François Villon
poeta francese
François de Montcorbier detto Villon (1431 o 1432 – dopo il 1463), poeta francese.
- Dove sono le nevi d'un tempo che l'aprile ha disciolto? (da Ballade des dames du temps jadis, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 735)
- Dama dei cieli, reggente della terra, | imperatrice delle infernali paludi, | ricevi la tua umile cristiana, | perché sia compresa tra i tuoi eletti,| nonostante che io mai sia valsa a nulla. | I tuoi beni, o dama e signora, | sono molto più grandi di me peccatrice | senza quei beni nessuno può acquistare meriti | né possedere il cielo; non sono bugiarda: | in questa fede voglio vivere e morire. (da Il testamento e La ballata degli impiccati, traduzione di Rina Sara Virgillito, Rusconi, 1976)
Citazioni su VillonModifica
- La gente per bene ne parla sottovoce; i professori dalla cattedra glissent, n'appuient pas, gli amatori di cose grassocce ed i collezionisti di bibliotechine pornografiche gli riservano un posto di onore fra il Satiricon di Petronio e i Dialoghi dell'Aretino. Povero Villon! Se il suo spirito travagliato vivesse ancora tra noi, chi gli farebbe perdere peggio le staffe: questi col loro inintelligente entusiasmo, o quelli col loro presuntuoso dispregio? (Guido Manacorda)
- Non è un Apollo, Villon, siamo d'accordo. Più magro «d'una chimera», più nero «d'uno scovone da forno», i denti più lunghi di quelli d'un rastrello, raso il capo, la barba, i cigli; malato, avariato, vecchio a trent'anni. Non lo dico io, lo dice lui, a chi vuol sentire ed a chi non vuol sentire, con quella sua lingua che taglia e che cuce. Una figura «tra l'orso e il porco», col peggio dell'uno e dell'altro. Pure raggia dai suoi occhi – questo non lo dice, ma possiamo bene figurarcelo senza tema d'errare – un divini aliquid, come raggio di sole tra piovaschi. (Guido Manacorda)
- La visione di Dante è reale, perché egli la vide; la poesia di Villon è reale, perché egli la visse. (Ezra Pound)
- Villon non mentisce a se stesso; egli non sa molto, ma egli sa ciò che sa. (Ezra Pound)
- Vorrei essere François Villon per cantare una nuova
Ballata degli impiccati
O penduli salami, cotechini
di Bologna, soavi mortadelle
con il grasso che cola a fior di pelle!
Profumati biroldi, salamini,
sopressate stupende! O vaghe, o buone
salsicce che pendete come liane!
O rosee, vaghissime collane!
E tu, maestosissimo zampone
[...] A voi salve, o salumi bene amati,
e a quei maiali dei vostri antenati. (Riccardo Morbelli)
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