Cristina Chirichella

pallavolista italiana

Cristina Chirichella (1994 – vivente), pallavolista italiana.

Cristina Chirichella (2014)

Citazioni di Cristina Chirichella

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [«Nella pallavolo moderna il centrale esce per far posto al libero, sei d'accordo?»] No, io non sono d'accordo. Ogni tanto in allenamento provo a ricevere e difendere. Però ormai si gioca così.[1]
  • [«Scaramanzie?»] Scaramanzie à gogo! Sono napoletana e di portafortuna e scaramanzie ne ho tante. Dai capelli all'elastico per la partita, fino ad arrivare al trucco sempre nello stesso modo. Infine il riposo e la musica prima di ogni partita.[2]
  • Gestisco abbastanza bene sia lo stress che la tensione. Di solito cerco di restare il più tranquilla possibile senza pensare se è una finale o qualcos'altro. Durante il riscaldamento comincio a focalizzarmi su quello che devo fare, sullo studio fatto per la singola gara. Questo graduale avvicinamento mi rende più tranquilla, non pensarci con troppo anticipo mi aiuta.[3]
  • [«Qual è il momento in cui si determina il link più importante tra volley-sport e volley-lavoro?»] L'allenamento è fondamentale, è la base di ciò che una squadra può fare in campo. Il talento è importante, ma ancora più importante è la volontà di coltivarlo: nello sport, è uno spreco quando ci sono le qualità ma non c'è voglia di allenarle.[4]
  • Un semplice gioco, col tempo è diventato amore per lo sport, per la squadra, è un sentimento che mi ha fatto crescere come atleta e come persona. E se oggi continuo ad allenarmi per migliorare, è perché sono ancora innamorata, ho passione per quello che faccio.[4]
  • Sognavo la danza, ma già da piccola ero un metro e novantadue di donna.[5]
  • [«Ti sei sempre attivata in prima persona per promuovere la pallavolo e farti conoscere, diventando un'icona capace di arrivare anche al pubblico mainstream. C'è il rischio che la dimensione mediatica possa prevalere su quella sportiva?»] Mi reputo innanzitutto una ragazza che ama lo sport. Poi è chiaro che la dimensione mediatica sia ormai parte integrante dello sport e un ottimo trampolino di lancio anche per la pallavolo: dunque, la vedo come un'opportunità per trasmettere la propria passione o un determinato messaggio. [...] Se il racconto della mia storia può aiutare qualche giovane ad imboccare la strada giusta, allora ho fatto centro e questo mi rende molto felice perché vuol dire che il messaggio che ho lanciato è arrivato al cuore delle persone. Comunque, nel mio caso, lo sport avrà sempre la precedenza perché la palestra è il mio habitat naturale.[6]

Intervista di Alessia Cruciani, iodonna.it, 26 aprile 2019.

  • Per me lo sport è stato una rivelazione, ha formato più velocemente il mio carattere. Ringrazio la pallavolo perché mi ha fatto scoprire chi sono: ero una ragazza timida e riservata, il campo mi ha aiutata a diventare più estroversa e anche autonoma. Mi ha insegnato a rialzarmi dopo una sconfitta, a saper fare un gioco di squadra, a convivere con persone che hanno i tuoi stessi obiettivi, gli stessi sogni, e a lavorare insieme per raggiungerli.
  • Lo sport ti insegna pure questo: per emergere devi battere l'avversario, ma soprattutto i tuoi limiti. Farcela può regalarti gioia e soddisfazione. Del gioco fanno parte sconfitte e grandi dolori che, vi assicuro, valgono la candela.
  • [«Come si vive in 193 centimetri?»] Ora molto bene, ho imparato ad accettare il mio corpo. All'inizio era diverso: a 14 anni non ero la più alta della classe ma dell'intera scuola! Una ragazzina "diversa" rischia di essere emarginata. Adesso, invece, lo apprezzo, mi distingue come donna.
  • [«Come appare il mondo delle donne dalla sua altezza?»] Nella pallavolo bene: tante ragazzine la praticano con passione. Per il resto c'è ancora molto da fare. Per prima cosa si dovrebbe abbandonare lo stereotipo che considera alcuni sport adatti solo ai maschi, come il calcio, il basket, il karate. Le donne potrebbero esserne vere icone. Ma invece di inseguire i propri sogni, si limitano ad assecondare la società. Sbagliatissimo.

Starbene nº 33, 30 luglio 2019; citato in Cristina Marinoni, starbene.it.

  • [«Il successo di cui vai più fiera?»] Una classifica dei trofei è complicata, ciascuno è magico. Quindi tralascio la bacheca e rispondo: "Avere creduto in me stessa". Altrimenti a 14 anni non mi sarei trasferita a Roma per capire se la pallavolo fosse il mio futuro. Napoli non è così distante e i miei venivano spesso a trovarmi, ma per una teenager abitare da sola è un'impresa. Le infinite responsabilità e la totale indipendenza mi hanno spinta a maturare alla svelta e a prendere fiducia.
  • [«Non soffri [...] della disciplina ferrea che l'agonismo impone?»] No. Merito dell'educazione ricevuta: la famiglia mi ha inculcato il valore delle regole e ho capito presto che non sono un limite, ma invece contribuiscono a sviluppare le doti naturali.
  • [«Il volley cosa ti ha insegnato?»] Un sacco di lezioni. Su tutte, riporre fiducia nel prossimo. Non potrebbe essere altrimenti: il mio è lo sport del passaggio. Esclusa la battuta, un giocatore ha bisogno del gruppo per portare a termine l'azione. Ciascuno accantona l'ambizione di essere protagonista del match, si mette a disposizione degli altri cinque.
  • Lo sport premia il merito: le medaglie bisogna guadagnarsele.
  • [«Il talento quanto conta?»] In partenza è necessario; sulla distanza non basta. Ho visto atlete dotatissime sparire nel nulla e altre, meno capaci ma irriducibili, emergere.
  • Da bambina sognavo di diventare una ballerina di danza moderna, peccato che la statura, già superiore alla media, mi abbia stroncato la carriera sul nascere. [«Ma ti ha spalancato altre porte...»] E pensare che ho cominciato con il volley per stare con le amiche: in campo mi divertivo, me la cavavo bene e non ho più smesso. Ancora oggi per me giocare è gioia pura e non scambierei la mia vita con nessun'altra.

Intervista di Michele Antonelli, gazzetta.it, 29 gennaio 2022.

  • [«Oggi si vedrebbe in qualche altra disciplina?»] Direi di sì, anche se non saprei quale. Il filo conduttore in fondo è la passione, gli atleti professionisti vivono in funzione dell'agonismo. Dall'alimentazione al riposo, passando per partite e allenamenti.
  • Le Olimpiadi sono una bomba di emozioni, in contesti del genere si capisce che non bisogna dare nulla per scontato. Puoi prepararle anche per quattro anni, ma sensazioni così non impari mai a gestirle.
  • [Sul campionato europeo femminile di pallavolo 2021] Una vittoria incredibile, frutto del lavoro di tutta la squadra. Il ricordo più divertente resta il rito portafortuna con Beatrice Parrocchiale [ride, ndr]. Nella nostra palestra c'era un poster di Beyoncé, noi tutte le mattine andavamo a salutarla. Scaramanzia. Ma se alla fine abbiamo vinto, forse è anche un po' merito suo...

Citazioni non datate

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  • Essere un esempio per le nuove generazioni è molto bello, mi fa tanto piacere ed è una soddisfazione. A volte pensare a questo mi fa anche un po' ridere perché fino a qualche anno fa ero io ad andare alla ricerca dei miei idoli...[7]
  1. Dall'intervista di Roberto Marcelletti, Volley, Mondiali: Chirichella star a sorpresa. "Ma devo migliorare in tante cose", repubblica.it, 26 settembre 2014.
  2. Dall'intervista di Alessandra Pon, Cristina Chirichella: scaramanzie? E che si scherza...sono napoletana!, elle.com, 21 maggio 2016.
  3. Dall'intervista di Raffaella Mazzei, Cristina Chirichella: "Per allontanare lo stress evito di pensare che è una finale", velvetbody.it, 18 aprile 2018.
  4. a b Dall'intervista di Alfonso Fasano, Il volley prima di tutto, lincmagazine.it, 17 febbraio 2021.
  5. Dall'intervista di Alberto Pucci, Cristina Chirichella a Fanpage: "Volevo fare la ballerina, ora sogno una medaglia alle Olimpiadi", fanpage.it, 19 febbraio 2021.
  6. Dall'intervista di Alessandro Garotta, Cristina Chirichella: "La nazionale? Ho fatto del mio meglio, va bene così", volleynews.it, 8 agosto 2023.
  7. Da Alberto Battimo, L'intervista a Cristina Chirichella, vanovarava.it.

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