Eduardo Lonardi
politico e militare argentino
Eduardo Ernesto Lonardi Doucet (1896 – 1956), generale e politico argentino.
Citazioni di Eduardo Lonardi
modifica- [Dopo la Revolución Libertadora] Non parliamo più del passato e il nostro slogan sia "né vincitori né vinti".[1]
- Prometto formalmente ai miei concittadini che durante il mio governo essi non si troveranno mai in condizione di essere costretti ad impugnare le armi in difesa dei loro essenziali diritti. Esorto i miei concittadini ad esprimere liberamente le loro opinioni e ad agire nel campo politico conformemente alle loro idee e ai loro sentimenti, con la certezza che ciò non sarà causa di nocumento per loro anche nel caso che si tratti di dipendenti pubblici. Desidero incitare tutti a vivere conformemente alle norme del dover civico e al reciproco rispetto.[1]
- Io non m'interesso di Perón se non per renderlo incapace di far del nuovo male al nostro Paese.[2]
- La terza posizione rappresenta una descrizione imprecisa, tanto più se si considera uno dei suoi estremi può comportare una gravissima minaccia per la cultura cristiana.[2]
- Nei momenti liberi, amo conversare con mia moglie e con i miei figli, oppure leggere opere classiche e meditare.[3]
- Io sono solo un soldato ed un cattolico osservante.[3]
- Voglio far sapere al popolo che è falsa la notizia che io abbia dato le dimissioni da Presidente della Repubblica Argentina o che la mia salute abbia in qualche modo influito sul mio allontanamento dal Palazzo del Governo. Ciò che è accaduto è dovuto esclusivamente alla decisione presa da alcuni membri delle forze armate, i quali si sono resi colpevoli di tradimento.[4]
Discorso dopo la Revolución Libertadora
Da Il gen. Lonardi insediato nella Casa Rosada di Buenos Aires, La Stampa, 20 settembre 1955
- Il popolo argentino è uscito per sempre da un regime illiberale e corrotto. Sembra impossibile che in una terra dove la vocazione della libertà ha così profonde le radici, si sia potuto pensare di seguire un cammino opposto e chiamare tutto ciò una terza via. Ebbi sempre fede nel mio popolo, convinto che, appena si fermasse per un momento l'apparato della tirannide sinistra e mortifera, l'ansia della libertà avrebbe trionfato. Occerreva creare un nucleo di forze armate che potesse riuscire a resistere per tre o quattro giorno. I giovani ufficiali dell'Esercito e della Marina in provincia costituirono questo nucleo. Tentammo la sorte con audacia e in pochi: per la prima volta al mondo un governo totalitario armato di tutta la sua forza è caduto non dopo una guerra con lo straniero, ma per solievazione del suo popolo. Al contrario del giustizialismo, goffa caricatura della giustizia, il nostro sistema di governo sarà una combinazione di giustizia e di libertà.
- Dobbiamo frenare l'inflazione sfrondando la burocrazia inutile; dobbiamo opporci a una casta di ricchi parassitari e oziosi; la svalutazione dovrà essere fermata a ogni costo per difendere i frutti del lavoro e del risparmio reale.
- Vi garantisco che la stampa in Argentina sarà da oggi la più libera del mondo. Nulla sarebbe per me più triste che una stampa resa uniforme dalla adulazione del mio governo; in ogni critica, anche la più violenta, saprò trovare la correzione dei miei errori.
Citazioni su Eduardo Lonardi
modifica- Indossava una divisa verde oliva, aveva il volto disfatto e quell'aria assente che hanno sempre gli uomini quando, per la prima volta, appaiono nella luce abbagliante del Campidoglio. (Marcel Niedergang)
Note
modifica- ↑ a b Citato in Scontri a Buenos Aires tra peronisti e democratici, La Stampa, 23 settembre 1955.
- ↑ a b Citato in Intervista con il gen. Lonardi, La Stampa, 23 settembre 1955.
- ↑ a b Citato in Lonardi ha sempre preferito fermamente agire che parlare, La Stampa, 12 ottobre 1955.
- ↑ Citato in Lonardi accusa di tradimento il nuovo Presidente gen. Aramburu, La Stampa, 14 novembre 1955
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Eduardo Lonardi
- Commons contiene immagini o altri file su Eduardo Lonardi