Blow
Blow
Titolo originale |
Blow |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2001 |
Genere | biografico, drammatico |
Regia | Ted Demme |
Soggetto | Bruce Porter |
Sceneggiatura | David McKenna, Nick Cassavedes |
Produttore | Ted Demme, Denis Leary |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Blow, film statunitense del 2001 di Ted Demme con Johnny Depp e Penélope Cruz.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- È cocaina colombiana, pura al 100%, signori e signori, una botta da discoteca. Pura come la neve che cade. (George Jung)
- Mi chiamo George Jung, detenuto federale numero 19225004. Sono nato nel New England, nel Massachusetts, per essere precisi a Wai'anae. Questo sono io. E quello è Tonno, il mio migliore amico. Mio padre aveva una società di termoidranti. Aveva tre camion e dieci operai, e faceva lavori grossi. Era il mio idolo. [...] Papà era un gran lavoratore, per mia madre non guadagnava abbastanza. Sposandolo pensava di aver fatto un salto di classe. Lui le aveva promesso la luna ma aveva fatto fiasco. La verità era che gli affari andavano male, eravamo al verde. Per quanto mia madre se ne andasse di casa, per quanto lo avesse umiliato, lui se la riprendeva sempre. L'amava. Dio quanto l'amava. Per 10 anni mio padre si spezzò la schiena 14 ore al giorno, 7 giorni a settimana. Non gli importava, purché noi fossimo felici. Ma alla fine non guadagnava abbastanza. Inesorabilmente perdeva tutto. Fu la bancarotta. (George Jung)
- Sai George, è così che vanno le cose. A volte sei imbottito e a volte sei scannato. E quando se su, non è tutto bello come sembra. Vedrai, quando sei a terra, sembra che non risalirai più. Ma la vita va avanti. Non dimenticarlo. Mai confidare nei soldi: non sono la realtà. Sembra, ma non lo sono. (Fred Jung)
- Decisi in quel momento che io io non avrei fatto quella vita. Dovevo andarmene il più lontano possibile. Mi trasferii in California con Tonno l'estate del '68. Avevamo 300 dollari e una TR3 nera. Era un altro mondo rispetto a casa: era il paradiso. Prendemmo una monocamera proprio sualla spiaggia, non era un granché, ma aveva i suoi vantaggi. La California era diversa da tutto quello che conoscevo. La gente era emancipata, indipendente, piena di nuove idee. Usavano espressioni come "una svolta, allucinante, che sballo". Le ragazze erano bellissime. E sembravano che facessero tutto lo stesso lavoro. [l'hostess] E tutti si facevano con gli spinelli. (George Jung)
- Non siamo sbirri, siamo del Massachusetts. (George Jung)
- Sai i 50 mila che ti avevo promesso? Non li ho trovati. Te ne ho portati 75 mila. (George Jung)
- In tutta onestà non penso di aver commesso un crimine, anzi mi sembrerebbe illogico e irresponsabile che lei mi condannasse alla prigione, perché se ci pensa bene che ho fatto in fondo?! Ho varcato una linea immaginaria con un pacco di piante!! Voi mi chiamate fuori legge, dite che ho rubato, ma dov'è la cena di Natale per chi è sfollato? Eh? Dici di cercare qualcuno mai debole ma sempre forte, che raccolga fiori nella buona e nella cattiva sorte, uno che apra tutte le porte ma non sono io Babe, eh... no no no... non sono io quello che cerchi, It ain't me you're lookin' for, babe... Mi segue? (George Jung)
- Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, e che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle. (George e Fred Jung)
- Danbury non era una prigione. Era una scuola di crimine. Io entrai con un diploma in marijuana, ne uscii con un Dottorato in cocaina. E dopo 16 mesi ero di nuovo un uomo libero. (George Jung)
- Quando si trasporta droga oltre il confine, l'idea è mantenere la calma. Io lo faccio pensando a qualcosa di piacevole: una feste divertente, un momento di trionfo, un incontro sessuale... mi proietto interamente in quella situazione, una specie di meditazione trascendentale. Il trucco è immaginare ogni minimo dettaglio, qualsiasi cosa distolga la tua mente dal fatto che finirai in galera per un bel pezzo se ti trovano quei 15 chili di neve nella valigia. (George Jung)
- El Padrino. El Signor Pablo Escobar. Per quelli che hanno vissuto sulla luna negli ultimi 20 anni, il capo, il boss di tutta la baracca, "El mágico". (George Jung)
- La cocaina esplose nella cultura americana come una bomba atomica: partì da Hollywood e si estese fino all'east-coast in un attimo; si facevano tutti, ma dico proprio tutti. Inventammo noi il mercato, praticamente se sniffavi coca alla fine degli anni settanta o nei primi anni ottanta c'era un'85% di possibilità che provenisse da noi. (George Jung)
- Mirtha diventò la mia compagna di vita, bella, passionale e matta quanto me, era capace di farsi quanto un uomo e amare come una donna. C'era solo un problema: io sarei sempre stato un gringo per il cartello. Mirtha capovolse la situazione con due sole parole: LO VOGLIO. Sì anch'io! Avevamo il mondo ai nostri piedi. Eravamo giovani, ricchi e innamorati. Niente poteva fermarci. Era perfetto. (George Jung)
- Tu sei carne della mia carne, ti ricordi? Sei il mio bambino... Lo stesso bambino che si sarebbe buttato da una montagna se gli avessero detto che non lo sapeva fare. Non sei cambiato molto, vero? (Fred Jung)
- E tu sei il mio cuore... potrei vivere senza il mio cuore? (George Jung rivolto alla figlia)
- Ciao, papà... sai, mi ricordo una vita fa..quando ero poco più alto di un metro, pesavo al massimo 30 chili, ma ero ancora tuo figlio. Quei sabati mattina che andavo a lavorare col mio papà e salivo su quel grande camion verde. Mi sembrava che quello fosse il camion più grande dell'universo, papà. Mi ricordo quant'era importante il lavoro che facevamo, e che se non era per noi, la gente sarebbe morta di freddo. Per me tu eri l'uomo più forte del mondo, papà. Ti ricordi quei filmini quando mamma si vestiva come Loretta Young? E i gelati, le partite di football, Wayne e Tonno? Il giorno che partii per la California per poi tornare a casa con l'FBI che mi dava la caccia, e quell'agente dell'FBI che dovette mettersi in ginocchio per mettermi le scarpe, e tu dicesti "Quello è il tuo posto figlio di puttana: ad allacciare le scarpe a George". Quella si che fu bella... Fu veramente speciale. Ricordi, papà? E quella volta che mi dicesti che i soldi non sono la realtà? Be', vecchio mio, oggi ho 42 anni, e alla fine ho capito quello che tentavi di dirmi..tanti anni fa... ora finalmente l'ho capito... Sei il migliore, papà. Avrei soltanto voluto fare di più per te. Avrei voluto avere più tempo... Comunque... Che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle... Ti voglio bene, papà. Un bacio. George. (George Jung nel messaggio su un registratore per suo padre)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- George Jung: Papà.
Fred Jung: Che c'è?
George Jung: Diventeremo poveri? Perché io non voglio esserlo mai.
Fred Jung: Allora non lo sarai.
- Tonno: Ho avuto una pensata.
George Jung: Una pensata di cosa?
Tonno: Hai presente che ci chiedevamo cosa fare per i soldi? Cioè, visto che non ci va di trovare un lavoro?
George Jung: Allora?
Tonno: Guarda qua. [Tonno tira fuori della marijuana]
George Jung: Cos'è? Origano?
- George Jung: Il sistema è sbagliato. Ci facciamo il culo all'ingrosso, ma alla fine guadagnamo al dettaglio. Siamo intermediari di merda.
Tonno: E allora?
George Jung: Allora dobbiamo arrivare alla fonte.
Tonno: Alla fonte? E Derek?
George Jung: Anche lui è un intermediario. E poi è nostro socio. Quello che va bene a noi va bene a lui.
Tonno: Quindi ci serve una fonte? Dove la troviamo?
George Jung: Uno di voi due sa parlare spagnolo?
- George Jung: Sei arrabbiato con me?
Fred Jung: No.
George Jung: Sì che sei arrabbiato, lo vedo da come mi guardi.
Fred Jung: Non sono arrabbiato, George. Solo non capisco che stai facendo, non capisco le tue scelte. Sei ricercato dalla polizia, porca miseria.
George Jung: Lo so. Sono un grande in quello che faccio. Credimi, sono veramente un grande, papà.
Fred Jung: Voglio dirti soltanto questo: saresti stato un grande comunque, in qualsiasi cosa.
- Diego Delgado: Tu ce l'hai un sogno George?
George Jung: Si, cazzo, ce l'avrei se mi facessi dormire...
Diego Delgado: Tu ce l'hai un sogno. E per me puoi realizzarlo. Ma finora hai fallito... perché?
George Jung: Perché mi hanno beccato...
Diego Delgado: No, mi hermano. Hai fallito perché quello che avevi era il sogno sbagliato.
- Fred Jung: Va bene. Hai una famiglia... è bello se questo ti rende felice. È bello avere belle cose, George. Sei felice?
George Jung: Sì, al momento sono felice papà...
Ma alla fine ne valeva la pena? Dio santo... com'è irrimediabilmente cambiata la mia vita. È sempre l'ultimo giorno d'estate e io sono rimasto fuori al freddo senza una porta per rientrare. Lo ammetto ho avuto una buona dose di momenti intensi. Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani. Nel corso della mia esistenza ho lasciato brandelli di cuore qui e la. E ormai quasi non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita. Ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta. (George Jung)