Enza Sampò

conduttrice televisiva italiana

Enza Sampò (1939 – vivente), conduttrice televisiva e giornalista italiana.

Enza Sampò nel 1973

Citazioni di Enza Sampò modifica

  • Ero graziosa, molto moderna, un po’ androgina, rispetto alle bellezze poppute di allora. Ero alta, portavo dei tacchi robusti, facendo l’indossatrice, oppure le ballerine, proprio come le ragazze di oggi. La modella ho cominciato a farla in un Salone che credo fosse il primo di pret à porter. Mi divertiva, ma mi sembrava un po’ vuoto, quel mondo.[1]
  • La televisione mi piacque subito, era un linguaggio che mi affascinava. Sembrava un pianeta solo maschile, le poche donne avevano ruoli ancillari, salvo Elda Lanza o la Piccinino al telegiornale. La Rai era ancora molto torinese. Allora in Piemonte si confrontavano due modelli industriali: Valletta alla Fiat e la Olivetti a Ivrea, fabbrica a misura d’uomo. La Rai era il polo culturale. Lì ho conosciuto tutto il gruppo di Guala: cioè Furio Colombo, Umberto Eco, Gianni Vattimo. I vincitori del famoso concorso sono partiti tutti da Torino. Torino poi si è fatta scippare tutto: televisione, editoria, cinema, tutto. Quando andammo a Milano quello che più mi dava fastidio è che venivamo invitati nelle case borghesi, perché loro erano i giovani brillanti, e venivano usati come star della conversazione. Cosa che, in effetti, a Umberto riusciva benissimo.[1]
  • Ricordo i partigiani, vivevamo vicino ad Alba, era la zona calda, quella raccontata proprio da Fenoglio. Uno mi pare si chiamasse Lulù, era un mito, nella zona. Noi bambine andavamo a scuola e non ci facevano mai mettere golfini o sciarpe rosse perché avevano paura che ci potessero scambiare per garibaldini e ci sparassero. Quando andavamo a scuola ci abbassavamo istintivamente perché su due colline diverse c’erano i partigiani e i tedeschi che si sparavano. Ma noi ci recavamo a lezione tranquillamente, solo ci abbassavamo. Ho visto delle frazioni bruciare per le rappresaglie dei nazisti. Pensa che mamma, durante la guerra - che donne straordinarie sono state quelle di quell’epoca! – doveva fare cose inimmaginabili. Capitava che passassero i tedeschi. Ti entravano in casa e chiedevano da mangiare. Mamma apparecchiava, che doveva fare?, cercava di dargli salame e formaggio, quello che avevamo. Se in quel momento fossero arrivati i partigiani, come capitava, sarebbe stata una carneficina. Vivevano pericolosamente nella normalità, queste donne. Io da piccola non mi accorgevo di nulla di questo.[1]
  • [Alla domanda: "Tu sei stata fidanzata con Eco?"] Sì, abbiamo avuto una storia importante. Durò tre anni fino a quando ho conosciuto mio marito, Ottavio Jemma, che ora non c’è più. Umberto aveva scritto la Fenomenologia di Mike Bongiorno molti anni prima, su Il Verri, una rivista letteraria. Però sulla stampa popolare uscì molti anni dopo e quando ci siamo lasciati, lui non capiva bene ancora il perché e temeva avessi un altro, mi disse: "Guarda per favore non con Mike, sennò diranno che ho scritto la fenomenologia per gelosia".[1]
  • Sono nata nel '39 a febbraio, abitavamo a Torino ma mio padre era già stato richiamato in Marina ed era a Taranto, sotto le armi. Lui era un funzionario della Nebbiolo, una azienda che costruiva macchine tipografiche. Mia mamma era impiegata, ma con una grande passione per la lirica. Aveva già cominciato a fare piccoli concerti, era proprio brava. Poi, scoppiata la guerra, ha dovuto occuparsi di me e tirare avanti. E per questo faceva la sarta. Si è inventata un metodo di taglio molto moderno, qualcosa di sconosciuto in quei tempi. Siamo sfollati nelle Langhe, il posto che amo di più al mondo. Erano le Langhe di Fenoglio de La malora, cioè poverissime, con un rapporto però molto intenso fra le persone.[1]

Citazioni su Enza Sampò modifica

  • È la «signora» della TV italiana. Non più solo annunciatrici o vallette, le donna, grazie a Enza Sampò, al suo volto sereno e rassicurate, alla sua immagine di donna sobria ed efficiente, capace di pensare e parlare, trovano in video nuove strade televisive. (Aldo Grasso)

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