Gruppo di famiglia in un interno
film del 1974 diretto da Luchino Visconti
Gruppo di famiglia in un interno
Titolo originale |
Gruppo di famiglia in un interno |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Italia |
Anno | 1974 |
Genere | drammatico |
Regia | Luchino Visconti |
Soggetto | Enrico Medioli |
Sceneggiatura | Suso Cecchi D'Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti |
Interpreti e personaggi | |
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Gruppo di famiglia in un interno, film italiano del 1974 con Burt Lancaster, Helmut Berger e Silvana Mangano, regia di Luchino Visconti.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Il mare è sempre bello, nei suoi colori, le sue voci, i suoi umori, non sono mai riuscito a capire come gli artisti greci abbiano potuto concentrarsi e dare forma a tante meraviglie avendo sotto gli occhi sempre un tale spettacolo fascinoso, ammaliante. A me basta il ricordo del mare a occupare tutta la mia fantasia. (Il professore)
- I vecchi diventano strani animali, non lo sapeva? Scontrosi, intolleranti, a volte impauriti dalla solitudine che hanno voluto loro stessi, e che tornano a difendere quando è minacciata. (Il professore)
- Io spero che Konrad non perdonerà nessuno, me per primo. Il giorno in cui la signora Brumonti venne da me a chiedermi di affittarle l'appartamento, io rifiutai. Avevo paura della vicinanza di gente che non conoscevo, che avrebbe potuto disturbarmi. Tutto invece è stato... molto peggio di quanto potessi immaginare. Se mai sono esistiti inquilini impossibili io credo... che siano toccati a me. Ma poi mi sono trovato a pensare – come diceva Lietta – che avrebbero potuto essere la mia famiglia, riuscita o meno, diversa da me fino allo spasimo, e siccome amo questa sciagurata famiglia, vorrei fare qualcosa per lei, come lei – senza rendersene conto – ha fatto per me. C'è uno scrittore del quale tengo i libri in camera mia e che rileggo continuamente, racconta di un inquilino che un giorno si insedia nell'appartamento sopra il suo, lo scrittore lo sente muoversi, camminare, aggirarsi, poi tutt'a un tratto sparisce e per lungo tempo c'è solo il silenzio. Ma all'improvviso ritorna, in seguito le sue assenze si fanno più rare e la sua presenza più costante: è la morte. (Il professore)
Dialoghi
modifica- Bianca Brumonti: Professore, la verità. Che mistero c'è nella sua vita? Per me lei è stato un uomo bellissimo davvero, e lo è ancora, io la trovo affascinante. Come mai? Perché ha scelto di fare questo genere di vita?
Professore: Be', vivendo tra gli uomini si è costretti a pensare agli uomini, invece che alle loro opere, a soffrire per loro, a occuparsi di loro, e poi qualcuno ha scritto: "I corvi vanno a schiere, l'aquila vola sola".
Stefano: L'avete voluto, andiamo corvi, sciamate fuori.
Lietta: Addio professore, ci vediamo a cena stasera d'accordo?
Professore: D'accordo, vi aspetto alle nove.
Bianca Brumonti: Salve.
Professore: Signora.
Konrad: Ma nella Bibbia c'è scritto: "Guai a chi è solo, perché quando cade non avrà nessuno pronto a sollevarlo."
Bianca Brumonti: Konrad, la Bibbia?!
- Lietta: Povero professore, ancora mezzo addormentato. Andiamo via subito. Vede, in fondo è un gioco anche questo, non c'è niente di male, sul serio! È stato giovane anche lei, no? Non era come noi?
Professore: No, assolutamente no.
Lietta: Peccato, ha perduto qualcosa. Ma in qualche modo si sarà divertito, era ricco, bello, che cosa faceva?
Professore: Cosa facevo?
Lietta: Sì.
Professore: Ho studiato, ho viaggiato, ho fatto la guerra, mi sono sposato... è andata male. E poi quando ho avuto tempo di guardarmi intorno mi sono trovato in mezzo... in mezzo a gente che non capivo più.
Stefano: Avanti professore, non è che siamo poi così diversi.
- Lietta: Che cosa farebbe se io volessi baciarla?
Professore: Ah, non l'invidierei! Perché se mi mettessi un attimo al suo posto, vedrei avvicinarsi il viso di un uomo che... non è più giovane da tanto tempo.
- Bianca Brumonti: Non sei per niente divertente lo sai?
Konrad: Non cerco nemmeno di esserlo, rispondimi.
Lietta: È ubriaco, non ha fatto altro che bere.
Konrad: No, non sono ubriaco, né voglio affatto persuadere Bianca a sposarmi, sarebbe assurdo. Io so quello che valgo, ma so anche quello che voi valete.
- Konrad: Non è a causa delle mie origini, è la mia vita piuttosto, non è così? Mantenuto, traffici illeciti, è questo che conta.
Bianca Brumonti: Sì caro, è questo che conta.
Konrad: Conta perché non sono riuscito, perché sono ancora il cagnolino che una signora importante può portare anche nei posti dove l'ingresso ai cani è severamente vietato. Gli altri lo sopporteranno per forza, quando ruba in cucina, quando insudicia o prende tutti a morsi.
- Stefano: Oh Bianca non gli dare spago! Non vedi che sta per sferrare l'attacco contro la società "corrotta, capitalistica, borghese"? Siamo ancora a questo? Quella società neanche esiste oggi, e se c'è ancora ringrazia Dio, tu sei stato uno degli ultimi a beneficiarne!
Professore: Se è per questo esiste, esiste eccome, è molto più pericolosa oggi di sempre, perché mimetizzata.
Stefano: Oh no, anche lei professore!
Professore: Non sono un reazionario credevo l'avesse capito.
Stefano: Non l'avevo capito, anche lei è mimetizzato. Non ho ancora conosciuto un intellettuale che non si proclami di sinistra! Affermazione che per fortuna, quasi mai trova riscontro nella loro vita o nelle loro opere.
Professore: Gli intellettuali della mia generazione hanno cercato molto un equilibrio tra la politica e la morale: la ricerca dell'impossibile.
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