Due soldi di speranza
film del 1952 diretto da Renato Castellani
Due soldi di speranza
Maria Fiore e Vincenzo Musolino nel film
Titolo originale |
Due soldi di speranza |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1952 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Renato Castellani |
Soggetto | Renato Castellani, Ettore Maria Margadonna |
Sceneggiatura | Renato Castellani, Titina De Filippo |
Produttore | Sandro Ghenzi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Due soldi di speranza, film italiano del 1952 con Vincenzo Musolino e Maria Fiore, regia di Renato Castellani.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Denari anticipati sono mezzo arrubbati. (Verduraio)
- Il mestiere nostro è così: in una tasca tieni la miccia e nell'altra l'olio santo. (Pasquale)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Carmela: Noi ci vogliamo bene e ci troviamo da tutt' 'e parti.
Antonio: Pure 'o cane e 'a gatta se trovano da tutt' 'e parti. - Madre di Antonio [seduta al confessionale]: Io sono cattolica osservante, padre, mi levo il pane di bocca per accendere il lumino davanti a Gesù.
Sacerdote: Tu arrubbi 'o pollastro, te lo vendi per un cinquecento lire, poi spendi venti lire per una candela al Signore e pensi di metterti la coscienza a posto.
Madre di Antonio: Ma co' tanti pollastri accesi, 'na mano adesso ce la potesse pure stendere 'o Signore a quella povera figlia mia.
Sacerdote: Uffa. [si volge dall'altro lato del confessionale] E voi, voi, non avete paura dell'inferno, voi che siete vecchia?
Signora Bellomo: Dell'inferno tengo paura, ma tengo più paura de 'e ccorna, perché mio figlio è vecchio e lei è giovane e smaniosa.
Sacerdote: Ci sta una ragazza giovane che può venire a lavorarvi per casa mentre voi state co' un piede nella fossa. Ragazza onesta.
Signora Bellomo: Se era onesta non faceva l'impiccio.
Citazioni su Due soldi di speranza
modifica- Dietro al film, scritto dal regista sulle testimonianze orali di un vero disoccupato e riscritto nei dialoghi in "napoletano universale" da Titina De Filippo, c'è una forte componente letteraria. Con Umberto D rappresenta paradossalmente, da posizioni opposte, il punto terminale della stagione neorealista: all'amaro pessimismo (e al fiasco commerciale) di De Sica-Zavattini corrispose il trionfo d'incassi e, in parte, di critica (1° premio al Festival di Cannes) del film di Castellani nel quadro di un vivace bozzettismo dialettale, di uno strenuo e accattivante vitalismo mediterraneo, di una protesta sincera e velleitaria e soprattutto di una naturale esuberanza giovanile. Sebbene la storia faccia perno sul personaggio maschile, è la donna che – come in altri film di Castellani – svolge un ruolo emblematico. (il Morandini)
- [Carmela] è, con la Maddalena di Bellissima, il personaggio femminile più vivo e autentico del nostro cinema. (Guido Aristarco)
- Questo film procura all'inesperta Maria Fiore una popolarità immensa e dimostra le sue insospettate doti di disinvoltura e di naturalezza, che le consentono di diventare nei primi anni Cinquanta una delle attrici più richieste dai produttori italiani. (Dizionario del cinema italiano)
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