Adolfo L'Arco
Adolfo L'Arco (1916 – 2010), religioso e teologo italiano.
Citazioni di Adolfo L'Arco
modifica- [Su Giacomo Gaglione] Il giorno delle esequie è il trionfo di Giacomino. La forza pubblica a stento tiene a bada una ressa che inonda il cortile; per le scale si fa fatica a districarsi da coloro che con la forza sono riusciti a salire i primi gradini. Il popolo, nel senso profondo di questa parola, esce dalle case, anche le più lontane, di Capodrise e di Marcianise, per venire a rendere l'ultimo omaggio a Giacomino, formando due ali fino al cimitero, sotto una pioggia di fiori che cadeva da ogni balcone, da ogni finestra, dai tetti si può dire.[1]
La Donna del Sanctus
modificaAlba radiosa
Simone il Cireneo viene costretto dai soldati romani ad aiutare Gesù nel trasporto della croce verso il Golgota. Marco si mostra ben informato su di lui e ne nomina i figli che evidentemente dovevano essere noti ai lettori romani: Alessandro e Rufo.
Rufo, figlio di Simone, è probabilmente lo stesso che Paolo saluta nella lettera ai Romani. È possibile che Rufo occupasse un posto importante nella comunità cristiana di Roma, poiché l'Apostolo lo dice «eletto nel Signore».
Canal S. Bovo è una piccola borgata alpina, capoluogo della Valle del Vanoi. Nel 1829 una tremenda alluvione disfece il villaggio e trascinò le macerie a valle. Il giovane muratore Domenico Micheli dalle macerie della chiesa sottrasse il grande Crocifisso e, superando la distanza di una decina di chilometri, lo portò sulle spalle a Imèr, dove pose la sua dimora.
Durante le calamità naturali si pongono in salvo i propri tesori. Dunque per quel giovane muratore il Crocifisso era il suo tesoro! Domenico Micheli con il Crocifisso sulle spalle richiama il Cireneo che il Vangelo ricorda così: «Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce».
Citazioni
modifica- Forse la gratitudine è il parametro della grandezza umana. (p. 55)
- La grazia si chiama grazia perché è data gratis, altrimenti si chiamerebbe premio, ma la grazia suppone la gratitudine altrimenti si estingue. Questo è vero davanti a Dio e davanti agli uomini. (p. 55)
- Il capolavoro della bestialità umana è già stato perpetrato: abbiamo ucciso Dio! (p. 66)
- La Chiesa, come ha detto Giovanni Paolo II, respira con due polmoni: l'oriente e l'occidente. È sempre lo Spirito Santo che vivifica con l'ossigeno della sua grazia l'uno e l'altro polmone!
Nell'ottica occidentale la suora di madre Serafina è l'amica degli Angeli, nell'ottica orientale è la donna del Sanctus. (p. 94-95)
Gesù sotterra un chicco di grano
modificaLA GRAN DAMA
28 luglio 1957. Due suore del Patrocinio di S. Giuseppe intervistano ad Aulnay una vecchietta che ha conosciuto la loro Fondatrice: Céline Page, piccola di statura, magra, con due occhietti vivaci che brillano sul volto rugoso e colorito; ha 91 anni ma conserva un vivo ricordo di tutto.
– Conobbi Madre Le Dieu quando avevo 8 anni. Ella venne ad Aulnay con tre bambini e due suore. La chiamavano «la gran dama» perché era assai buona e tutti desideravano conoscerla.
Citazioni
modifica- La vocazione religiosa nell'anima sua rifulgeva come il sole, però si presentava bivalente: l'adolescente infatti si sentiva attratta simultaneamente dalla vita contemplativa e dalla vita missionaria. (p. 22)
- Iddio attrae con forza irresistibile; la grazia poi perfeziona, ma non affievolisce affatto il vigore della natura, sicché l'anima della cara figliuola era straziata da due forze che in quel caso agivano in senso opposto. (p. 30)
- Gesù è vittima e sacerdote. San Paolino da Nola diceva: «Vittima del suo sacerdozio e sacerdote della sua vittima». (p. 50)
- Nelle Comunità religiose le lingue diventano forbici, se non sono impegnate nella preghiera e nel lavoro, ed allora si salvi chi può. (p. 167)
- Il passato rivive nello squallore del presente. (p. 197)
Note
modificaBibliografia
modifica- Adolfo L'Arco, Gesù sotterra un chicco di grano, Torlupara di Mentana, 1975.
- Adolfo L'Arco, La Donna del Sanctus, Laurenziana, Napoli, 1990.
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