Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure

film del 1975 diretto da Akira Kurosawa

Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Il vero Dersu Uzala

Titolo originale

Дерсу Узала e デルス・ウザーラ

Lingua originale russo
Paese Giappone, Unione Sovietica
Anno 1975
Genere drammatico
Regia Akira Kurosawa
Soggetto Vladimir Arsenyev
Sceneggiatura Akira Kurosawa, Jurij Nagibin
Produttore Nikolay Sizov
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di un premio Oscar (1976):
    • Miglior film straniero


Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure, film del 1975, regia di Akira Kurosawa.

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • A volte accade che monti e foreste hanno un aspetto piacevole e allegro. Altre volte invece ti appaiono tetri e selvaggi. E questa sensazione non è mai solo tua, è sempre comune a tutti gli uomini del reparto. (Capitano Arseniev)
  • Come ci aveva detto, Dersu era un Goldi, una popolazione della Siberia orientale. Confesso che ne ero letteralmente affascinato. Infatti era dotato di una perspicacia sorprendente, affinata da tutta una vita passata nella foresta: la sua taiga. E poi aveva un animo generosissimo, era capace di preoccuparsi di qualcuno che non conosceva, e che forse non avrebbe mai incontrato. (Capitano Arseniev)
  • [Indica il sole] Capitano, questo è omo più forte. Se questo omo more, tutti moriamo. [Indica la luna] E questo è altro omo forte. (Dersu Uzala)
  • Probabilmente ciò che Dersu chiamava "Amba" era lo spettro della taiga. Uno spettro creato dall'immaginazione di un uomo che stava diventando cieco. (Capitano Arseniev)

Citazioni su Dersu Uzala modifica

  • È un'opera che ricorda Flaherty e Dovgenko per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (il Morandini)
  • È uno dei più bei film sull'amicizia e sul rapporto dell'’uomo con la natura, semplice ed emozionante come solo i capolavori sanno essere. Commovente il modo con cui Kurosawa sa raccontare l'ingenuo animismo di Dersu (il suo parlare al fuoco e al vento, all'’acqua e alla tigre), ma anche il suo senso di fratellanza universale (quando lascia qualche provvista nella capanna per il prossimo, eventuale occupante). (Il Mereghetti)
  • È uno splendido poema epico sulla sintonia dell'uomo con la natura. Una scena in particolare (quella della tormenta) fa ormai testo. (il Farinotti)

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