Ernst Röhm
politico e militare tedesco
Ernst Julius Günther Röhm (1887 – 1934), politico e militare tedesco.
Citazioni su Ernst Röhm
modifica- Dal 1919 al 1923 egli non fu affatto un subalterno di Hitler ma – stando a opinioni degne di attendibilità – fu colui che «fece» il movimento nazionalsocialista, o per lo meno fu il suo «generale d'armata».[1] All'inizio del 1934 Röhm, capo di Stato Maggiore delle SA e ministro del Reich, fu l'unico tra i più vecchi combattenti del movimento vicini a Hitler a cui questi, divenuto cancelliere del Reich, degnò di dare fraternamente del tu. (Ernst Nolte)
- I più temibili concorrenti di Hitler sono Gregor Strasser ed Ernst Röhm che godono di una popolarità quasi uguale a quella del Führer e che si oppongono alle sue aperture verso la destra economica e gli Elmetti d'acciaio[2]. (Arrigo Petacco)
- Le parole più normali divengono in lui violente, dure, quasi stupefacenti. Forse tutto ciò accade a causa della sua bruttezza che è al di là del possibile. Il suo cranio è sempre rasato, il viso grosso, paffuto, volgare, è percorso da una cicatrice che comprende il mento e il naso, la cui punta, risultato di una di quelle operazioni chirurgiche che venivano un tempo praticate dui «musi rotti», è rotonda, rossa, caricaturale. Röhm ha tuttavia qualcosa di fresco nella sua fisionomia violenta e rude. Si muove circondato da bellissimi giovani dalle guance lisce, dagli occhi dolci, dai profili che sembrano cesellati, dalle mani curate, fasciati da uniformi di ottimo taglio. Röhm è là, col suo viso difficile da sopportare – un muso animalesco – ritto in piedi col ventre prominente che l'alta cintura delle SA[3] sembra mal contenere. Fissa gli interlocutori con audacia e insolenza, con l'autorità del capo, del comandante che di fatto è, con tranquillità e orgoglio. (Max Gallo)
- Se [Hitler] avesse guardato per un momento a Ernst Röhm, a questo rappresentante della nuova generazione di ufficiali, così vicino a lui e tuttavia molto lontano sotto certi aspetti, avrebbe potuto trarne istruttive conseguenze. Anche Röhm era l'entusiasta erede borghese di tradizioni feudali e monarchiche, e anche per lui la guerra era un dono divino, «fonte di giovinezza, speranza e adempimento insieme»;[4] ma ben più fosca era in lui l'esasperazione seguita alla guerra perché, giunto alla stazione centrale di Monaco, aveva dovuto togliersi la veneranda coccarda con le sue mani e prestare giuramento di fedeltà alla repubblica. (Ernst Nolte)
Note
modifica- ↑ Ernst Röhm, Die Geschichte eines Hochverräters, 5ª ed., Monaco, 1934, p. 204. [N.d.A.]
- ↑ Stahlhelm, Bund der Frontsoldaten (Elmetti d'acciaio, Lega dei soldati del fronte), organizzazione paramilitare tedesca fondata nel 1918.
- ↑ Abbreviazione di Sturmabteilung, gruppo paramilitare del Partito nazista.
- ↑ Röhm, op. cit., p. 9. [N.d.A.]
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