André Malraux

scrittore e politico francese

André Malraux (1901 – 1976), politico e scrittore francese.

André Malraux nel 1974

Citazioni di André Malraux modifica

  • Alla domanda «che cos'è l'arte?» siamo portati a rispondere: «Ciò attraverso cui le forme diventano stile».[1]
  • [Ospite di Maxim Gorky presso Mosca nel 1934] Bevo alla salute di un assente la cui presenza si fa oggi sentire qui a ogni istante: Lev Davidovic Trotsky.[2]
  • È difficile essere un uomo. Ma non lo è di più diventarlo approfondendo la propria comunione invece che coltivando la propria differenza – e la prima nutre almeno con altrettanta forza della seconda ciò per cui l'uomo è uomo, ciò per cui supera se stesso, crea, inventa o si concepisce.[3]
  • [Su Sheikh Mujibur Rahman] Gli europei commettono l'errore di vedere in lui una specie di Gandhi o di Nehru... Mujibur ha un piglio carismatico. Quando va in giro per il Paese, crede che tutto sia fantastico perché ogni volta gli mettono in scena accoglienze grandiose. Riesce a creare un'atmosfera appassionata: "Il Bangladesh vincerà!", e via dicendo. Ma la cosa è tutt'altro che sicura. È un uomo puro, non ne dubito. In lui non c'è corruzione, ma nello Stato sì, e le difficoltà sono gigantesche.[4]
  • [...] il primo carattere dell'arte moderna è di non raccontare.
[...] le premier caractère de l'art moderne est de ne pas raconter.[5]
  • In Francia, generalmente, gli intellettuali non sono capaci neppure di aprire un ombrello.[6]
  • L'arte è un antidestino.[7][8]
  • L'arte non è una sottomissione ma una conquista.[9]
  • L'uomo è ciò che fa.[10][8]
  • La vera barbarie è Dachau; la vera civiltà è prima di tutto la parte dell’uomo che i campi di concentramento hanno voluto distruggere.[11]
  • Una grande attrice è una donna capace di incarnare un gran numero di personaggi dissimili fra loro; una diva è una donna capace di provocare un gran numero di sceneggiature simili fra loro.[12]
  • Una star non è in alcun modo un'attrice che fa il cinema. È una persona capace di un minimo talento drammatico il cui viso esprime, simbolizza, incarna un istinto collettivo. Marlene Dietrich non è un'attrice come Sarah Bernhardt: è un mito come Frine.[13]

I conquistatori modifica

Incipit modifica

«Lo sciopero generale è stato proclamato a Canton
Da ieri è affisso questo dispaccio radio, sottolienato in rosso.
Fino all'orizzonte l'Oceano Indiano immobile, lucido, laccato, – senza solchi. Il cielo tutto nuvole informi fa pesar su di noi un'atmosfera di cabina da bagno, ci immerge in un'aria densa, satura d'acqua calda. E i passeggeri camminano brevemente sul ponte, attenti a non allontanarsi troppo dalla tabella bianca dove tra pochi minuti verranno incollati i dispacci giunti nella notte.

Citazioni modifica

  • Ho imparato che una vita non vale nulla e che nulla vale una vita.
J'ai appris qu'une vie ne vaut rien, mais que rien ne vaut une vie.
  • Oh, ci sarà da divertirsi quando i nostri cari bolscevichi si troveranno sulle spalle i vari terroristi che stanno istruendo!... (p. 42)
  • L'anarchia, vecchio mio, si ha quando il Governo è debole, non quando non c'è Governo. (p. 87)
  • Le idee son fatte per essere sviluppate! (p. 109)

La condizione umana modifica

Incipit modifica

Tsevrenis modifica

Avrebbe tentato di sollevare la zanzariera? O avrebbe colpito attraverso la stoffa? L'angoscia gli torceva le viscere; conosceva bene la propria fermezza, ma in quel momento la valutava con una coscienza ottusa, affascinato com'era da quel mucchio di mussola bianca che cadeva dal soffitto su un corpo meno visibile di un'ombra e da cui usciva soltanto quel piede, mezzo inclinato nel sonno, ma vivo, carne d'uomo. L'unica luce veniva dal palazzo vicino: un grande rettangolo bianco tagliato dalle sbarre della finestra, una delle quali rigava il letto proprio sotto il piede, come per metterne in rilievo il volume e la vita. Quattro o cinque clacson stridettero contemporaneamente. L'avevano forse scoperto? Ah, poter combattere, combattere un nemico che si difende!

[André Malraux, La condizione umana, traduzione di Sonia Bay Tsevrenis, Garzanti, 1967.]

Ferrarin modifica

Avrebbe tentato di sollevare la zanzariera? Avrebbe colpito di traverso? L'angoscia gli torceva le viscere; conosceva bene la propria fermezza, ma in quel momento la valutava con ebetismo, affascinato da quel mucchio di mussolina bianca, che dal soffitto cadeva su un corpo meno visibile di un'ombra e da cui non usciva che quel piede mezzo curvato dal sonno, ma vivo, carne d'uomo. L'unica luce veniva dal building vicino: un grande rettangolo d'elettricità tagliato dalle sbarre della finestra, una delle quali rigava il letto proprio sopra il piede, come per mettere in rilievo il volume e la vita. Quattro o cinque clackson stridettero contemporaneamente. L'avevano forse scoperto? Quale liberazione sarebbe stata combattere un nemico che si difende!

[André Malraux, La condizione umana, traduzione di A. Radames Ferrarin, CDE, 1976.]

Citazioni modifica

  • Di ogni persona, possediamo soltanto quello che riusciamo a cambiare in lei. (1967, p. 44)
  • La donna è sottomessa all'uomo come l'uomo è sottomesso allo Stato; e servire l'uomo è cosa meno dura che servire lo Stato. Viviamo forse per noi stessi? Noi non siamo nulla. Viviamo per lo Stato nel presente, e per l'ordine dei morti nei secoli... (1967, p. 45)
  • Il marxismo non è una dottrina, è una volontà; esso rappresenta per il proletariato e per i suoi uomini – che siete voi – la volontà di conoscersi, di sentirsi come tali, di vincere come tali: non dovete essere marxisti per aver ragione, ma per vincere senza tradirvi. (1976, p. 69)
  • L'amplesso col quale l'amore mantiene attaccati gli esseri l'uno all'altro contro la solitudine, non porta il suo aiuto all'uomo, ma al pazzo, al mostro incomparabile, preferibile a ogni cosa, che ogni essere è per se stesso e che blandisce nel proprio cuore. (1976, p. 79)
  • Gli uomini non sono i miei simili; sono coloro che mi osservano e mi giudicano; i miei simili sono quelli che mi amano e non mi osservano. che m'amano contro ogni cosa, che m'amano contro il decadimento, contro la bassezza, contro il tradimento, che amano me e non quel che ho fatto, che mi ameranno finché mi amerò, fino al suicidio, anche nel suicidio... (1993, p. 53)

Citazioni sul libro modifica

  • Al suo apparire La condizione umana suscitò una sorte di stupefazione. A rileggerlo oggi, si ritrovano in esso ragioni della sua fortuna: una grandezza letteraria incontestabile, scaltra, modernissima e una grande esperienza di un mondo remoto. In realtà, questo libro tocca il proletariato e l'individuo. (A. Radames Ferrarin)

La speranza modifica

Incipit modifica

Fruttero & Lucentini modifica

Un frastuono di autocarri carichi di fucili copriva Madrid.

Giovanni Pacchiano modifica

Un rombo di camion carichi di fucili copriva Madrid tesa nella notte d'estate.

Citazioni modifica

  • "E il Cristo?"
    "È un anarchico che ha avuto successo. È il solo. [...]" (parte I, 1)
  • Un'azione popolare [...], o una rivoluzione, o anche un'insurrezione, conserva la sua vittoria solo con una tecnica opposta ai mezzi che gliel'hanno conferita. E talvolta anche opposta ai sentimenti. (parte I, 1)
  • Non ci sono cinquanta modi di combattere, ce n'è solo uno, è quello di vincere. Né la rivoluzione né la guerra consistono nel sentirsi a proprio agio con se stessi! (parte II, 2)
  • Non si fa politica con la morale, ma [...] non si può nemmeno farla senza. (parte I, 2)
  • Non si può fare un'arte che parli alle masse quando non si ha niente da dirgli. (parte I, 1)

La Via dei Re modifica

Incipit modifica

Ecco che, ora, entrava in lotta l'ossessione di Claude: egli guardava ostinatamente il viso di quell'uomo, tentava di decifrarvi alla fine qualche espressione, nella penombra in cui lo lasciava la lampada rossa accesa alle sue spalle. Forma indistinta come i fuochi della costa somala perduti nell'intensità del chiaro di luna dove scintillavano le saline... Un tono di voce di un'ironia insistente che gli pareva perdersi anch'essa nell'oscurità africana, raggiungervi la leggenda che attorno a quella sagoma confusa facevano aleggiare i passeggeri avidi di pettegolezzi e di colpi di fortuna; la trama di chiacchiere, di romanzi e di fantasticherie che accompagna i bianchi che furon mischiati alla vita degli Stati asiatici indipendenti.[14]

Citazioni modifica

  • No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello – questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede... «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». [...] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano... (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone – che chi non la conosce chiama avventura – se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco... Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno... [La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42]
  • Lei non immagina cosa sia il destino limitato, ineluttabile, che ci cade addosso come un regolamento su un prigioniero; la certezza che saremo così e non altrimenti, che siamo stati così e non altrimenti, e quello che non abbiamo avuto non lo avremo mai. E, alle spalle, tutte le nostre speranze, speranze che abbiamo nel sangue come non avremo mai nessun essere vivente... [ibidem, pag. 62]
  • Forse non è più difficile morire per se stessi che vivere per se stessi, ma ho i miei dubbi...È quando inizia il decadimento che bisogna uccidersi, ma è proprio quando inizia il decadimento che si ama di nuovo la vita ... [ib. pag. 103]
  • Ma proprio perché ho accettato di perdere finanche la mia morte ho potuto scegliere la mia vita [ib., pag. 114]

Psicologia dell'arte modifica

  • L'incarnazione più alta di un artista si fonda egualmente sul rinnegamento dei suoi maestri e sull'annientamento di tutto ciò che lui stesso era stato un tempo.
  • La scoperta dell'arte, come ogni conversione, è la rottura di un rapporto anteriore fra un uomo e un mondo.
  • Ogni creazione è, all'origine, la lotta di una forma in potenza contro una forma imitata.
  • Ogni arte è una rivolta contro il fato.
Tout art est lutte contre le destin.[15]

Citazioni su André Malraux modifica

  • Ha accettato dei compromessi, ma per scelta, non per disciplina imposta dall'alto. Non ha sacrificato le amicizie alla ragione di partito (quella con Drieu è, in proposito, una delle più belle pagine della letteratura francese). È entrato negli anni Quaranta da destra senza essere né liberale né nazionalista. Non è stato un ministro della Repubblica, ma il ministro di de Gaulle, ha fatto politica, ma per l'idea e non per un carriera. Malraux... C'è chi l'ha definito il più fascista degli scrittori francesi, ed è un'affermazione paradossale che contiene molti elementi di verità. E d'altra parte è sua, nell'Espoir, la più lucida indicazione di cosa sia un fascista, una volta spogliato di tutti gli orpelli della storia e della cronaca: «Un homme actif et pessimiste à la fois, c'est ou ce sera un fasciste, sauf s'il a une fidélité derrière lui». (Stenio Solinas)
  • Lo spettacolo d'una mente che non conosca tabù è sempre un grande spettacolo umano. (Jacopo Darca)
  • Malraux, pasciuto di Nietzsche, computa i suoi «pericoli». Tutto è eccitazione, avventura: poi, ministro. (Elias Canetti)
  • Parafrasando potremmo dire che la febbre di chiarezza in Malraux ci commuove più delle sue opere – mezzo preparatorio a fargli esprimere un "messaggio" non semplicemente livresque. (Jacopo Darca)
  • Romanziere, saggista e memorialista, Malraux è sopra tutto uno scrittore ideologico. Ha soddisfatto i desideri culturali del nostro tempo (come uomo di lettere, voglio dire, non come ministro) prodigandogli la soddisfazione di quei «placebo» intellettuali che sono la formula-lampo che sintetizza ogni complessità; l'idea metaforica dove si ricongiungono Stendhal e Mao-Tse, Marx e Budda. (Jean-François Revel)

Note modifica

  1. Da Les voix du silence; citato in Dizionario delle citazioni.
  2. Citato da Marco Cicala sul Il Venerdi di Repubblica, 14 marzo 2008.
  3. Da Nota dell'autore ne Il tempo del disprezzo, traduzione di Caterina Manfredi, Passigli, Firenza-Antella, 1998, p. 93. ISBN 88-368-0504-3
  4. Citato in Bruce Chatwin, Che ci faccio qui?, Adelphi Edizioni spa, 2012, ISBN 8845971082
  5. Da Le Musée imaginaire, Gallimard. Citato in (FR) Jean-Yves Dournon, Dictionnaire des citations françaises, Solar, Parigi, 1997, p. 88. ISBN 2-263-02458-1
  6. Citato in Bruce Chatwin, Che ci faccio qui?, traduzione di Dario Mazzone, Adelphi, Milano, 2012. ISBN 9788845971082
  7. Da Les voix du silence, IV, VII.
  8. a b Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  9. Citato da Marco Cicala sul Il Venerdi di Repubblica, 14 marzo 2008.
  10. Da Les noyers d'Altenburg.
  11. Da Antimemorie, V, traduzione di Liliana Magrini e Lia Bruna, Bompiani, Firenze-Milano, 2022. ISBN 978-88-587-9710-5
  12. Citato in appendice a Samuel Grafton, L'uomo che si fece inghiottire, I Romanzi del "Corriere", N. 30, 1957.
  13. Citato in Morando Morandini, Non sono che un critico. Il ritorno, Editrice Il Castoro, Milano, 2003, p. 92.
  14. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
  15. Da Psychologie de l'art, Vol. 2, p. 144, 1947.

Bibliografia modifica

  • André Malraux, La condizione umana (La condition humaine), traduzione di Sonia Bay Tsevrenis, Garzanti, 1967.
  • André Malraux, La condizione umana, traduzione di A.R. Ferrarin, CDE, 1976.
  • André Malraux, I conquistatori (Les conquérants), traduzione di Jacopo Darca, BCM, 1954.
  • André Malraux, La speranza, traduzione di Giovanni Pacchiano, Bompiani, Milano, 2020. ISBN 978-88-587-8968-1
  • Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644
  • Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.

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