Augusto Minzolini

giornalista, politico e opinionista italiano

Augusto Minzolini (1958 – vivente), giornalista e politico italiano.

Augusto Minzolini al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia nel 2015

Citazioni di Augusto Minzolini modifica

  • Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. [...] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico. (citato in Il Politico non ha un privato parola di Augusto, la Repubblica, 20 ottobre 1994)
  • Per spiegare preventivamente che non c'erano i presupposti d'urgenza sul decreto, Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di «apoteosi del decisionismo», un j'accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all'intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo. «La lettera di Napolitano – ha spiegato il Cavaliere – è la cosa più irrituale che mi è capitata di vedere. Ci ha bocciato il decreto prima ancora che lo presentassimo. Invece, la responsabilità del decreto di fronte alla Costituzione è del governo. Quello del Quirinale è un atto di forza che tende a mettere sotto tutela il governo. Tanto più su un provvedimento necessario senza il quale perpetueremmo una sorta di omissione di soccorso. Leggere la lettera di Napolitano piena di cavilli, precedenti e normative mi ha fatto venire un brivido alla schiena, lo stesso che mi provocò la lettura di un'iscrizione sulla facciata di un tribunale: fiat iustitia, pereat mundus – sia fatta giustizia e perisca il mondo. Per me una vita umana è più importante di mille cavilli. (citato in Il rilancio di silvio, la Stampa, 7 febbraio 2009)
  • Il premier ha capito che un'opposizione sbandata, che per sopravvivere deve risalire nei sondaggi (nell'ultimo a sua disposizione al Pdl vengono accreditati il doppio dei voti del Pd), è pronta a giocare – sono sue parole – «la carta del tanto peggio tanto meglio». Soffia sul fuoco, dipinge la situazione a tinte foschissime, crea le condizioni per cui i titoli di Stato italiani diventino meno appetibili di quelli di altri paesi concorrenti. Spera, insomma, che una «rivolta sociale», che «la piazza» la sbarazzi del Cavaliere. «In questa operazione – ha spiegato il premier – l'opposizione è supportata dai soliti media che sono arrivati addirittura a pompare un personaggio come Franceschini». (citato in La grande crisi. Le misure del governo, la Stampa, 7 marzo 2009)
  • Nel cortile di Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi è un uomo felice. Gli hanno confermato da poco che il congresso ha fatto salire ancora di più i sondaggi del Pdl (sul palco ha parlato del 44% ma spera che l'ultima giornata lo porti a sfiorare il 45%) dimostrazione che l'idea di un partito del «paese», della «gente», degli «italiani», «né di destra, né di centro, né di sinistra» come ha detto lui stesso, cammina, si fa largo nell'opinione pubblica. Un'operazione condotta con un approccio alla politica diverso improntato sul governo («la politica del fare») e, ovviamente, con un linguaggio diverso. (citato in È nato il PDL, la Stampa, 30 marzo 2009)
  • Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del «fare». (citato in Il piano giapponese del premier operaio, la Stampa, 9 aprile 2009)
  • Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. È avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. È accaduto più volte in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli Savonarola. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi. (al Tg1 del 22 giugno 2009, in risposta ai richiami del presidente Rai, Paolo Garimberti[1])
  • [Su Bettino Craxi] Non ha bisogno di nessuna riabilitazione l'uomo che accettando coraggiosamente da socialista e riformista gli euromissili, contribuì, insieme a Reagan e a papa Woityla, a mettere in crisi l'URSS, che disse di no agli americani nella crisi di Sigonella e affrontò i referendum sulla scala mobile. Il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e di ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Addirittura Helmut Kohl riunì le due Germanie e poi finì sotto processo. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista. (dal Tg1 del 12 gennaio 2010)
  • [Sul TG1] Siamo il baricentro del Paese: raccontiamo i problemi, ma evitiamo di dare un’immagine catastrofista dell’Italia, immagine che non esiste. I risultati dimostrano che la mia linea editoriale sta avendo ragione, non penso di cambiarla e non ne vedo il motivo – ha aggiunto. Sono arrivato nel giugno scorso e in questi mesi ho dovuto anche ‘soffrire’ le difficoltà del passaggio al digitale che hanno influito sugli ascolti. Eppure un tg visto principalmente da ultrasessantenni adesso si sta ringiovanendo, è scesa l’età media dei telespettatori.[2]
  • [Sul giornalismo italiano] [...] chi non si adegua alla sinistra viene emarginato.[3]
  • Io faccio un tigì oggettivo! ... E adesso seguiremo Monti esattamente come si deve seguire un Presidente del Consiglio. (Corriere della Sera, 19 novembre 2011)
  • Signor Presidente, signori senatori, certo mi sarebbe piaciuto avere in quest'Aula il Capo del Governo, pardon il Capo dello Stato, che – scusate il lapsus freudiano – è il vero Capo di questo Governo. Ormai in questo sistema semipresidenziale, introdotto surrettiziamente nella nostra Repubblica, il Presidente della Repubblica fa un po' tutto: indica più o meno le linee programmatiche che deve seguire il Governo; sceglie i Ministri; indica quelli che se sbagliano si devono dimettere e quelli che, per non mettere in crisi il quadro politico, invece, non debbono dimettersi (la vicenda Cancellieri docet)[4]. Infine, è sempre lui che decide, o si arroga il diritto di decidere, che per ora di elezioni non si può parlare. A lui che ci siano le condizioni necessarie per andare avanti nella legislatura importa poco: sono quisquilie. Come è una quisquilia che la Consulta abbia scoperchiato il vaso di Pandora sulla legge elettorale, lanciando un'ombra sulla legittimità di questo Parlamento: e naturalmente su quello che ha deciso in passato ma, tanto più, su quello che deciderà in futuro.[5]

Citazioni su Augusto Minzolini modifica

  • Bersani insiste su una grande campagna porta a porta in autunno. Può anche andare, ma dovremmo avere qualcosa da dire: perchè non è che il porta a porta lo possiamo fare contro Minzolini. Alla gente di Minzolini non frega niente. (Matteo Renzi)
  • L'unico problema di Minzolini è che dovrebbe dire più esplicitamente che Raiuno sta con il governo. (Giorgio Clelio Stracquadanio)
  • La faziosità di Augusto Minzolini al Tg1 non è più tollerabile. (Andrea Ronchi)
  • Nella scelta delle notizie, di fatto, il giornale di Minzolini sceglie di non raccontare più il paese. Ogni giorno, pur di non dare conto della realtà, viene dedicato spazio a notizie che dire leggere è poco. Il risultato è la rappresentazione di un Paese finto, come fosse di plastica. Le prese in giro mi fanno vergognare come un'assassina. Io ho provato a combattere certe scelte, senza successo. Mi sono trovata in riunione certi pezzi senza poter far nulla. Eppure lo stesso Minzolini, quando gli ho chiesto di togliermi dalla conduzione, mi disse di restare, perché il marketing della Rai non avrebbe mai approvato una cosa simile. (Maria Luisa Busi)
  • Scodinzolini. (Marco Travaglio)

Note modifica

  1. Critiche al Tg1, interviene Garimberti Minzolini attacca in video- Il Pd: "Incredibile", la Repubblica, 23 giugno 2009.
  2. Citato in Per Minzolini il TG1 è “il baricentro del paese”, ilpost.it 10 giugno 2010.
  3. Ad un convegno a Roma del 26 ottobre 2022. Citato in I media di B. all'attacco, L'Espresso, 25 ottobre 2010.
  4. Il riferimento è alla vicenda dei rapporti tra il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri la famiglia Ligresti.
  5. Citato in Resoconto stenografico della seduta n. 150 del 11 dicembre 2013 - Senato della Repubblica - Legislatura XVII. Roma, 11 dicembre 2013.

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