Filippo Preziosi

manager e ingegnere italiano

Filippo Preziosi (1968 – vivente), dirigente sportivo e ingegnere italiiano.

Citazioni di Filippo Preziosi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla MotoGP degli anni Duemiladieci] L'obiettivo di avere costi ridotti e prestazioni più livellate tra le varie moto è giusto, però, se questi vincoli durassero troppo a lungo, toglierebbero interesse alla Case. Le Case vogliono un campionato che promuova le loro moto e che consenta la crescita dei propri tecnici, quindi bisogna dar sfogo a queste esigenze. Altrimenti si organizza uno show con i team che fanno business, cercando un bilancio attivo, e non il massimo della competitività.[1]
  • In questo mondo mega tecnologico, il miglior sensore che si può incorporare ad un moto è il pilota. Nulla ti può dare più informazioni. In MotoGP hai bisogno di un pilota che sia il più veloce, ma anche il più intelligente.[2]
  • La Desmosedici ti dà più delle altre, ma solo se la guidi in una maniera più estrema rispetto alle altre.[3]

Intervista a Filippo Preziosi, Direttore Tecnico Ducati Corse

Lorenzo Miniati, cuoredesmo.com, 4 aprile 2007.

  • Partire da zero, dovendo decidere tutto, dall'inizio alla fine, è senz'altro più coinvolgente a livello progettuale, oltre a rappresentare un'attività più completa. D'altra parte, fare una moto nuova sulla base di una precedente esperienza comporta l'analisi di ogni singolo componente per decidere cosa tenere e cosa cambiare. In questo caso, è importante capire gli elementi fondamentali su cui concentrarsi per ottenere il miglior risultato. Questa è un'attività che riguarda sia noi che i nostri concorrenti, dunque chi è più bravo a interpretare questa filosofia ha un vantaggio in termini di competitività.
  • [...] se fossi stato un costruttore diverso da Ducati mi sarei ben guardato dal fare un motore con sistema desmodromico! Questo perché un propulsore desmo ha un comando delle valvole diverso da tutti gli altri milioni di motori in circolazione nel mondo. La distribuzione con le molle, invece, è presente dappertutto e non solo su auto e moto, ma anche su motori agricoli, marini e industriali, perciò esiste una bibliografia ricchissima da poter studiare, esistono software sviluppati appositamente e fornitori specializzati nella produzione dei vari particolari. Se vogliamo, anche le valvole con sistema pneumatico, che sembrano così esotiche, rappresentano un prodotto estremamente più commerciale del desmo. Esistono cioè delle aziende in grado di supplire la tecnologia necessaria per far funzionare correttamente un motore con valvole pneumatiche. Nel nostro caso, invece, abbiamo dovuto portare avanti tutto da soli, perché non esistono pubblicazioni a livello di letteratura scientifica che aiutino in tal senso. Abbiamo pertanto dovuto sviluppare internamente dei sistemi di calcolo, progettazione e sperimentazione che, adesso, ci teniamo ben stretti. Ritengo infatti che la distribuzione a comando desmodromico così come l'abbiamo messa a punto noi sia un sistema eccellente per un motore ad altissime prestazioni da MotoGP, soprattutto adesso che il limite sui consumi impone la massima efficienza meccanica e termodinamica.
  • La prestazione della moto rappresentano il risultato del pacchetto moto, gomme e pilota. L'insieme di questi tre elementi si deve amalgamare perfettamente per poter ottenere il massimo risultato. Inoltre, la moto in sé è un ulteriore amalgama di una serie di elementi, che comprendono motore, telaio, elettronica ecc... Una singola scelta tecnica, se non è clamorosamente sbagliata, non decreta né il successo né l'insuccesso. È l'orchestra che deve suonare perfettamente accordata. Se guardiamo ai dati oggettivi, il campionato MotoGP è stato vinto sia con una moto a quattro cilindri in linea che con una con cinque cilindri a V. [...] Ciò che conta non è la singola scelta tecnica, ma il fatto che tutte le scelte tecniche vengano operate con una coerenza tale per cui il prodotto finale sia competitivo.
  • [«[...] perché la Desmosedici ha questa natura così sanguigna?»] La moto è in questo modo perché lo siamo noi che l'abbiamo fatta! Anche se ha quattro cilindri invece di due è pur sempre una Ducati e si porta dentro quel patrimonio squisitamente racing che ha sempre caratterizzato le nostre moto. Mi spiego meglio: avendo a disposizione un budget inferiore rispetto ad alcuni nostri concorrenti, cerchiamo di curare solo gli aspetti che generano la prestazione. Il nostro gruppo è talmente piccolo che, se disperdessimo le nostre risorse nel fare ogni cosa che ci viene in mente, non raggiungeremmo il risultato che ci siamo prefissati. Per questo, certe volte, accanto a delle soluzioni estremamente sofisticate, sulla Desmosedici se ne vedono altre molto semplici, degne di una special da trofeo. In pratica, ogni volta che facciamo una cosa ci chiediamo: questa è una cosa importante, indispensabile e che fa andare più forte la moto? Se non lo è, ce ne sono altre mille da fare prima...
  • [...] una Superbike e una MotoGP sembrano così vicine, ma in realtà non lo sono. Ognuna rappresenta la massima espressione della tecnica motociclistica, la prima legata alle moto di serie, la seconda ai prototipi sperimentali...
  • Tante volte [...] il progettista, che essenzialmente è una persona che ama disegnare e realizzare le cose, piuttosto che domandarsi che cosa fa andare forte una moto si domanda che cosa gli piacerebbe vedere sopra la moto stessa. In questo modo, però, si progetta un semplice pezzo, non si crea la funzione che il pezzo deve svolgere.

Il papà della Ducati iridata

Intervista di Candido Cannavò, gazzetta.it, 23 settembre 2007.

  • [Sulla tetraplegia di cui soffre dal 2000] Eppure quell'unico dito che riesco a muovere mi ha cambiato l'esistenza. Posso toccare i tasti di un computer, posso tenere in mano una penna. Vede com'è la vita? Muovere un dito può diventare una grande conquista. [...] Mia madre, la mia ragazza Arianna, diventata poi mia moglie, le mie sorelle, Claudio Domenicali, anima della Ducati, sono stati gli angeli custodi che mi hanno sottratto alla disperazione. [...] Della tetraplegia si colgono in genere solo gli aspetti e le sofferenze esteriori. Ma nessuno riesce a capire, per esempio, quale dramma sia sentirsi inutili, perdere il rispetto per se stessi. Primo ospedale a Innsbruck, poi a Murnau in Germania, quindi a Sondalo in Valtellina. E qui, tra cure mediche e ondate di umanità, ho ritrovato la mente, il rapporto positivo con la vita. Gente eccezionale. In poche parole, sono rinato. [...] Claudio Domenicali e i ragazzi della Ducati mi mandavano i disegni e le relazioni. Mia madre leggeva e io con un cenno degli occhi le indicavo di voltar pagina. Ero coinvolto nei progetti e nei problemi dell'azienda e piano piano realizzavo le prospettive di una vita ancora bella, interessante, faticosa. Vita vera, insomma: in carrozzina, senza gambe, senza braccia, con un solo dito mobile. Ho ripreso il lavoro come prima.
  • La Ducati è diversa, ha una musica inconfondibile, senti che è fatta per te, tu sei come lei, è una moto senza compromessi...
  • Questa Desmosedici è nata pazza. Aveva potenza, velocità, ma un carattere scorbutico che le toglieva efficienza, continuità, equilibrio. [...] Le ho dato equilibrio, ma le ho impedito di rinsavire. Così è nato il prodigio. Capirossi lo ha battezzato, Stoner lo ha consacrato.

Note modifica

  1. Dall'intervista di Marco Masetti, Il 2012 secondo Preziosi, dueruote.it, 27 dicembre 2011.
  2. Citato in Preziosi: "Il miglior sensore della moto è il pilota", motogp.com, 1º giugno 2010.
  3. Da Ducati Desmosedici GP3, le idee di Filippo Preziosi, SLICK nº 17, settembre-ottobre 2022; citato in un post sul profilo ufficiale facebook.com, 23 settembre 2022.

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