Eugenia Attendolo Bolognini Litta
nobildonna e benefattrice italiana, amante di Umberto I di Savoia
Eugenia Attendolo Bolognini, duchessa Litta Visconti Arese (1837 – 1914), nobildonna italiana, amante di re Umberto I di Savoia.
Citazioni su Eugenia Attendolo Bolognini Litta
modifica- Aveva sette anni più del re [Umberto I] e quattordici più di Margherita. «Mi sembra ormai mia nonna» diceva in quegli anni Margherita ridacchiando. Tuttavia, anche allora, a cinquant'anni, la duchessa era molto bella. Era una bellezza severa e aristocratica e al tempo stesso possedeva delle qualità di ingegno ed una certa aria verginale che ispirò al compositore Boito una melodia ed al Vela un quadro raffigurante una donna immersa nella preghiera mattutina. (Robert Katz)
- Durante la campagna del '59[1] era stata il riposo del guerriero più famoso e importante: Napoleone III. E secondo le malelingue era passata subito dopo in eredità a Vittorio Emanuele, che però era il meno adatto ad apprezzare la sua vita di vespa, le sue carni pallide e i suoi raffinatissimi gusti. Balzac le aveva reso omaggio. Boito seguitava a rendergliene. D'Annunzio dirà ch'essa "aveva rubato il segreto a Ninon de Lenclos[2]". Insomma come iniziatrice all'amore, il giovane principe [il futuro Umberto I] non poteva desiderarne una più fascinosa ed esperta. Lo fu al punto che, nonostante la differenza d'età, egli le rimase devoto – anche se non fedele – fino alla fine dei suoi giorni. (Indro Montanelli)
- La Litta era sposata dal 1855 con il duca Giulio Litta Visconti-Arese, un uomo inadatto alle sue ambizioni: ma a lei serviva un titolo altisonante perché quello che le aveva lasciato il padre Giovanni Giacomo Attendolo Bolognini era sicuramente fasullo. Si diceva che da giovinetta avesse cullato sogni ambiziosi e galanti per cui diceva agli intimi: "Voglio avere per schiavi imperatori e re". (Romano Bracalini)
- Umberto l'aveva conosciuta a un ballo a Milano, dove lei risiedeva e dove lui era comandante di divisione dal 1864. La Litta, che i milanesi chiamavano affettuosamente "la bella bolognina", era di sette anni più anziana di Umberto: "i fianchi possenti, il petto turgido, capelli nerissimi, occhi e bocca sensuali". Dalla relazione sarebbe nato un figlio che più tardi Umberto, già sposato e re, avrebbe accompagnato al cimitero di Vedano al Lambro. (Romano Bracalini)
Note
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