Walter Tobagi

giornalista e scrittore italiano (1947-1980)

Walter Tobagi (1947 – 1980), giornalista e scrittore italiano.

Citazioni di Walter Tobagi

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  • La sconfitta politica del terrorismo passa attraverso scelte coraggiose: è la famosa risaia da prosciugare. Tenendo conto che i confini della risaia sono meglio definiti oggi che non tre mesi fa. E tenendo conto di un altro fattore decisivo: l'immagine delle Brigate rosse si è rovesciata, sono emerse falle e debolezze. E forse non è azzardato pensare che tante confessioni nascano non dalla paura, quanto da dissensi interni, laceranti sull'organizzazione e sulla linea del partito armato.[1]

Citazioni su Walter Tobagi

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  • Mio padre era soprattutto tre cose: un giornalista inviato speciale del Corriere della Sera, una figura importante del sindacato dei giornalisti, nel 1978 era diventato presidente dell'Associazione lombarda dei giornalisti, la più numerosa della categoria, è stato uno storico e come ricercatore si è occupato della storia del sindacato, scrivendo vari saggi e articoli. Come giornalista aveva una cifra particolare, che gli veniva proprio dalla sua formazione storica, era per così dire uno storico del presente, che ha raccontato tanti aspetti della società e della politica italiana dal 1968 all'80. Ha attraversato e raccontato quegli anni cruciali. Ed ha vissuto all'interno del Corriere negli anni più difficili della sua storia. Papà vi entra alla fine del '76, e dal 1977 all'81 il quotidiano si trovò nella sfera d’influenza e controllo della loggia massonica P2. E nelle annotazioni di mio padre ritroviamo anche i segni delle interferenze dei poteri occulti sulla linea del giornale. (Benedetta Tobagi)
  • Walter Tobagi non aveva che trentatré anni, ed era forse il miglior prodotto della sua leva, non soltanto professionalmente. Era d'idee (forse anche di tessera) socialiste, ma moderate, in tono col suo carattere fermo ma mite, con la sua solida cultura, con la sua etica di galantuomo. Si era occupato, come tutti, di terrorismo, ma facendolo da cronista coscienzioso e maturato qual era, di stile efficacissimo per le sue fresche coloriture, ma sobrio, asciutto e allergico a ogni sensazionalismo. L'unico motivo che può aver richiamato su di lui le pistole dei killers è la carica, che ricopriva, di presidente dei giornalisti lombardi. O forse nemmeno quella. Probabilmente hanno scelto Tobagi solo perché era uno dei bersagli più indifesi, un tiro a bersaglio fermo e scoperto, com'era nelle preferenze di questi eroi dell'agguato. Tobagi non aveva altra scorta che la sua innocenza. (Indro Montanelli e Mario Cervi)
  1. Da Non sono samurai invincibili, Corriere della Sera, 20 aprile 1980; citato in Dino Messina, Montanelli, Tobagi, Casalegno: quando a zittire la stampa non bastavano le pistole, corriere.it, 8 maggio 2018.

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