Antico Egitto

antica civiltà sviluppatasi sulle rive del Nilo

Citazioni sull'Antico Egitto e gli egizi.

  • Anche se gli antichi egizi consideravano i gatti divinità, non esistono prove concrete di un'interazione affettiva tra quella popolazione e i felini. I gatti furono ammirati per ragioni estetiche, ma raramente – pare – presi in considerazione, vezzeggiati e coccolati. (Jeffrey Moussaieff Masson)
  • [Gli egizi] avevano osservato che l'anima di ciascun animale, non appena sciolta dal corpo, era razionale, conoscitrice del futuro, capace di vaticinare e di fare tutto ciò che anche l'uomo, libero dal corpo, poteva fare. Perciò, giustamente, li onoravano e si astenevano dal cibarsi di essi per quanto potevano. (Porfirio)
  • Di primo acchito, la civiltà egiziana dà l'impressione di un insieme coerente, cui una durata fuori dell'ordinario conferisce un posto del tutto particolare nella storia dell'umanità. Essa sembra apparire, già formata, verso la metà del IV millennio a.C., per dissolversi soltanto alla fine del IV secolo d.C., e questi circa quaranta secoli lasciano l'impressione di una stabilità immutabile, raccolta intorno ad una istituzione politica che nulla, neppure le invasioni, ha mai messo in crisi. (Nicolas Grimal)
  • Finora non si sono rinvenute notazioni di musica egiziana antica, cosicché dobbiamo limitarci a trarre conclusioni dalle figure di quei tempi e dalle notizie date in proposito dagli scrittori greci, notizie che naturalmente datano da epoche posteriori. A quanto sembra, la musica serviva allora sopratutto per dare maggiore solennità al culto: le processioni solenni lungo i viali delle sfingi e delle statue di Osiride, fino al «Sancta Sanctorum» del tempio, erano precedute da cantori e suonatori; nelle esequie solenni, i cantori enumeravano le gesta ed i meriti del defunto, con accompagnamento di musica e di danze pantomimiche: la musica infine serviva pure ad accrescere la pompa delle processioni guerresche, delle feste d'incoronazione, dei conviti. La musica si trova però sempre associata alla poesia ed alla danza, e, a quanto sembra, la supposizione, che questi popoli abbiano avuto una musica istrumentale indipendente, non ha alcun fondamento. (Hugo Riemann)
  • Gli Egizi possono essere considerati come quel popolo presso il quale lo spirituale si separa dal corporeo. Presso di loro comincia la negatività interna; la differenza dello spirito si fissa di contro al corporeo. Essi per primi affermarono che l'anima è immortale, si separa dal corpo. Questa separazione determina anche il rapporto dell'architettura, che ora diventa il corpo per quell'anima immortale. Le tombe racchiudono in sé questa separazione; l'architettonico si finalizza a qualcosa che è significativo per sé, per qualcosa di soggettivo. Qui hanno il loro luogo le tombe e le piramidi. Queste ultime sono cristalli, che albergano al loro interno uno spirito defunto. Hanno camere e corridoi, qualcosa di simbolico, che in parte rappresenta le strade che l'anima deve percorrere. Tali tombe possono essere considerate simili a quel che noi ci rappresentiamo come tempio: le tombe sono sempre venerate come santuario. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
  • Infatti non soltanto tra gli Egizi e i Siriani, ma anche tra gli Elleni c'era un elemento di santità nell'astenersi dal mangiare pesce. (Plutarco)
  • Ma gli antichi egizi credevano che si potesse creare un profumo assolutamente al di fuori del comune, aggiungendo solo una nota in più una sorta di essenza decisiva, che avrebbe risonato e dominato su tutte le altre. Un'antica leggenda narra che fu rinvenuta un'anfora dentro l'antica tomba di un faraone, dicono che quando venne aperta si sprigionò una fragranza che dopo tutti quegli anni era rimasta intatta, un profumo di una soave bellezza, ma così potente che anche solo per un fugace momento qualunque persona lo annusasse pensava di trovarsi in paradiso. (Profumo - Storia di un assassino)
  • [Gli egizi] non adoravano Giove, come lui fusse la divinità, ma adoravano la divinità come fusse in Giove. (Giordano Bruno)
  • Se volessimo caratterizzare la civiltà egiziana in un sol monumento, cos'altro potremmo scegliere se non una tomba? Tombe sono le grandi piramidi; alle tombe si connettono i templi funerari; dalle tombe viene gran parte dei resti archeologici e dei documenti che ci consentono di ricostruire la cultura dell'antico Egitto. Ma tutto ciò deve avere un significato suo proprio; e questo significato è il valore dominante che per l'antico egizio ha la vita futura. Ben più che presso ogni altro popolo orientale, il problema di essa permea il suo pensiero. E, quant'è ancor più essenziale, questo problema trova per la prima volta una soluzione definita ed organica, attraverso la fede nella retribuzione delle opere compiute in vita e la fissazione dei termini in cui tale retribuzione deve operarsi. (Sabatino Moscati)
  • [Gli egizi] sono così lontani dall'uccidere uno solo degli animali, ch'essi fanno delle loro figure immagini degli dèi perché li considerano prossimi e apparentati agli dèi e agli uomini. (Teofrasto)
La celebre stele di Rosetta

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