Claudio Signorile
politico italiano
Claudio Signorile (1937 – vivente), politico italiano.
Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 18 ottobre 2001; riportata su SabelliFioretti.it
- Voltagabbana è chi, per convenienza, fa una cosa in cui non crede. Quando c'è un'ondata nuova molti mantengono le loro idee ma si adeguano. Molti miei compagni socialisti mi dicono che sono rimasti socialisti. Ma poi li trovo dovunque. Li devo chiamare voltagabbana?
- La Taranto pre-industriale. Deliziosa città di provincia. Senza Italsider e con la flotta, quindi vivibilissima. Ricordo le gite in barca a vela fino alle isole Cheradi, dove è sepolto l'autore delle Liaisons dangereuses, Choderlos de Laclos. Suonavamo la chitarra nella pineta, ballavamo fino all'alba sulla terrazza del circolo ufficiali della Marina, leggevamo Nietzsche alla biblioteca sul mare. Tramonti incredibili.
- Quando ti rendi conto che combattere per fare un asilo nido non ti risolve niente, scopri la politica. E diventi socialista.
- La mia generazione era indifferente tra socialisti e comunisti. Era la sinistra.
- A volte mi chiedo: i dirigenti del vecchio Pci credono realmente nella svolta che hanno fatto o sono dei comunisti entrati nella clandestinità?
Citazioni su Claudio Signorile
modifica- Signorile ha molte qualità: è giovane, intelligente, ambizioso, umanamente aperto. Ma pecca di ingenuità, si azzarda a giocare partite pericolose al di sopra delle sue forze, compie delle piccole gaffes giornalistiche che i suoi avversari ingigantiscono. Dove cade e maldestramente è sull'affare ENI-Arabia Saudita, una delle tante operazioni commerciali su cui i partiti e le correnti dei partiti si ritagliano delle tangenti. Questa però è di una tale dimensione – si parla di 120 miliardi – da far ingaggiare nel partito una lotta di vita e di morte. (Giorgio Bocca)
- [Sul caso Moro] Ad ogni buon conto se si poteva avere qualche dubbio sulla "linea della fermezza" all'epoca in cui si svolsero i fatti, oggi non è più lecito. Non è infatti un caso che il terrorismo abbia cominciato a perdere colpi proprio dopo il caso Moro e si sia liquefatto in pochi anni. È la dimostrazione che la linea della fermezza era giusta non solo dal punto di vista etico e giuridico ma anche da quello pratico. Se avessimo dato retta ai Craxi, ai Mancini, ai Signorile, ai Pace, ai Liguori e ai Deaglio, cioè a tutta quell'area che civettava col terrorismo, oggi Renato Curcio sarebbe il padrone del Paese. (Massimo Fini)
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