Giovani ribelli - Kill Your Darlings

film del 2013 diretto da John Krokidas

Giovani ribelli - Kill Your Darlings

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Titolo originale

Kill Your Darlings

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2013
Genere Drammatico
Regia John Krokidas
Sceneggiatura John Krokidas Austin Bunn
Produttore Christine Vachon, John Krokidas, Michael Benaroya
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Giovani Ribelli – Kill Your Darlings, film statunitense del 2013 con Daniel Radcliffe e Dane DeHaan, diretto da John Krokidas.

Frasi modifica

  • [Voce fuori campo di Allen Ginsberg] Alcune cose, una volta che le hai amate, diventano tue per sempre. E, se tenti di lasciarle andare, fanno solo un giro e tornano da te. Diventano parte di te, [prosegue la voce di Lucien Carr] o ti distruggono.    Chiarire meglio...
  • L'amore che si è accumulato, ammuffisce infine. Finché non scopriamo che la sola cosa che abbiamo è quella che diamo agli altri. (Louis Ginsberg)
  • Oh, non vorrai andare laggiù? È la terra dei finocchietti. Vacci e non tornerai mai più. (Luke Deitweiler) [al primo incontro con Allen Ginsberg]
  • [Guida alla biblioteca della Columbia University] La biblioteca della sala sud è una chiesa e questi sono i libri sacri. In folio originali dei testi più importanti della storia. Beowulf, prima edizione di Amleto. La Bibbia di Gutenberg. Questi sono tra i pezzi più pregiati dell'università.    Chi dice le regole?
  • In una domenica pomeriggio, quando le saracinesche sono abbassate e il proletariato si impossessa della strada, ci sono delle arterie principali che richiamano alla mente niente di meno che un grosso canceroso cazzo. (Lucien Carr)
  • Questa università esiste grazie alla tradizione e alla forma. Vorresti che questo edificio l'avessero costruito gli ingegneri o Whitman e i suoi compagni di gioco? Non può esserci alcuna creazione, prima dell'imitazione. (Professor Steeves)
  • Finalmente. Un'oasi in questa terra desolata. (Lucien Carr) [rivolgendosi a Ginsberg]
  • Solo i più anti-sociali devono andare ad un evento addirittura chiamato tale. (Lucien Carr)
  • Adoro le prime volte. Voglio che la mia intera vita sia composta da prime volte. La vita è interessante soltanto se è la vita e basta. (Lucien Carr)
  • Benvenuto sull'orlo del mondo. (Lucien Carr)
  • Allen nel paese delle meraviglie. (Lucien Carr)
  • Mostrami l'uomo che al contempo sobrio è felice e io ti mostrerò l'ano rugoso di un bugiardo rottoinculo. (William Burroughs)
  • Ho passato tutta la vita a rendere gli altri felici. È ora che trovi la felicità nel solo modo che vedo possibile. (Allen Ginsberg)
  • Uomini straordinari sospingono in avanti la società. È nostro dovere infrangere la legge. (Lucien Carr)
  • Il tempo rallenta mentre tu fluttui sempre più affondo nella tua caverna. Stiamo esplorando i viali della mente di Allen. (William Burroughs)
  • Uccidete ciò che vi è caro, le vostre cotte, la vostra giovanile metafisica. Niente di questo appartiene alla pagina. È il primo principio di un buon lavoro creativo. (Professor Steeves)
  • In questo momento mi occorre che tu scriva qualcosa di bellissimo per noi. Primo pensiero, miglior pensiero. (Lucien Carr)
  • I movimenti vengono inventati da quelli incapaci di scrivere, su quelli che ne sono capaci. (Jack Kerouac)
  • Fa attenzione, non sei nel Paese delle Meraviglie. Ho sentito la strana pazzia crescere da tempo nella tua anima. Però, sei fortunato nella tua ignoranza, nel tuo isolamento. Tu, che hai sofferto, trova dove l'amore si nasconde. Dare, condividere, perdere... altrimenti moriamo, non sbocciati. (Allen Ginsberg)
  • Forse, mi puoi essere d'aiuto... prendi in custodia tutti questi libri e io mi domandavo, tu vieni mai presa in custodia? (Jack Kerouac) [rivolgendosi alla bibliotecaria]
  • Avevi detto che ero tutto per te. Tu sei tutto per me. Tutto per me! Mi hai sentito? (David Kammerer)
  • Noi siamo quelli di cui ha bisogno ma che non vuole mai. (David Kammerer)
  • Il cerchio libertino è giunto a una fine. Si torna al principio. (William Burroughs)
  • Ascoltami: la cosa più importante che tuo padre abbia mai fatto? È stata deludermi. (Naomi Ginsberg)
  • Un altro amante colpisce l'universo. Il cerchio si è spezzato ma con la morte arriva la rinascita. E come tutti gli amanti e le persone tristi, io sono un poeta. (Allen Ginsberg)

Dialoghi modifica

  • Louis Ginsberg: Quando mi avresti detto della tua domanda?
    Allen Ginsberg: Non volevo che lei lo sapesse.
    Louis Ginsberg: L'amore che si è accumulato, ammuffisce infine. Finché non scopriamo che la sola cosa che abbiamo...
    Allen Ginsberg: È quella che cedi agli altri.
    Louis Ginsberg: È quella che diamo agli altri. Abbiamo, diamo... c'è consonanza.
    Allen Ginsberg: Cedi è assonanza.
    Louis Ginsberg: Ehi, ho scritto io questa benedetta poesia. Va bene? Perché tu non vai a scrivere le tue? Aprila.
    Allen Ginsberg: Accettato.
    Louis Ginsberg: Accettato?
    Allen Ginsberg: Sì. All'università.
    Louis Ginsberg: Accettato alla Columbia!
  • Professor Steeves: Il sonetto vittoriano ha l'equilibrio di tre cardini: rima, metrica, concettismo. Senza questo equilibrio, una poesia diventa fiacca. Una camicia, disfatta.
    Allen Ginsberg: Eh, Professor Steeves. Allora come spiega Whitman?
    Prof. Steeves: Continua, altre due frasi.
    Ginsberg: Be', lui detestava rima e metrica. Il punto era proprio disfare la camicia.
    Prof. Steeves: Come ti chiami?
    Ginsberg: Allen Ginsberg.
    Prof. Steeves: Ginsberg? Tuo padre per caso è il poeta Louis Ginsberg?
    [Ginsberg annuisce]
    Prof. Steeves: Lui scrive versi in metrica e in rima, perché credi che abbia scelto questa forma?
    Ginsberg: Perché è più facile.
    Prof. Steeves: Questa università esiste grazie alla tradizione e alla forma. Vorresti che questo edificio l'avessero costruito gli ingegneri o Whitman e i suoi compagni di gioco? Non può esserci alcuna creazione, prima dell'imitazione.
  • Lucien Carr: Tu sei uno scrittore.
    Ginsberg: No, non lo sono.
    Lucien Carr: Be', non sei ancora niente.
  • Lucien Carr: Inventiamoci nuove parole, nuovi ritmi. Ci occorre un nome.
    Ginsberg: Be', come l'hanno inventato "Dada"?
    William Burroughs: Tristan Tzara ha infilato un coltello in un dizionario.
    Lucien Carr: Merda allora è già stato fatto.
    David Kammerer: Una rivoluzione letteraria senza scrivere una parola, bel trucchetto, Lu.
    William Burroughs: Be', sto ascoltando.
    Ginsberg: Che vi pare di Yeats? La nuova visione.
    Lucien Carr: Ginsy. Reclutato.
  • Ginsberg: È complicato.
    Lucien Carr: Perfetto. Adoro il complicato.
  • Ginsberg: La nuova visione dichiara.
    Lucien Carr: Proclama, è meglio.
    Ginsberg: Proclama la morte della moralità.
    Lucien Ginsberg: E l'espressione di sì.
    Ginsberg: E la vera, non inibita, non censurata espressione del sè.
    William Burroughs: Parole ragazzi, parole vuote.
    Lucien Carr: Tu cosa suggerisci?
    William Burroughs: Lo sconvoligmento dei sensi. Che cosa odi dal fondo delle tue viscere?
    Lucien Carr: Le istituzioni.
    Ginsberg: Paterson, New Jersey.
    Lucien Carr: Mio padre.
    William Burroughs: Bingo!
  • Lucien Carr: Uomini straordinari sospingono in avanti la società. È nostro dovere infrangere la legge.
    Ginsberg: Sul serio?
    Lucien Carr: Così rendiamo il mondo più vasto.
    Ginsberg: Tu sei un uomo straordinario.
    Lucien Carr: Oh, grazie.
  • David Kammerer: Questa non è la vostra rivoluzione, è la mia vita.
    William Burroughs: Che razza di vita è, David?
    David Kammerer: È la mia. Non tutti ricevono la paghetta da casa.
  • Jack Kerouac: Una nuova visione. Ah, sembra fasulla. I movimenti vengono inventati da quelli incapaci di scrivere, su quelli che ne sono capaci.
    Ginsberg: Non credo che lui capisca quello che tentiamo di fare.
    Jack Kerouac: Ah. Stammi a sentire, questa città è piena di fessi al trentesimo piano che scrivono roba scadente. Gli scrittori... Un vero scrittore si deve trovare nei letti, andare in trincea in tutti i posti per derelitti. Dov'è la tua trincea, Al?
    Ginsber: Allen.
    Jack Kerouac: Giusto.
    Lucien Carr: Primo pensiero, miglior pensiero. [ride]
    Ginsberg: Fanculo, che diavolo vuol dire.
    Jack Kerouac: Molto bene, questa è una... cos'altro?
    Ginsberg: Fanculo tu e il tuo milioni di parole.
    Jack Kerouac: Sì, ancora meglio.
    Ginsberg: Tu non mi conosci.
    Jack Kerouac: Hai ragione. Chi è il vero te?
    Ginsberg: Fa attenzione, non sei nel Paese delle Meraviglie. Ho sentito la strana pazzia crescere da tempo nella tua anima. Però, sei fortunato nella tua ignoranza, nel tuo isolamento. Tu, che hai sofferto, trova dove l'amore si nasconde. Dare, condividere, perdere... altrimenti moriamo, non sbocciati.
    Jack Kerouac: Al, è magnifica ragazzo.
    Lucien Carr: L'hai scritta tu?
    Ginsberg: Me l'avevi chiesto.
  • Dean: Lei è riuscito a iscriversi e abbandonare la Tulane, Bowdoin e l'Università di Chicago. Il suo registro delle presenze qui è abominevole. Ha ignorato il coprifuoco. Le sue tesine, quando si è disturbato a presentarle, hanno ecceduto nel richiesto numero di pagine. Io... può spiegarmi perché è alla Columbia?
    Lucien Carr: Per lo stesso motivo per cui c'è lei.
    Dean E quale sarebbe?
    Lucien Carr: Studentesse della Barnard che ci stanno.
  • Gwendolyn: Non sono vergine l'ho già fatto con altri quattro ragazzi. Tu sei ancora vergine però eh?
    Ginsberg: No.
    Gwendolyn: Bugiardo. Vedi, se l'ho hai già fatto durerai 30 secondi. Comincia a contare...
    Ginsberg: Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove...
    Gwendolyn: Mh, lo sapevo. Scommetto che nemmeno leggi.
    Ginsberg: Io leggo.
  • David Kammerer: Tu saresti morto se non fosse per me.
    Lucien Carr [parlando a Ginsberg ma riferendosi a Kammerer]: Tu saresti noioso se non fosse per me.
  • Ginsberg: Dove stai andando?
    Lucien Carr: Me ne vado. A Parigi. Saliremo su una nave come marinai mercantili. Jack conosce tutti i trucchi.
    Ginsberg: Ma non, non intendevi dirmelo?
    Lucien Carr: Noi due sappiamo perché non puoi venire.
    Ginsberg: Vaffanculo! Sei un fasullo. Hai usato me e Jack e Bill perché la tua visione si avverasse perché tu non sei in grado da solo.
    Lucien Carr: No, Allen! Tu hai avuto quello che volevi. Tu eri uno ordinario, uguale a tutte le altre matricole e io ho reso la tua vita straordinaria. Va ad essere te stesso, tutto da solo. Lasciami in pace!
    Ginsberg [piangendo]: Tu non, non dici sul serio.
    Lucien Carr: Allen!
    Ginsberg: Per favore...
    Lucien Carr: Va via.
  • [Kerouac e Edie ascoltano l'ultimo disco inviato dall'amico Sam]
    Edie: Che cos'era?
    Jack Kerouac: L'elegia di Shelley per Keats.
    Edie: Che cosa vuol dire?
    Jack Kerouac: Che lui è morto.
  • Naomi Ginsberg: Ehi, io sto bene ora. Sono tua madre e sto bene. Tu no.
    Ginsberg: Ci sono dentro fino al collo. Qualcuno che conosco ha ucciso un uomo... e, e non so cosa fare. Io, lui vuole il mio aiuto e io non so se darglielo. Non so se è giusto. È un vero casino.
    Naomi Ginsberg: Lascialo andare.
    Ginsberg: Cosa?
    Naomi Ginsberg: Non aiutarlo.
    Ginsberg: Non posso mamma, è il mio migliore amico.
    Naomi Ginsberg: Ascoltami, la cosa più importante che tuo padre abbia mai fatto? È stata deludermi. Hai capito?
  • Lucien Carr: Ero un ragazzino! E tu mi hai trascinato nei tuoi perversi pasticci.
    David Kammerer: Non rinuncerò mai a noi due.
    Lucien Carr: Sei patetico.
    David Kammerer: Ora so come ti sentivi.
    Lucien Carr: Quando?
    David Kammerer: Quando volevi morire.
  • Dean: Come si aspettava che reagissimo a questo? No, la prego, me lo dica. Il professor Steeves dice che lei l'ha presentato come tesina finale. Bene, allora lasci che glielo dica io. È immondo ed è assurdo.
    Ginsberg: Però lei l'ha finito.

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