Alessandro Antinelli

giornalista e telecronista sportivo italiano

Alessandro Antinelli (1974 – vivente), giornalista e telecronista sportivo italiano.

Citazioni di Alessandro Antinelli

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  Citazioni in ordine temporale.

  • La prima Olimpiade che ricordo è Los Angeles '84 e quindi Carl Lewis perché sono rimasto folgorato davanti alla televisione. [...] vinse sia il salto in lungo, sia i 100, sia la staffetta. In quell'Olimpiade che fu molto bella, nonostante il boicottaggio dell'URSS, ricordo che, anche se ero piccolo, cominciai a capire cos'erano i Giochi olimpici.[1]
  • [...] il ricordo più bello risale alle Olimpiadi di Atene 2004 ed è la vittoria di Stefano Baldini nella Maratona. Erano i miei primi Giochi Olimpici e nell'ultimo giorno di gare Baldini vince la gara regina nella patria delle Olimpiadi, nello stadio Panathinaiko. Dove tutto è iniziato nelle Olimpiadi moderne. Non posso descriverti cos'è stato per me. Può sembrare patetico oggi ma tutti i colleghi che vedevano i pass con la scritta "Italia" venivano a farmi i complimenti perché un italiano, mio connazionale, aveva vinto la gara più importante. È un ricordo che è indelebile.[1]

Silvio Bagnara (a cura di), metropolitanmagazine.it, 10 dicembre 2020.

  • Nasco telecronista, anzi, nasco cronista, inviato, cosa che sono tuttora, ma ho sempre avuto questa idea di raccontare. Lo sport è stato la valvola di sfogo più facile per farmi arrivare e affermare, un trampolino di lancio, è stato tutto abbastanza normale anche se complesso, con gli anni di gavetta difficili. Questa è stata la mia carriera, lo sport mi da gioia, una gioia enorme, raccontare i grandi eventi di sport mi provoca una gioia grande, perché se sei stato uno sportivo e giocato a certi livelli, certe dinamiche le capisci un po' meglio.
  • [...] io mi aspetto sempre tanto da Modena, perché Modena è Modena, è il Dio della pallavolo, e i ragazzi che sono a Modena [...] devono dare quel qualcosa in più [...], lo devi a tutti quei stupendi tifosi che hanno una passione senza fine.
  • Se tu chiedi ai ragazzi degli anni '90, la "Generazione di Fenomeni" per intenderci, voi siete i fenomeni? Ti risponderanno: "No, noi siamo la generazione degli operai, noi eravamo quelli che non contavano niente, che arrivavano tredicesimi, settimi, ottavi a tutti i tornei, ma che poi abbiamo lavorato come delle bestie in palestra e abbiamo vinto!!"
  • [...] ho nostalgia, perché quando si giocava con il pallone bianco, era impensabile che un centrale non sapesse palleggiare o fare un bagher. Oggi vedi centrali fortissimi in attacco, battuta o muro, ma non sanno fare un palleggio o un bagher. Prima non era accettabile. Per la cura della tecnica siamo indietro e mi piaceva di più quella pallavolo.
  • Il cambio palla comportava che il più forte vinceva, senza se e senza ma. Con il rally point le cose sono cambiate, giocando tutto su due/tre punti, sui dettagli, con set molto più corti, non è detto che il più forte vinca sempre, aggiunge imprevedibilità e televisivamente parlando, è un qualcosa in più.

Intervista di Massimo Galanto, tvblog.it, 10 giugno 2024.

  • La Nazionale è il massimo, per chi ci gioca e per chi fa il mio mestiere. [...] La Nazionale su Rai1 ti permette di entrare nelle case degli italiani, ti fa diventare uno di famiglia, come fossi un vecchio amico. È una cosa speciale, me la voglio tenere stretta.
  • [«[...] lei ha fatto anche il bordocampista, qual è la postazione migliore per seguire la Nazionale?»] Da studio è la più completa: vedi il campo dall'alto, ma anche il monitor splittato, con le immagini dedicate ed esclusive, hai un controllo maggiore. A livello di emozione, però, il bordocampo è la cosa più bella del mondo. A Wembley, quando Donnarumma ha parato il rigore a Saka nella finale di Euro 2020 [...], io, unico giornalista Rai presente a bordocampo, ero a cinque metri da loro.
  • [Su Daniele Adani] Qualcuno lo ritiene divisivo. Per me è il numero 1, nell'analisi della partita e nel bucare il video. Ha una gigantesca onestà intellettuale che rende forte le sue opinioni. Non ha filtri, lui dice esattamente quello che pensa. Il suo pensiero può dividere, ma è bravo. È un telecronista come ce ne sono pochi in giro: non sbaglia un giocatore, si accorge delle variazioni tattiche in un nano-secondo, ha la lettura delle partite, centra sempre il punto giornalistico e sa tenere i tempi televisivi perfettamente.

Twitter.com – profilo ufficiale

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  • [Su Gian Piero Galeazzi] Hai cambiato la Tv e rivoluzionato il mestiere di giornalista sportivo. Qualsiasi cosa o qualsiasi sport tu abbia fatto sei diventato il punto di riferimento. Come te nessuno. [...] Andiamo a vincere.[2]
  • Non ho capito una cosa: Se il virus era stato creato per eliminarci perché poi hanno creato il vaccino per eliminarci? Non riescono ad eliminarci?[3]
  • Poco oltre la linea della paura c'è il coraggio. Molto oltre c'è Sofia Goggia.[4]
  1. a b Dall'intervista di Federico Mariani, ESCLUSIVA – Antinelli e le Olimpiadi: "Il momento più bello della mia vita", azzurridigloria.com, 8 gennaio 2016.
  2. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 12 novembre 2021.
  3. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 21 settembre 2021.
  4. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 15 febbraio 2022.

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