Ibn al-Khattab
Samir Saleh Abdullah Al Suwailim, noto come Ibn al-Khattab o Emiro Khattab (1969 – 2002), rivoluzionario fondamentalista saudita.
Memorie di un terrorista
Tradotto e citato in ichkeria.net, 3-16 giugno 2021.
- Ho guardato la TV: lo scontro contro i russi era condotto dal generale comunista Dzhokhar Dudaev, o almeno così lo immaginavamo. Credevamo fosse un conflitto tra comunisti, non vedevamo prospettive islamiche in Cecenia. (Parte uno)
- Alcuni tra i miei fratelli avevano un’opinione diversa dalla mia. Dicevano: "Perché vai in Cecenia? Ti sei affezionato alle battaglie e per te non fa differenza con chi combattere?" È Haraam per te combattere con queste persone, Sufi con un leader comunista, un generale sovietico? Verserai il tuo sangue invano. [...] Ho discusso con loro, dicendo [...] "Se Allah ha predeterminato che faremo qualcosa, allora lo faremo. Siamo venuti qui per Allah, non per i comunisti. Non supporteremo loro. Stiamo lavorando per Allah e la nostra ricompensa è con lui, quindi siate pazienti. Entriamo e diamo un'occhiata alla situazione." [...]. Questo è stato l'inizio della mia storia in Cecenia. (Parte uno)
- Alcune persone pensavano che fossi un giornalista. Ho visto persone sincere e, giuro su Allah, ho pianto quando ho chiesto ad una donna anziana: "Per quanto tempo sopporterete queste difficoltà?" e lei ha risposto: "Vogliamo sbarazzarci dei russi". Le ho chiesto "Per cosa combattete?" e lei ha risposto: "Vogliamo vivere come musulmani e non vogliamo vivere con i russi". Allora le ho chiesto. "Cosa potete dare ai Mujahideen?" E lei: "Non ho che questa giacca addosso". Ho pianto: se questa donna anziana può aiutare avendo solo questo, perché noi ci permettiamo di avere paura e dubbi? Da quel giorno decisi con i miei fratelli di iniziare a preparare le persone alla battaglia, come primo passo. (Parte uno)
- Dzhokhar iniziò a fare domande. [...] Chiese: "perché dalle tua parti non ci vengono ad aiutare?" Risposi: "La verità che le ragioni della guerra non sono chiare, e le persone non sanno per cosa stiamo combattendo." Lui mi disse: "Fratello [...] questa è una terra islamica. Non è abbastanza per te?" Rimasi scioccato dal fatto che una frase di questo genere provenisse dalle labbra di un generale russo. [...] Rimasi colpito da questa personalità dignitosa e forte. (Parte uno)
- Nella nostra prima operazione attaccammo un convoglio militare vicino al villaggio di Kharachoy, a Sud di Vedeno. L'operazione ebbe successo, i russi persero cinque blindati, 41 soldati e 5 ufficiali. Poiché la sparatoria era intensa ed era condotta da 15 metri, ci furono molte perdite da parte del nemico, fu un tritacarne. Non avemmo né uccisi né feriti tra i nostri. (Parte due)
- L'esercito russo ha succhiato sangue, umiliato e distrutto le terre dei musulmani in Afghanistan, Tagikistan, Bosnia e Cecenia. E quando gli stessi guerrieri dell'islam iniziano ad attivarsi, allora sono loro a dover essere biasimati? È ora di scendere dalle nuvole. (Parte due)
- Per Allah, prima che sparassimo il primo colpo di Daghestan, l'esercito russo era già avanzato di un chilometro in profondità in Cecenia, nella regione di Shelskovsky, ed a concentrare le sue truppe a Naursk. Chiunque volesse avere conferma può chiedere agli abitanti di quelle zone. Anche Maskhadov lo sapeva. [...] Era chiaro che la Russia stesse pianificando un'invasione, quindi li abbiamo anticipati. (Parte due)
- [Sulla battaglia di Groznyj] L'uscita da Grozny fu molto difficile, poiché il numero dei Mujahideen era di oltre 3000 persone e l'errore più grande in questo caso fu che tutti i gruppi iniziarono a partire contemporaneamente. Così facendo fecero capire ai russi che stavano lasciando la città, e questi iniziarono a minare l'area. (Parte tre)
- Quando ho visto Shamil ferito sono scoppiato in lacrime, ma lui al contrario era di buon umore e, ridendo, ha detto: "I russi mi hanno fatto un regalo! Ora, se dovrò attraversare un campo minato, sarà molto più facile per me!" (Parte tre)
- I russi bruciavano villaggi e uccidevano persone ogni giorno, saccheggiavano villaggi, penetrandovi a notte fonda. Li inseguimmo, e prendemmo solo ciò di cui avevamo bisogno, dicendo: "Inshallah, poi restituiremo tutto". (Parte tre)
Citazioni su Ibn al-Khattab
modifica- Arabo, non vuole dire di dov'è, ha perso tre dita della destra maneggiando un ordigno, ha a che fare col Pakistan, forse è del Kuwait [è saudita], lo dicono figlio di un ricchissimo, ha imparato il farsi persiano in Afghanistan, il russo in Tagikistan e in Cecenia, l'inglese lo sapeva. Ha un viso notevole, gran capigliatura e barba. (Adriano Sofri)
- Bassaiev aveva bisogno dei soldi arabi di Khattab e Khattab, da parte sua, contava su Basaiev per rinforzare la sua legittimità nei ranghi della resistenza. (Anna Stepanovna Politkovskaja)
- Capelli lunghi neri, armato fino ai denti, parrebbe invulnerabile... E invece è come noi, anche lui ha paura di morire. Non è fatto di ferro. Vuole vivere anche lui. Per questo è debole. (Achmat Kadyrov)
- Khattab che è uno degli altri capi della resistenza cecena avrebbe dichiarato in interviste che in realtà l’incidente del sottomarino di Kursk che noi abbiamo visto in televisione sarebbe stato causato da appunto dei kamikaze daghestani ceceni proprio come provocazione. Infatti, l’esplosione sarebbe capitata nel primo scompartimento del sottomarino dove erano questi tre kamikaze che avrebbero poi innescato l’esplosione interna per quanto riguarda il motore nucleare con cui funziona ovviamente il sottomarino. [...] Sembra strano come la dichiarazione di Khattab sia stata mandata nelle stampe internazionali. Io ho chiesto verifica e mi hanno detto che se Khattab ha fatto una dichiarazione del genere questo significa che l’ipotesi è credibilissima, anche in quanto Khattab nella sua tradizione ha il credito appunto di essere una persona che non dichiarare il falso così in maniera gratuita. (Antonio Russo)
- Khattab è semplicemente un barbaro, e questo è tutto. (Anna Stepanovna Politkovskaja)
Voci correlate
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