Carlo Alberto di Savoia

re di Sardegna

Carlo Alberto Emanuele Vittorio Maria Clemente Saverio di Savoia-Carignano (1798 – 1849), re di Sardegna.

Carlo Alberto

Citazioni su Carlo Alberto modifica

  • Carlo Alberto era naturalmente elegante, coltissimo, sobrio, raffinato, austero, di scarse confidenze e nella scelta dei suoi amori fu sempre portato a donne di classe. Salvo poi tormentarsi per aver peccato e aver ceduto alle tentazioni, essendo religiosissimo. (Silvio Bertoldi)
  • D'irresolutezza, Carlo Alberto aveva dato prova anche prima di salire sul trono, e lo aveva dimostrato anche il suo contraddittorio atteggiamento nel '21. Il coraggio e la volontà non gli mancavano; ma gli mancava il carattere. Nella guerra di Spagna era stato un valoroso combattente, e la disciplina a cui si sottoponeva era spartana. Ma le responsabilità morali lo sgomentavano. (Indro Montanelli)
  • Immenso dovette essere il dolore [dopo la disfatta di Novara][1], che colpì l'uomo ed il capo dello stato insieme: basta quell'ora di sacrificio a nobilitare la figura di colui, che ebbe, insieme con grandi pregi, il difetto di volontà tentennante, «Tutto è dunque perduto!», egli disse, ed abdicò in favore di Vittorio Emanuele, avviandosi all'esilio increscioso ed alla morte desiderata! (Gaetano Arangio-Ruiz (1857-1936))
  • Iniziò il regno con alcuni piccoli atti liberali, ma nella repressione del 1833 calcò di troppo la mano, e si ritrasse dalla via delle riforme, addensando sullo stato le ombre dell'assolutismo. Tuttavia, quietatosi a furia di prigioni e di esili lo stato, riordinò e codificò le leggi civili; riformò, ampliandola, la magistratura; ebbe cura delle finanze, dell'esercito, della istruzione; e più avanti incoraggiò pubblicazioni patriottiche, invise all'Austria.
    Ma egli non era risoluto e fermo in un proposito, molto potendo sull'animo di lui i gesuiti e le larghe schiere di quelli che credevano dannose allo stato le idee liberali; laonde sovente disdisse coi fatti quello che prima avea consentito si facesse in favore della idea nazionale. (Gaetano Arangio-Ruiz (1857-1936))
  • Malgrado la notevole presa che i sentimenti d'italianità avevano in Piemonte, Carlo Alberto rimase un re di vecchio stampo per la maggior parte del suo regno (1831-49). (Denis Mack Smith)
  • Non era né intelligente né colto. Ma certi movimenti di opinione pubblica e orientamenti di pensiero li coglieva e ne restava influenzato. Nel '38 aveva mandato in galera e poi in esilio Gioberti, ma nel '43 ne leggeva con interesse il Primato. Se D'Azeglio avesse scritto il suo libro due anni prima, avrebbe mandato in esilio anche lui. Ora in pratica ne aveva fatto una specie di agente segreto. I tempi insomma li sentiva e con essi andava. (Indro Montanelli)
  • O Carlo Alberto! o illustre figlio di una stirpe d'eroi! sei tu, che, esperto nell'imaginare e nel condurre a lieto fine ogni più bell'opera del senno e della mano, c'invii in questo grandioso monumento della pietà e del valor piemontese, dicendoci: Re, o leviti, quai novelli apostoli, a raccogliere e far conserva de' più scelti carismi del sacerdozio cristiano. (Guglielmo Audisio)
  • Oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto. (Giosuè Carducci)
  • Re Tentenna. (Domenico Carbone)
  • Religioso forse più che a militare si addicesse (se nella religion vera ecceder si possa), deferenza somma mostrò a' ministri del culto sacro; inflessibile osservatore della giustizia per sé fu altrui prono a clemenza e generoso; perspicace, forte, temperante, severa educazione con soavità d'affetti domestici ne' suoi temperò; sobrio e frugale fino a privarsi del necessario; corpo paziente del sonno e dei disagi non in campo solo ma pur nella Regia, involandosi ai sollazzi ma in umil cella riducendosi[2]. Mollezze e ozio ebbe a disdegno, sto per dire, la cura di se stesso, come in guerra si vide, nelle epidemie[3] e ne' travagli. Limosiniero e pio non sugli averi ma sull'amor del popolo fece tesoro. Ma queste virtù sono antiche nella sua Casa e durano nei figli. (Felice Daneo)

Note modifica

  1. Battaglia della prima guerra d'indipendenza italiana, svoltasi il 23 marzo 1849, conclusa con la completa vittoria dell'esercito austriaco su quello sardo.
  2. Io stesso ho visitata la cella del Re a Racconigi e a Pollenzo nei reali castelli e non potei trattenere la mia meraviglia, in vedendo come tanta semplicità si nascondesse accanto alle magnificenze della Corte; cosicché penetrandovi dalle sale sontuose, par di passare d'improvviso nell'umil ritiro di un monaco. [N.d.A.]
  3. Niuno ignora di quanta carità ed abnegazione desse prova Carlo Alberto nell'imperversar del Cholèra Asiatico a Genova, l'anno 1835, che vi accorse sollecito, e di sé dimentico, visitando i lazzaretti e provvedendo con molta cura alla salute pubblica. (V. Diari e scritti vari di que' tempi). [N.d.A.]

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