Carlotta Antonelli

attrice italiana

Carlotta Antonelli (1995 – vivente), attrice italiana.

Citazioni di Carlotta Antonelli

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Non ho mai sognato di recitare, non mi interessava, eppure questo lavoro mi ha salvata. Sono di Roma e sono andata via di casa a 18 anni, senza aver finito la scuola. Non è successo per un conflitto con i miei genitori, ma perché avevo una grande confusione in testa. Non avevo progetti, sapevo solo che dovevo guadagnare, però nessuno mi offriva un lavoro. Solo un'agenzia di pubblicità mi ha accolta subito: mi hanno vista con il grande zaino verde da campeggio con cui me ne ero andata di casa e forse hanno pensato che avessi bisogno di aiuto. [«Com'è stato il passaggio tra la pubblicità e il cinema?»] L'agenzia a un certo punto ha chiuso: il titolare è stato arrestato. Volevo cercare un lavoro normale, ma la mia agente insisteva: "Devi provare a recitare". Non volevo, non mi sentivo capace, andavo ai provini, andavano malissimo, me ne fregavo. Ma quando non hai niente, nessuna passione, a volte ti basta essere riconosciuto e rimproverato per cambiare rotta. Se uno si è perso, ha bisogno di una sberla per ritrovare la strada. A me è successo così. Nell'ennesimo provino il regista, Michele Alhaique, mi ha fatto una scenata: mi ha spronata a dare il massimo. Ho sentito un'attenzione su di me che nessuno mi aveva dimostrato in quel periodo. Mi sono impegnata e lui mi ha scelta. La serie tv Solo è stata il mio primo set. E sono partita per un'altra vita.[1]

Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 7 maggio 2020.

  • Mi ero ribellata ai miei per via della scuola: mi hanno costretto a fare il liceo classico che non volevo fare e, dopo 3 anni in cui venivo bocciata o rimandata, ho cercato di parlare con loro, ma niente. I miei genitori sono separati: mio padre era più tranquillo, ma mia madre viveva tutto con grande apprensione e così, quando ho cambiato scuola per farne altre e non andavano neanche quelle, ho detto basta. È stato un modo per scappare, evadere da quella che mi sembrava una gabbia».
  • Mi piacerebbe dedicarmi al cinema, quello bello che non si fa per industria o per il profitto ma quando c’è l’amore e la passione per l’arte. Anche se posso sembrare la principessa con il sogno nel cassetto, mi piacerebbe lavorare con Luca Guadagnino, ma anche con i fratelli D’Innocenzo che stimo da morire e che conosco abbastanza bene. In Italia, in realtà, ci sono poche persone che mi vengono in mente.
  • Non avevo nessun piano: ero senza un’idea, senza una direzione. Ero una ragazza che voleva lasciare la scuola, ma che non aveva una passione. L’unica era il canto, ma non l’ho mai detto a nessuno. Non sapevo cosa mi sarebbe successo il giorno dopo, figuriamoci se pensavo a cosa avrei fatto da grande. Il lavoro, in questo senso, mi ha salvata da questo continuo vagare.
  • Nonostante non possa essere d’accordo su alcune cose che ho fatto e che avrei voluto fare meglio, riconosco di aver avuto una fortuna enorme. Vengo da una famiglia di artisti — i miei sono fotografi e i miei fratelli cantano e suonano — ma ho sempre sentito di essere partita da zero, senza nessuno a darmi il classico calcio in culo che ti porta lontano. Se ripenso a tutto quello che ho fatto, mi chiedo: com’è possibile che sia successo? È incredibile.

Intervista di Giovanni Audiffredi, repubblica.it, 26 febbraio 2022.

  • Fino ad ora me la sono semplicemente cavata. Non ho mai studiato. Anche per fare l'attrice. Ci sono così tante cose che non conosco e che voglio toccare, imparare, per vedere cosa succede.
  • [«Lei ha tre sorelle e un fratello, i suoi avevano un negozio di fotografia: non sembra tanto male»] Una famiglia che ha dovuto fare tante rinunce, attraverso parecchie crisi. Anche quelle bellissime foto stampate che ci riempivano la vita, annullate dal digitale. Siamo tutti artisti: una canta benissimo, una è musicista, mio fratello recita, io ho la passione per la scrittura. Le arti hanno rappresentato per noi un rifugio per stare uniti, quando abbiamo pensato di essere abbandonati.
  • Libero stava al mondo con un'ironia speciale. Scherzava anche sulla fine [...]. Da lui ho imparato a divertirmi sul set, senza portare nel lavoro le nostre insoddisfazioni. Anzi, a lavorare con una spensieratezza infantile.

Intervista di Valeria Vignale, tustyle.it, 12 maggio 2022.

  • Io sono felice di aver imparato a vivere bene. [«Cosa vuoi dire?»] Quando sei confuso e problematico, com'ero io da adolescente, non hai gli strumenti per realizzare i tuoi desideri. Per maturare una consapevolezza ho dovuto lavorare parecchio su me stessa, facendomi un mazzo così per uscire dalle dinamiche adolescenziali e vedere le cose con più lucidità. Oggi la vita mi piace da morire e sono positiva, voglio prendere tutto ciò che càpita di bello. Mi nutro di desideri, di qualsiasi tipo. Sembrerà strano ma sono arrivata alla conclusione che essere felici sia una conquista, non solo una fortuna, e pure molto faticosa. Per vivere pienamente bisogna scrollarsi di dosso la paura.
  • Con la moda ho un rapporto meraviglioso, mi diverto a interpretare i vestiti perché è come fare l'attrice per gioco. Girare i cosiddetti "fashion film" mi diverte tantissimo: torno bambina come quando mettevo le collane di mia nonna e le scarpe coi tacchi di mia madre per giocare a fare sfilate per casa. Quotidianamente invece non seguo più di tanto la moda. Sono quasi sempre in jeans, indosso quello che mi piace quel giorno senza neanche guardarmi allo specchio. A volte il rossetto lo metto camminando per strada.
  • La mia è una famiglia semplice e metà del mio cuore è ancora in Sicilia a Torre Faro, la frazione di Messina dove andavo da bambina per stare con nonno Paolo e nonna Pina. [«Sei molto legata alle tue radici?»] Sì, e almeno una volta l'anno torno lì, in quel paesino antico con case semplici come la loro, con le barchette davanti. Non è un luogo turistico eppure ti spogli e togli le scarpe perché non serve nulla: da piccola facevo una vita selvaggia. La prima volta che i nonni hanno letto una mia intervista si sono messi a piangere dalla gioia: sono cose che di solito vedi nei film, non credi che possa capitare a te.
  • Nonostante i miei genitori si siano separati quando avevo soltanto 8 anni, e anche se ho visto tante coppie lasciarsi, ho sempre creduto fortemente nell'amore e nel rapporto di coppia. Sono convinta che ci si possa innamorare sempre, a ogni età, e non solo una volta nella vita. A volte più intensamente, altre volte meno. E comunque spero di trovare non tanto qualcuno che mi somigli, ma che mi corrisponda.

Intervista di Susanna Macchia, vogue.it, 18 luglio 2022.

  • Non riesco a fidarmi abbastanza delle persone. So che non è bello, ne sono consapevole. Ma non mi preoccupo più di tanto.
  • [«I colori che ami di più?»] Rosso e nero. Il calcio non c'entra. Sono due colori che mi rappresentano molto. Il nero è il mio lato oscuro: sono famosa per arrovellarmi in dei pensieri che mi conducono all'interno di un tunnel dal quale poi non riesco a uscire facilmente. Il rosso invece è la mia parte passionale, la mia vitalità, la femminilità.
  • Non vorrei assomigliare a nessuna. Ma sono follemente innamorata di Monica Vitti. Vorrei avere il suo carisma e la sua vitalità.
  • [«Ti senti bella quando?»] In estate, quando i capelli e la pelle sanno di sole e di mare.
  1. Dall'intervista di Marina Speich a Grazia nº 24/2021; citato in Carlotta Antonelli: «Mi ha salvata essere una ribelle», grazia.it, 31 maggio 2021.

Filmografia

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