Fortunato Di Noto

presbitero italiano

Fortunato Di Noto (1963 – vivente), presbitero cattolico italiano.

Citazioni di Fortunato Di Noto

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  • Che la pedopornografia sia una piaga planetaria e in crescita vertiginosa è noto a tutti. Ma è altrettanto noto che nessuno fa niente per fermare questo scempio. Le parole del Papa allora sono un richiamo importante, un sigillo contro un abominio che lascia indifferenti coloro che dovrebbero contrastarlo con azioni precise e concrete.[1]
  • Con l’Italia mai avuto problemi, l’intervento è tempestivo, i siti vengono oscurati e le indagini partono subito. In altri Paesi sono troppo lenti o non hanno una legislazione adeguata per una materia così delicata.[2]
  • Ero a Roma e vidi casualmente, attraverso uno dei preistorici collegamenti on line, delle immagini di bambini e bambine violati e fatti violare, anche da animali. Ho visto e da quel momento non ho più solo ascoltato![3]
  • Forse bisognerebbe creare una rete di contrasto che unisca il lavoro dei vari corpi di polizia, comunque la legge attuale dà degli ottimi strumenti per il contrasto del fenomeno. [...] [Lei sicuramente avrà avuto tante esperienze, qual è stata quella che le è rimasta più impressa?] L’esperienza più bella è stata di identificare una bambina di quattro anni ritratta in una foto, questo ci ha permesso di intervenire prontamente tutelando la bimba da ulteriori abusi e di regalargli un sorriso in più.[4]
  • Gli adulti carpiscono quella debolezza che può portare ad una sovraesposizione di sé e del proprio corpo. Nelle chat diventa più difficile la vigilanza dei genitori.[5]
  • I bambini nella pedofilia e nella pedopornografia sono veramente l’oggetto di un business enorme e devastante, un mercato floridissimo di fronte a cui non sono più sufficienti le dichiarazioni o i protocolli o le carte che già sono in vigore o devono entrare eventualmente in vigore.[6]
  • La stampa, le istituzioni e i padroni di internet lasciano che il fenomeno cresca, mentre alcune sentenze e leggi la favoriscono.[7]
  • L'utero in affitto è una barbarie, possono dire quello che vogliono ma è una barbarie. Si tratta della sofisticata commercializzazione dell'essere umano. Nel momento in cui l'uomo viene ridotto in schiavitù, a un oggetto con la scusa e l'aggravante che tutto si può fare se c'è l'amore, allora questo apre a scenari ancora più drammatici perché anche i pedofili, per esempio, dicono che tutto è amore.[8]
  • Mi danno del prete bacchettone perché parlo di morale. Ma se il sesso non ha uno scopo, se permane l'idea che va bene tutto, basta che sia libero, non esistono più argomentazioni razionali contro la pedofilia fatta passare come "consenziente". Da quando lo scopo della sessualità, la generazione all'interno del matrimonio, è stato oscurato, da quando si può fare tutto se si vuole, non ci sono più argini e argomentazioni forti per dire "no". E infatti si approvano leggi che parlano della sessualizzazione dei bambini nelle scuole come buona, favorendo così lo sdoganamento della pedofilia. Le immagini dei nudi e dei bambini-oggetto poi abituano le teste a pensare: "Che male c’è?". In questo clima si capisce la follia delle campagne contro le spose bambine: la società è schizofrenica perché non esiste più una verità oggettiva sull'uomo che ponga i limiti al male e alla violenza.[9]
  • Mi permetta di dire, senza vantarmi (sorride), che noi siamo stati i pionieri nella lotta agli abusi. Meter nasce in una piccola parrocchia grazie al lavoro di alcuni giovani, e poi diventa un punto di riferimento contro la lotta all’abuso legata al web, e non solo.[10]
  • Noi dobbiamo sempre considerare che i video e le foto rappresentano già il danno avvenuto, cioè sono bambini già abusati, quindi che hanno già avuta violata la loro innocenza, che vivono una forma di schiavitù perenne e duratura. Tenete conto che vengono riprodotti negli abusi anche per anni interi, quindi iniziano che sono neonati e continuano anche negli anni.[6]
  • Non c’è una omogeneità delle leggi negli Stati del mondo, e non c’è nessuno Stato escluso.[11]
  • Quello che mi preoccupa è la mancanza di una coscienza collettiva. Fa più indignare il cane abbandonato che il bambino abusato.[2]

Rachele Sagramoso, La Croce quotidiano.it, 25 marzo 2020.

  • La politica è la più la forma più alta dell’amore, lo diceva San Paolo VI. Dovrebbe essere senza colore e ideologia tutelare i piccoli, i deboli, i vulnerabili. Ma non tutti non sono convergenti. Ideologizzare la lotta contro la pedofilia e la pedopornografia non è un bene per i bene dei bambini.
  • [Sulle difficoltà del contrasto] Il negazionismo dell’abuso. Sottovalutandolo nella drammaticità. Dentellamenti, ben organizzati per far muovere un meccanismo criminale. Poco coordinamento internazionale di un crimine contro l’umanità. Magmaticità sommersa e devastante per le conseguenze personali e per gli effetti collaterali. La pedopornografia è una industria, una industria di centinaia di milioni di immagini e video che rappresentano gli abusi già avvenuti. Bambini segnati profondamente. Dai neonati a una età prepubere. Non parliamo della pornografia minorile.
  • Il bambino ha il diritto di crescere secondo i tempi dettati dallo sviluppo naturale del suo copro legato a quello psichico, senza forzature esterne che lo portino a pensare e ad agire in un modo contrario a questo sviluppo. Altrimenti nel nome di un diritto del bambino da rispettare, gli si fa violenza.
  • Usare l’educazione sessuale per dominare un bambino è facilissimo ed è la massima violenza.

Adriana Masotti, Vatican News, 19 aprile 2020.

  • La Giornata bambini vittime, nata nel 1995, vuole scuotere le coscienze e attivare le comunità ecclesiali cattoliche e di altre confessioni, e quelle civili, per contrastare più efficacemente il triste fenomeno.
  • Non bisogna demonizzare i nuovi media, ma tenere sempre alta la vigilanza e l'attenzione. La solitudine, poi, l'incapacità di mantenere relazioni, trovarsi in una situazione magari di frustrazione, tutto questo può favorire la ricerca nel mondo virtuale di ciò che nel mondo reale magari non si riesce ad avere. Ripeto, ci vuole vigilanza, prudenza e rispetto di se e dell'altro.
  • #Iorestobambino è nata dai colloqui che noi facciamo nel nostro Centro ascolto di alcune vittime, perché loro ci dicevano: noi siamo stati abusati da bambini, volevano rubarci l’infanzia, ma noi siamo rimasti bambini. E’ bello questo messaggio: ti riporta all'origine della bellezza dell’essere bambini, perchè è vero che accade un abuso e distrugge la vita psicologica e fisica di chi ne è stato vittima, però di fatto si resta sempre bambini. Questo è il grido più bello in questa Giornata: che insieme si possa dire che noi dobbiamo non solo restare bambini, ma rispettare i bambini.

Salvatore Tropea, Movimento Pro Vita e Famiglia, 23 aprile 2020.

  • [la Giornata Bambini Vittime della pedofilia] Nacque tutto appunto 24 anni fa da quelle che allora erano adolescenti o anche adulti vittime nella loro infanzia di violenze a abusi. Inoltre quella giornata non fu istituita a caso il 25 aprile, ma fu una risposta ad un evento drammatico che era il giorno dell’orgoglio pedofilo.
  • Non abbiamo sempre una risposta univoca e ben organizzata da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine. La Polizia Postale fa certamente un lavoro enorme e importantissimo, ma anche per quanto riguarda la collaborazione con le istituzioni estere e non solo ci accorgiamo che spesso la risposta tarda ad arrivare o non è sempre ben organizzata e quindi efficace. Una risposta alcune volte ostacolata anche dagli stessi server provider che si appellano al diritto alla privacy.
  • I dati purtroppo non sono per niente confortanti e non si vede miglioramento. Quello della pedofilia è un problema enorme e globale e non c’è Paese al mondo che non ne sia già stato colpito da tempo. Inoltre si fa sempre fatica a trovare istituzioni disposte ad intervenire in modo massiccio. Noi sappiamo che il nostro lavoro è una goccia nell’oceano, ma siamo comunque spesso poco considerati. Abbiamo fatto la conferenza stampa per presentare questa 24esima Giornata. Neanche un telegiornale. Neanche un articolo sulle grandi testate. Abbiamo inviato lo scorso anno oltre mille report, in particolare a tutti i Capi di Stato e di Governo. Soltanto in tre anno risposto. Manca un coordinamento internazionale davvero efficace ma soprattutto manca un interesse davvero concreto e spesso sembra che per quanto riguarda la violenza sui bambini meno se ne parla è meglio è per non turbare istituzioni e pubblica opinione. E questo è assurdo.

di Lucia Bellaspiga, Avvenire, 31 maggio 2007.

  • Il grido di centocinquanta milioni di bambini straziati dovrebbe spaccare la Terra. Invece fa poco rumore, la pedofilia, quasi nulla rispetto alla devastazione che lascia dietro di sé: un olocausto bianco che non risparmia nemmeno più i neonati nei loro primi giorni di vita. La piaga, dalla parte degli abusanti, non esclude nessuno: professionisti, medici, avvocati, professori... Anche insospettabili padri di famiglia, i cui figli hanno la stessa età dei bambini che loro comprano nei bordelli della Cambogia o di Cuba, usano e poi lasciano lì per il vizio di altri ricchi clienti: avanti il prossimo. Fa troppo poco rumore, la pedofilia.
  • Il problema non è una categoria ma l’uomo: la pedofilia esiste e può interessare abbienti o poveri, analfabeti o docenti universitari, in bassissima percentuale persino le donne. Ma a fronte di rarissimi casi di colpevolezza esistono invece centinaia di migliaia di suore e sacerdoti che spendono la loro vita per l’infanzia abbandonata, ai margini del mondo.
  • I dati ufficiali del Viminale parlano chiaro. [...] In 20 anni le denunce in Italia a sacerdoti presunti pedofili sono una quarantina, di cui oltre la metà poi risultati innocenti. Se consideriamo che in Italia ci sono 40mila preti e che quasi tutti si occupano di accoglienza minori, di immigrazione giovanile, case famiglia, orfani, si capisce quanto il fenomeno sia percentualmente irrilevante...
  • C’è invece un’altra realtà molto preoccupante: il dilagare di un ingiustificato e violento attacco alla Chiesa cattolica, ad esempio sui banner pubblicitari dei siti Internet, del tipo “tenete lontani i vostri figli dai preti...”. Una pseudo-cultura senza alcun fondamento: chi fa quelle vignette non ha mai visto, come ho visto io, le vittime degli abusi, forse non sa che cosa vuol dire un piccolo violato a dieci giorni, una bambina lacerata per tutta la vita, se no non si metterebbe a giocare ma lavorerebbe con noi. Santoro lo sa che gli sportelli “Meter”, che danno assistenza alle vittime, sono sostenuti dalla Cei?

Gioacchino Matrella – Giovanni Rubino, La Notizia del Web, 9 dicembre 2018.

  • L’abuso proviene e avviene da chiunque. Certo, la Chiesa ha vissuto una grande vergogna. Lo dice Benedetto XVI nel libro Luce del mondo. Nel capitolo in cui parla degli abusi sessuali, prova un dolore enorme perché a fatti così gravi non si è saputo rispondere. Negli ultimi tempi, a partire da lui, una risposta c’è stata. Invito sempre chi ha dei sospetti, sia nei confronti di chi è del clero che di altre categorie sociali, a denunciare.
  • Abbiamo fatto dei percorsi di aiuto terapeutico insieme agli operatori. Visitare i carcerati è opera di misericordia, ma coloro che si sono macchiati di questo reato devono volere essere aiutati. Il problema è che la loro è una malattia psichiatrica, ma lucida. Non hanno la consapevolezza di quello che stanno compiendo, per loro è un fatto normale. Dobbiamo iniziare, con le persone che lo desiderano, un lungo percorso che possa redimerli e cambiarli.
  • Quando ti accorgi che c’è un malcapitato, che fai? Passi avanti o te lo carichi? Occorre avere un’attenzione, uno sguardo d’amore verso il malcapitato. È quello che è successo a me. Passavo per le vie del web, come quando passo per le strade del mondo, e ho avuto uno sguardo d’attenzione. Ho visto e non ho potuto fare altro che prendermene cura, caricarmelo.
  • L’uomo è l’unico essere animale che può vivere la cosiddetta perversione. Questo porta tantissimi a considerare i bambini oggetto del proprio desiderio erotico.
  1. Dall'intervista di Lucia Bellaspiga, Don Di Noto: la pedopornografia cresce, tutti lo sanno e nessuno fa niente, Avvenire, 15 novembre 2019.
  2. a b Dall'intervista di Fabio Giuffrida, Don Fortunato Di Noto, il prete anti-pedofili: «Sento il dramma sulla mia pelle», Open-online, 21 giugno 2019.
  3. Dall'intervista di Gioacchino Matrella e Giovanni Rubino, Cerignola, “La Chiesa è dei piccoli”. , La Notizia del Web, 9 dicembre 2018.
  4. Dall'intervista di Davide Bellalba, Don Fortunato Di Noto ci racconta la sua lotta contro la pedofilia. Recensito.net.
  5. Dall'intervista di Luca Collodi, Meter denuncia oltre 200 portali pedopornografici, Vatican News, 16 agosto 2019.
  6. a b Dall'intervista di Adriana Masotti, Meter: pedofilia e pedopornografia, un'industria fiorente con tanti responsabili , Vatican News, 21 marzo 2019.
  7. Dall'intervista di Benedetta Frigerio, Omertà sulla pedofilia: "La cultura la sta già accettando", La Nuova Bussola Quotidiana, 25 gennaio 2018.
  8. Dall'intervista di Salvatore Tropea, VIDEO: Don Di Noto e la lotta alla pedofilia, Bastabugie, n. 627, 28 agosto 2019.
  9. Dall'intervista di Benedetta Frigerio, Pedofilia sdoganata: "L'esito della liberazione sessuale", lanuovabq.it, 29 settembre 2017.
  10. Dal'intervista di Alessandro Venticinque, Non siamo una multinazionale che “sforna” preti pedofili, La Voce Alessandrina, 21 febbraio 2019.
  11. Dall'intervista di Adriana Masotti, Giornata bambini vittime di abusi. Meter: pedofilia online in aumento, Vatican News, 19 aprile 2020.

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