamo l'occhio e non indichiamo qualcosa col dito se non c'è qualcuno con noi; a meno che, naturalmente, non abbiamo raggiunto l'insolita condizione di parlare animatamente con noi stessi.

Incipit de Lo zoo umano

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Immaginate un pezzo di terra lungo trenta chilometri e largo altrettanto. Pensatelo selvatico, abitato da animali piccoli e grandi. Figuratevi adesso un gruppo compatto di sessanta esseri umani accampati al centro di questo territorio. Cercate di vedere lì voi stessi, membri di questa tribù, con quel paesaggio, il vostro paesaggio, esteso intorno a voi ben oltre i limiti della vostra visuale. Nessuno a eccezione della vostra tribù utilizza questo enorme spazio. È territorio esclusivamente vostro, è la riserva di caccia della vostra tribù. Ogni tanto gli uomini del gruppo partono in cerca di preda. Le donne raccolgono frutti e bacche. I bambini giocano rumorosamente intorno all'accampamento, imitando le tecniche di caccia dei loro padri. Se la tribù è fortunata, e se aumenta di dimensioni, se ne staccherà un gruppo che andrà a colonizzare un altro territorio. A poco a poco la specie si diffonderà.
Immaginate ora un pezzo di terra lungo trenta chilometri e largo altrettanto. Pensatelo civilizzato, abitato da macchine ed edifici. Figuratevi ora un gruppo di sei milioni di esseri umani accampato al centro di quel territorio. Cercate di vedere lì voi stessi, con la complessità della metropoli estesa intorno a voi ben oltre i limiti della vostra visuale.
Confrontate adesso queste due immagini.

  1. Citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 68. ISBN 978-88-6052-218-4
  2. Citato in AA.VV., Il libro dell'ecologia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2019, p. 122. ISBN 9788858024362

Bibliografia

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  • Desmond Morris, Il comportamento intimo (Intimate Behaviour, 1972), traduzione di Paola Campioli, Mondadori, 1972.
  • Desmond Morris, L'uomo e i suoi gesti. L'osservazione del comportamento umano (Manwatching: a field guide to human behavior, 1977), traduzione di Paola Campioli e Maria Cucchi, Mondadori, 1977.
  • Desmond Morris, La scimmia nuda. Studio zoologico sull'animale uomo (The naked ape, 1967), traduzione di Marisa Bergami, Bompiani, 1980.
  • Desmond Morris, Lo zoo umano (The human zoo, 1969), traduzione di Ettore Capriolo, Mondadori, 1970.

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