Giovanni Bertacchi

poeta e critico letterario italiano

Giovanni Bertacchi (1869 – 1942), poeta e critico letterario italiano.

Giovanni Bertacchi (1925 circa)

Citazioni di Giovanni Bertacchi

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  • L'aspra montagna oltre se stessa ascende, | e si tramuta in cielo.[1]
  • La palude dei sogni è nella luna.[1]

Incipit di alcune opere

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A fior di silenzio

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Fummo per poco in un grand'orto in fiore;
poi ciascuno tornò l'anima sola
riaffacciata alla sua landa brulla.

Alle Sorgenti

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Porta sempre con te l'esil matita
e, confidente amico, il taccuino,
quand'esci fuori a ritrovar la vita:
che fatica non è da tavolino
questa a cui desti, vigile poeta,
il tuo senso, il tuo sogno, il tuo destino.

Lombardia eroica

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Oggi è giorno di ascendere. Vi siete voi, nelle lunghe settimane, curvati sulle vostre pazienti fatiche, nel muto raccoglimento delle case, nella severa penombra degli odierni opifici, nelle aule sacre allo studio meditabondo?

Poemetti lirici

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Una bella che passi in bruna vesta
sull'ampio sfondo d'una verde plaga,
nel mestissimo autunno, è la più vaga
cosa del mondo: la più vaga e mesta.

Citazioni su Giovanni Bertacchi

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  • Bertacchi pubblica ancora, Cesareo pubblica ancora, Baccelli trova il tempo, rimpiangendo la Minerva e preparando una campagna elettorale, di far versi, e non s'avvedono che nonostante l'impeccabilità della forma e le buone intenzioni con le quali danno corpo alle loro fantasie, essi sono alquanto ritardatarii, e che l'interesse del pubblico li ha abbandonati lasciando ai critici vecchio stile e ai bollettini bibliografici, organi delle case editrici, la cura di sunteggiarli come si conviene e presentarli ai lettori. (Francesco Piccolo)
  • Giovanni Bertacchi studente, aveva un suo rilevo particolare, qualche cosa, per dirla con due brutte e presuntuose parole venute di moda nei giornali, di «inequivocabile e inconfondibile». Il suo aspetto secco e angoloso era di una insignificante irregolarità, ma chi, ricordando il complimento fatto un giorno dal poeta Malherbes a Maria de' Medici, avesse notato quelle sue manine piccolissime, bianche, nervose, o avesse osservato quei suoi occhi, che a furia di guardar dentro l'anima delle cose non vedevano, talvolta, quello che c'era di fuori, non avrebbe potuto a meno di sospettare nel giovane paesano, una fine e nobile spiritualità. (Mario Borsa)
  • Si racconta, e ci credo, che in un fumatoio sciccoso dove sdraiati chilificavano alcuni fondachieri e manifattori milanesi, fosse domandato a un professore di letteratura che fa, per eccezione, dell'ottima letteratura: – Ma è proprio vero, dunque, che il nostro Bertacchi è un poeta sul genere di Dante e meglio di D'Annunzio?
    È probabile che il domandato rispondesse con un sorriso o una spallata. Chi sa qualcosa di poesia ed ha annusato anche da lontano la rimeria funerea ed inamabile che il Bertacchi spaccia per poesia lo troverà anche troppo remissivo. (Giovanni Papini)
  1. a b Citato in Francesco Flora, IL Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 658.

Bibliografia

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