Anime
neologismo con cui nel mondo si indica l'animazione giapponese, mentre in Giappone l'animazione in generale
Citazioni sugli anime.
- – Chiamami Otacon [...] Vuol dire Otaku Convention. Un Otaku è un ragazzo a cui piacciono i film d'animazione giapponesi. Il Giappone è stata la prima nazione che è riuscita a realizzare dei robot bipedi. Ancora oggi sono i migliori in tutto il mondo nel campo della robotica.
– E i cartoni animati giapponesi hanno avuto un ruolo in tutto questo?
– Proprio così [...]. Sono diventato uno scienziato perché volevo dare vita a dei robot uguali a quelli dei cartoni animati giapponesi. (Metal Gear Solid) - È bene ricordare che negli anni Ottanta e Novanta i cartoni giapponesi era il capro espiatorio delle incomprensioni generazionali. Gli adulti non capivano i gusti dei ragazzi (non accade mai, peraltro) e si accanivano contro quei cartoni che avevano una sola colpa, anzi due: quella di avere invaso i palinsesti pomeridiani per ragazzi azzerando l'industria italiana del film d'animazione. (Luca Raffaelli)
- I cartoni sono un'altra cosa in Giappone: tanto per cominciare non sono considerati affatto prodotti per bambini. Piuttosto, la vastità del successo dei manga e dell'anime ha fatto sì che nascessero produzioni differenziate per età e gusti. (Luca Raffaelli)
- Non esistevano i famosi computer che secondo qualcuno venivano usati per realizzare i cartoni animati. Ogni fotogramma era disegnato prima a mano su carta e poi realizzato da disegnatori umani. Siccome però, per risparmiare, Tezuka aveva inventato il metodo del riutilizzo degli sfondi e quello delle scene ripetute, qualcuno pensò che fossero fatte dalle macchine. (Yoshiko Watanabe)
- Non so se è il caso di dirlo ai bambini ma Candy Candy non è più vergine, e anche sull'orfana-pastora svizzera Heidi, è lecito a questo punto nutrire qualche sospetto. Il sesso irrompe nei cartoni animati giapponesi: sconvolge le caste dive d'un tempo, turba i robots più ferrei, inquina la mente degli scienziati più ascetici. [...] C'è tutto, nel menu di questi cuochi d'immagini: pruriti adolescenziali e pedofilia gay, sussurri e occhiate, desideri e frustrazioni. L'erotocartoon, come lo chiamano i giapponesi, ha ridato vita e vigore commerciali a un genere che dopo l'indigestione della robotica e delle cenerentole rivisitate, cominciava a perdere pubblico e soldi. (Vittorio Zucconi)
- Un pugno distruttivo di un eroe giapponese non è nulla al confronto della violenza verbale che a volte si respira nelle case. [...] E se gli adulti se la prendessero tanto con i cartoni giapponesi perché sospettano di essere i cattivi contro cui i bambini combattono insieme agli eroi? (Luca Raffaelli)