Anita Pallenberg
modella, attrice e stilista italiana (1944-2017)
Anita Pallenberg (1942 – 2017), modella, attrice e stilista italiana.
Intervista di Alain Elkann, lastampa.it, 4 settembre 2016.
- Mario Schifano è stato il mio primo ragazzo, frequentavo artisti, intellettuali e il mondo del cinema. Ci vedevamo al Caffè Rosati: c’erano Furio Colombo, Giorgio Franchetti, Cy Twombly, Giulio Turcato. Era molto amica della cantante Gabriella Ferri, che mi ha insegnato il romanesco.
- [Come ha conosciuto Brian Jones?] Avevo 22 anni e stavo lavoravo come modella in Germania e il fotografo mi consigliò il concerto del Rolling Stones a Monaco di Baviera: non erano ancora famosi, non avevano scritto Satisfaction. E ho conosciuto Brian, che parlava tedesco ed era molto colto.
- [Come mai passò da Brian Jones a Keith Richards?] Eravamo amici e stavamo insieme. Ci facevamo un sacco di acidi, ma Brian li reggeva male, aveva degli incubi. Quando ci beccarono a Londra decidemmo di andare in Marocco e Brian iniziò a diventare violento. Finì in ospedale. Così io e Keith lo lasciammo lì e a questo punto iniziò la nostra relazione.
- Il primo film l’ho fatto quando ero con Brian, lui ha scritto la musica con Jimmy Page. Era un film di Volker Schlöndorff, Un macello. Poi ho recitato in Barbarella con Jane Fonda. Il regista era Roger Vadim. Facevamo una sola ripresa al giorno attorno alle 6,30 di sera. Era così noioso aspettare, probabilmente mi sono data alle droghe per quello. Vadim era divertente. Pensava di essere un ragazzino e si comportava come un ragazzino. Jane Fonda era molto professionale, ha avuto una vita molto tragica. Keith veniva a trovarmi e Jane si innamorò di lui. Dopo il film venne a casa nostra in Cheyne Walk a Londra dove avevo avuto Marlon, mio figlio, e Keith non la fece entrare. Diceva che gli ricordava sua zia.
- Era tempo di hippy, ma io non sono mai stata una hippy. Mi ricordo che rimasi scioccata dalle ragazze hippy che camminavano a piedi nudi in Kings Road. In Italia solo i poveri camminavano senza scarpe. Londra era un piccolo gruppo snob di persone che lavoravano nelle gallerie... artisti, musicisti... alcuni aristocratici.
- [Perché vi siete lasciati con Keith?] Perché i figli sono cresciuti: la cosa difficile con Keith è che dormiva tutto il giorno, e idealmente avrei dovuto stare con i bambini tutto il tempo. Non avrei potuto reggere i tour senza l’aiuto delle droghe. Quando sono rimasta sola ero felice di potermi gestire le mie droghe. Ho avuto alcuni fidanzati, ma niente di serio. Poi ho iniziato a disintossicarmi. Ero anche un’alcolista molto malmessa e mi ci sono voluti vent’anni per uscirne. Sono andata in un centro per tossicodipendenti, alle riunioni degli Alcolisti Anonimi e tutto il resto».
- [Pensa ancora alla droga?] È il grande amore della mia vita. È una storia d’amore a cui ho dovuto rinunciare. Ma non avevo scelta: ero rimasta sola, la mia famiglia non voleva più vedermi. Ero disgustosa, aggressiva, bevevo un sacco. Ero astiosa, non ero un’ubriaca felice. Volevo vivere. Volevo avere cura di me stessa. La gente moriva, c’era l’Aids. Era un periodo cupo.
- [Qualche rimpianto?] Non ne ho. Mi piaceva di più prima, quando non esisteva il politicamente corretto e ci si annoiava molto meno.
Filmografia
modifica- Dillinger è morto (1969)
Voci correlate
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