Giuseppe Meazza

calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano (1910-1979)

Giuseppe Meazza (1910 – 1979), calciatore e allenatore di calcio italiano.

Giuseppe Meazza

Citazioni di Giuseppe Meazza modifica

  • Difficilmente vedrete un giocatore entrare su Liedholm con intenzioni fallose; incute troppo rispetto, ammirazione direi, quel lungo signore che passeggia in campo con lo stile di un nobile, come se al posto di una maglia e di un paio di calzoncini neri, lui portasse il frac.[1]

Citazioni su Giuseppe Meazza modifica

  • Averlo in squadra significava partire dall'1-0. (Vittorio Pozzo)
  • Giocava in una maniera, aveva tutto, compreso uno scatto sui 3-4 metri che bruciava qualsiasi difensore. Ma non era merito suo, perché era nato così. Bello, simpatico e allegro, correva dietro a tutte le ragazze, e la notte, certe volte, fuggiva, così Pozzo lo controllava a vista. (Pietro Rava)
  • Grandi giocatori esistevano già al mondo, magari più tosti e continui di lui, però non pareva a noi che si potesse andar oltre le sue invenzioni improvvise, gli scatti geniali, i dribbling perentori e tuttavia mai irridenti, le fughe solitarie verso la sua smarrita vittima di sempre, il portiere avversario. (Gianni Brera)
  • Ho visto anche Pelé, all'eleganza di Meazza non è arrivato. Una volta, all'Arena, gli vidi fare uno stop in rovesciata a due metri da terra: atterrò col pallone incollato, saltò l'avversario ipnotizzato e andò a infilare il portiere con quei suoi passaggi in porta millimetrici e beffardi. (Luigi Veronelli)
  • "Meazza faceva così" riprende il Giacomo: "si fermava davanti al portiere, lo invitava a uscire, come il torero col drappo rosso in pugno: Aca toro!. Il portiere usciva dai pali, il Peppino lo aggirava e metteva il pallone in rete. Un giorno lo ha fatto per ben tre volte col portiere della Roma, Ballante: tre gol. La quarta volta il guardiano è rimasto inchiodato sulla linea di porta. Il Peppino allora ha fatto qualche passo avanti e ha messo in rete senza problemi. Ballante ha festeggiato col gesto dell'ombrello: Tiè!. Meazza gli ha fatto notare: Guarda che il pallone è entrato. Lo so – ha risposto il numero uno –. Però stavolta non mi hai fregato. Non sono uscito! Capisci, Ambrogio? Il Peppino faceva diventare matti i portieri". (Luigi Garlando)
  • Mi ha insegnato a comportarmi da calciatore. Una volta rimproverai un mio compagno. Mi disse, in dialetto lombardo: "Uè pastina, io ho vinto due mondiali e non ho mai ripreso nessuno. Che sia l'ultima volta." (Sandro Mazzola)
  • Unico ancora adesso. Aveva qualcosa di magnetico addosso, nei piedi come in quello sguardo che faceva fare la coda alle donne negli alberghi ad aspettarlo, e forse gli invidiavo più come sapeva colpire loro che il pallone. (Pietro Rava)

Note modifica

  1. Citato in Sebastiano Catte, Nils Liedholm e la memoria lieve del calcio, leggerelosport.org.

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