Evgenij Maksimovič Primakov

politico russo

Evgenij Maksimovič Primakov (1929 – 2015), politico russo.

Primakov nel 1997

Citazioni di Evgenij Primakov

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  • Sono stato nominato per difendere gli interessi nazionali russi. La Russia è una grande potenza e il mio compito è quello di dotarla di una politica estera adeguata.[1]
  • Spero di non diventare persona non grata negli Usa.[1]

Intervista di Mauro De Bonis, limesonline.com, 20 luglio 2002.

  • Secondo me un influsso benefico per l’integrità territoriale della Russia sarà presto esercitato proprio dalla liquidazione del regime dei taliban in Afghanistan. Quel regime minacciava non solo la stabilità dell’Asia centrale, ma tentava anche di allungare rovinosamente i suoi tentacoli fino in Russia, soprattutto nelle zone dove si concentra la popolazione musulmana.
  • Certo che ci sono zone di interesse. E il maggior interesse per noi è dato dalle zone di frontiera, da quei paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica e che attualmente compongono la Comunità degli Stati indipendenti. Tutti i paesi dell’ex Urss che confinano con la Russia, e anche gli altri vicini che non facevano parte dello spazio sovietico. Sono queste le nostre zone di maggiore interesse. Ma avere il nostro interesse non significa che intendiamo imporre il nostro dominio su queste zone, come molto spesso viene dipinto su alcuni media. L’importante per noi è che in queste zone ci sia stabilità.
  • [...] credo sia assolutamente giustificato che Mosca abbia dato il suo pieno appoggio all’operazione antiterroristica degli Stati Uniti in Afghanistan. È giustificato proprio dal punto di vista degli interessi nazionali del nostro paese. Quali sono le altre aperture della Russia verso gli Stati Uniti? Io non lo so. Proprio non lo so.
  • Vorrei rassicurare lei e i vostri lettori: la Russia ha abbastanza mezzi a disposizione per non aver paura di un possibile attacco nucleare. «Non aver paura» non significa che noi vogliamo che ciò accada, e che questo pericolo faccia parte del normale stato delle cose. Dicendo «non aver paura» intendo dire che tale attacco contro di noi non avverrà mai, perché altrimenti ne seguirebbe una risposta molto distruttiva. Non dobbiamo dimenticare che la Russia possiede seimila testate nucleari.
  • Ci sono operazioni militari in Afghanistan che giustificano la presenza di truppe americane in alcuni di quei paesi. Fin da quando è iniziato il conflitto la Russia non solo non ha mai posto obiezioni ma, per quanto ne so io, ha invece creato tutte le condizioni necessarie perché ciò fosse fatto. Se da questa situazione di emergenza dovuta al conflitto in atto si passerà ad una presenza militare permanente, allora questa presenza diventerà un elemento molto allarmante. E non solo per la Russia e per i paesi di quella regione, ma anche per la Cina.
  • [«Come e quando si risolverà il conflitto ceceno?»] Questa è una domanda molto difficile. In via di principio l’operazione militare volta contro il grosso delle formazioni dei banditi è terminata. Però la pratica di singole e veloci sortite dei terroristi continuerà ancora. Penso che arrivati ad un certo punto bisogna sicuramente rinforzare le operazioni di soppressione degli elementi terroristici, ma abbinandole con delle trattative. Senza dubbio! Sarebbe importante e tempestivo adesso dire ai leader ceceni e ai comandanti di campo: «Dichiarate ad altissima voce che state rompendo con i centri del terrorismo internazionale, rinunciate ad accettare mezzi finanziari e armamenti dall’estero, e troncate con i mercenari. A queste condizioni noi siamo pronti a cominciare un negoziato». Credo che non sarebbe male se un tale appello fosse lanciato. Ad onor del vero un appello più o meno simile è già risuonato da parte del presidente Putin, ma non ha trovato il dovuto appoggio. È invece arrivato il momento di farlo in forma meno velata, con le parole che sto usando io qui in questo momento. Così finalmente sarà chiaro al mondo chi sono davvero quelli con cui tratteremo.
  • Per il momento la Nato purtroppo non sta affatto morendo. Dico purtroppo perché la Nato è un’alleanza militare nata ai tempi della guerra fredda. Era nata con dei compiti e delle funzioni ben definite. E il suo mirino era posizionato contro l’Unione Sovietica. L’essenza militare dell’alleanza nordatlantica è rimasta intatta. Nella sua espansione la Nato tende a spostarsi verso le nostre frontiere. La cosa più spiacevole però è stata evidenziata durante i bombardamenti sulla Jugoslavia e nel corso delle operazioni in Kosovo: la Nato si è arrogata il diritto di utilizzare la forza oltre i confini dei suoi Stati membri e senza alcuna decisione preventiva del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Di qui la nuova dottrina della Nato, quella del natocentrismo, attorno alla quale dovrebbero realizzarsi i progetti di sviluppo europei e del resto del mondo. Se ci sarà un abbandono di questa linea, allora si potrà parlare di una qualche svolta positiva in seno alla Nato. Ma un tale abbandono per adesso non si scorge.
  • [...] vorrei vivere fino al giorno in cui la Russia potrà diventare membro dell’Unione Europea, cosa che certo non dipende solo dalla Russia.
  • [...] sono assolutamente certo che Kaliningrad era e sarà territorio russo. Sono anche certo che non ci metteremo a revisionare i risultati della seconda guerra mondiale.
  • Io non testimonierò contro Milošević, e non ritengo che qualcuno lo debba difendere. Credo che questo processo non vada trasformato in una farsa politica. Il giudizio dovrà essere oggettivo. Sono pronto però a testimoniare su quegli episodi a cui ho partecipato. Ed ho il timore che gli accusatori di Milošević non troveranno nelle mie deposizioni alcun motivo per muovergli accuse.

Citazioni su Evgenij Primakov

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  • Certamente aveva dato un giro di vite ai rapporti con la stampa del governo filocomunista. Poi aveva dato un giro di vite alla televisione, per potersi ammirare con la massima soddisfazione. E poi aveva promesso, attraverso la sua procura, di far saltare la testa di Berezovskij. Adesso però nel Paese non c'erano altre viti da stringere, né teste da far saltare, e a parte questo lui, ormai era chiaro, non sapeva fare assolutamente nulla. (Elena Tregubova)
  • Per la prima volta dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, un politico che non era né un democratico né un riformista si trovava a capo del governo. Sessantottenne, ex veterano dei servizi di controspionaggio del KGB, soprannominato derisoriamente, ma solo alle sue spalle, «Primus», era un ideologo tutto d'un pezzo dell'impero russo e considerava l'Occidente come una minaccia geopolitica nel lungo termine. Fin dai tempi del KGB, era stato amico di molti dittatori antiamericani, da Saddam Hussein a Slobodan Milošević. (Aleksandr Goldfarb)
  • Tendeva a un modello economico dominato dallo Stato. Nell'ambito delle riforme politiche preferiva la legge e l'ordine ai diritti e alla libertà. Con il suo atteggiamento nei confronti del capitalismo russo, fece rabbrividire l'intera comunità affaristica quando annunciò un'amnistia per centomila detenuti russi dicendo di «stare liberando lo spazio per quelli che finiranno in galera, ovvero quella gente che ha commesso crimini economici». (Aleksandr Goldfarb)
  1. a b Citato in «Risveglierò la Russia», La Stampa, 13 gennaio 1996.

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