Aleksandr Aleksandrovič Alechin

scacchista russo (1892-1946)

Aleksandr Aleksandrovič Alechin, conosciuto anche come Alexander Alekhine o Alechine (1892-1946), scacchista russo naturalizzato francese.

Aleksandr Alechin

Citazioni di Aleksandr Alechin

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  • Capablanca è stato sottratto troppo presto al mondo scacchistico. Con la sua morte abbiamo perso un grandissimo genio, di cui non vedremo mai più l'eguale. (citato in Vasilij Panov, Capablanca mito intramontabile, traduzione e note al testo di Fabio Molin, Prisma editori, Roma, 1999, cap. 5, p. 90)
  • [Prima del match mondiale di Buenos Aires 1927] Non riesco a immaginare come io possa vincere sei partite contro Capablanca, ma ancor meno riesco ad immaginare come egli possa vincerle contro di me.
I can't imagine how I can win six games playing with Capablanca, but still less can I imagine how he can win those six games. (citato in Max Euwe, From Steinitz to Fischer, ed. Sahovski Informator, pag. XXII)

Citazioni su Aleksandr Alechin

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  • [Nel torneo di Sanremo del 1930] Alechine, da poco vincitore su Bogoljubov[1], era in gran forma e giocò concentratissimo: la sua formidabile preparazione teorica lo portò quasi regolarmente in vantaggio fin dall'apertura e la sua straordinaria abilità tattica, sorretta da una visione sicura delle più recondite possibilità strategiche di ogni posizione, fece il resto. Travolse quasi tutti: imbattuto, con 13 vittorie e 2 patte, staccò il secondo classificato Nimzowitsch di tre punti e mezzo, massacrandolo nell'incontro diretto in una partita che si trova da allora in tutte le antologie. (Storia degli scacchi in Italia)
  • [Dopo il secondo incontro per il titolo mondiale, vinto da Alekhine, nel 1937] Alekhine ha ristabilito la sua reputazione di più forte giocatore di scacchi vivente, ed ha confermato di essere anche il più grande scacchista di tutti i tempi. (Max Euwe)
  • Alexander Alekhine è uno di quei giocatori che si sono avvicinati agli scacchi in modo «normale». Non fu certo un bambino-prodigio, ma imparò a giocare nonostante ciò in tenera età. Il suo sviluppo come scacchista fu pari e parallelo alla propria maturazione giovanile: ricevette una buona educazione e visse da persona intelligente, culturalmente realizzata, anche se gli scacchi occuparono in modo costante i suoi pensieri dall'infanzia fino agli ultimi giorni di vita. (Aleksandr Aleksandrovič Kotov)
  • Davanti alla scacchiera, Alechin era così, spontaneo che, come intravedeva qualche combinazione, era incapace di nascondere le sue emozioni. Quando vi era una posizione complicata, dopo aver effettuato la sua mossa si alzava ed iniziava a girare attorno al tavolo come un nibbio. (Michail Moiseevič Botvinnik)
  • Ho incontrato molte volte Alekhine sulla scacchiera e sebbene in quel periodo io giocassi abitualmente contro i più forti giocatori del mondo, una partita con lui aveva sempre qualcosa "in più", era quasi un test particolare. Perché? Perché Alekhine aveva un modo diverso di considerare gli scacchi, rispetto a tutti gli altri maestri. Quando si giocava con lui, si era certi che si sarebbe sempre impegnato con tutte le proprie forze, profondendo nel gioco tutto il suo "sapere", e cercando di creare, come un vero artista, un capolavoro. Non sottovalutava mai l'avversario, in nessuna occasione giocava superficialmente, e, quel che è essenziale, cercava sempre di elaborare il piano di gioco più profondo e interessante. Anche se la sua posizione in classifica non lo rendeva necessario, lottava comunque per l'iniziativa, per "vincere", impiegando tutte le sue energie nella partita. (Paul Keres)
  • Molte persone che lo conobbero scrissero, nei loro ricordi, del suo brio e del suo fascino, del suo talento di conversatore e della sua generale amabilità (tranne, naturalmente, davanti alla scacchiera). C'era, tuttavia, un altro lato della sua personalità che con il passar degli anni, divenne sempre più evidente, e verso la fine lo fece apparire come un personaggio di qualche tenebroso e terribile romanzo russo. (Al Horowitz)
  • [Riferendosi all'abbandono dell'Unione Sovietica, con la moglie, nel 1921] Per spiegare (ma ovviamente non per giustificare) questa e molte altre sue azioni, dobbiamo considerare la sua origine ed il suo stato sociale nella vecchia Russia. Membro della nobiltà, uomo di grandi ricchezze (ereditò molte azioni dell'industria tessile materna), non accettò subito, come la maggior parte degli esponenti della sua classe, la Rivoluzione d'Ottobre. Al tempo stesso, però, amava il suo paese e non si decise facilmente a lasciarlo. (Aleksandr Aleksandrovič Kotov)
  1. Efim Bogoljubov (1889–1952), scacchista tedesco di origine ucraina. Disputò due match (1929 e 1934) per il Campionato del mondo contro Alechin, ma fu sconfitto entrambe le volte.

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