Fidia
scultore e architetto greco antico
Fidia (490 a.C. circa – 430 a.C. circa), scultore e architetto ateniese.
Citazioni su Fidia
modifica- Che avrebbe fatto Fidia in un piccolo ed oscuro Stato? Senza grandi mezzi, senza che quello fosse stato protettore di artisti, egli non avrebbe avuta l'occasione di concepire e di fare grandi opere. Il sublime nasceva in lui dalla grandezza dei concetti e questa grandezza nasceva anche dai mezzi e dallo scopo che aveva. (Ettore De Ruggiero)
- E quand'anche per tutti i singoli particolari [dell'Atena Parthenos] si riuscisse a stabilire modelli e precedenti, della novità pur ci sarebbe: nella loro unione, nella profonda concezione religiosa e patriotica onde tutti quegli elementi l'artista rifuse in un'effigie della dea non mai veduta. E se questa fosse l'unica sua opera; e se Fidia non avesse fatto altro che raccogliere in una vittoriosa sintesi tutti gli acquisti dell'arcaismo, egli meriterebbe il suo posto altissimo nella storia dell'arte. (Emanuel Löwy)
- Fidia, quell'ingegno maraviglioso che seppe insieme riunire nel suo stile la grandiosità e la minutezza [...]; Fidia dico fu l'Omero di questa muta poesia; egli è alla testa della scuola greca; e il suo Giove Olimpico e la sua Minerva Lemnia furono quasi la sua Iliade; e la sua Odissea rimase sempre in venerazione appo tutti. (Luigi Antonio Lanzi)
- Il grande genio di Fidia ateniese, che si affermò dominante verso la metà del secolo [V a.C.], seppe [...] levarsi nella sfera olimpica a dar forma d'arte alla concezione della divinità, interpretando l'ideale religioso più nobile del suo tempo, facendo gli uomini dèi e creando lo stile classico. (Giovanni Becatti)
- Il vero ideale nell'arte è la creazione, il merito immortale di Fidia. Egli non solo imita la natura, ma crea nella natura stessa; le sue forme son quelle di un organismo perfetto, che non esiste tutto intero nella realtà, ma le cui leggi sono pertanto in lei. Egli vuole rappresentare l'idea, il tipo, il carattere di ciascuna divinità, come è concepita dalla più alta fantasia poetica e dal più vivo e puro sentimento religioso; vuole la grandezza, la nobiltà, la magnificenza, il sublime del concetto. E si rivolge al corpo umano, come al suo involucro, e trova quella idea manifestarsi in un lato, in una parte, con cui coordina, mette in armonia tutte le altre, però non quali sono nel fatto, ma quali potenzialmente esistono nelle leggi organiche. Così egli sta nella natura e nello stesso tempo la supera. (Ettore De Ruggiero)
- Le forme, come quelle di Fidia, hanno un loro svolgimento anche nella staticità. [...] Nessun altro, dopo Fidia, ha conservato davanti alla vita questa gravità rispettosa e questo entusiasmo cosciente che sono la vera religione. (Edgar Faure)
- Non c'è niente di essenziale da trovare nell'arte dopo Fidia e dopo Raffaello, ma c'è sempre da fare, anche dopo di loro, per mantenere il culto del vero e per perpetuare la tradizione del bello. (Jean-Auguste-Dominique Ingres)
- Qualcosa, nel suo carattere, doveva farne un nemico degli uomini, visto che nessuno lo amava. Eppure egli non fu soltanto un grande scultore, ma anche un grandissimo maestro, che, oltre ad aver creato uno stile, ne fece anche una scuola, trasmettendone le regole ad allievi come Agoracrito e Alcamene, continuatori del «classico». (Indro Montanelli)
- Tutto un mondo di dèi, di eroi e di uomini in una visione cosmica del mito e in una divinizzazione della realtà era stato suscitato [nel Partenone] dalla fantasia creatrice di questo demiurgo, padrone di tutte le tecniche, in una forma che era la più elevata e perfetta attuazione dell'ideale classico, operando quasi animato da un divino entusiasmo. (Giovanni Becatti)
- Vi sono due tendenze [nell'arte greca], quella di generalizzare l'individuo e questa fu di Mirone e della sua scuola, e l'altra di individualizzare ancora più le divinità, e questa fu di Fidia e della sua scuola. (Ettore De Ruggiero)