Verismo
corrente letteraria italiana
Citazioni sul verismo, movimento letterario.
- Il naturalismo ed il verismo – due brutte parole che stanno a indicare due bruttissime scuole od orientamenti letterari. (Guido Manacorda)
- Il programma del verismo, che richiedeva un'arte impersonale, fredda, scientifica, giovò più agli italiani meridionali, siciliani, abruzzesi, napoletani e romani, che non ai lombardi e ai piemontesi, agendo da salutare contravveleno sui temperamenti sensuali e fantastici pei quali il romanticismo era un pericolo. (Karl Vossler)
- Il verismo fu assai più modesto: si contentò di ritrarre la mediocre realtà circostante, e specialmente la piccola e grande borghesia italiana, con la maggiore fedeltà che potesse; e, quindi in particolar modo nella rappresentazione drammatica, si compiacque di far passare dinanzi allo spettatore, figure e figuri d'uomini e di donne di dubbia o almeno rilassata moralità. di ristretta mentalità d'ideali gretti e meschini. Ma, come nessun romanziere verista italiano è ispirato ed animato dal rivoluzionarismo socialista zoliano, e il Verga stesso ci fa intravedere appena un sentimento di simpatia verso gli umili e i diseredati: così, nessun drammaturgo nazionale dello stesso periodo, mostra di possedere quello spirito di supremo disprezzo e di feroce demolizione che è in Becque[1]. In verità, il commediografo verista italiano rimane sempre essenzialmente borghese: il suo borghesismo potrà apparire talvolta superiore a quello comune, anzi, diciamo che, appunto perché è d'un artista e però d'un uomo non volgare, apparirà il più delle volte, superiore al comune; ma in fondo, egli resta sempre nella cerchia dell'idealità borghese. (Luigi Tonelli)
- Mentre il romanticismo è agli ultimi aneliti, la concezione scientifico-naturalistica del mondo ha creato un'arte nuova, che in Italia suole designarsi col nome di verismo. Come i maggiori pensatori di questa scuola, i filosofi del positivismo, non erano italiani, ma tedeschi inglesi e francesi, così anche l'arte corrispondente si manifesta come imitazione più che altro, dei francesi, ed in ispecie di Zola[2]. (Karl Vossler)
- Ora il verismo era malfamato in Italia; il verismo per molti era sinonimo di trivialità e di meccanismo; il verismo era un movimento fuori delle tradizioni paesane; il verismo intonava l'arte ad uno sperimentalismo scientifico, quasi davvero essa fosse un momento anteriore dello spirito umano destinata ad essere assorbita dalla facoltà logica e scientifica della mente; il verismo insomma era la moda di oltralpe, l'immoralità zoliana[2], la vita bruta, il trionfo della fotografia, l'arte positivamente documentata! (Luigi Russo)
- Si disputa, da un po' in qua, del verismo con tanto calore, come se si trattasse di materia del tutto nuova. Nuova è bensì la parola, ma la cosa è antica quanto ogni arte bella e le letterature in ispecie; che fin da Omero (per non risalire anche più addietro) vi sono stati sempre scrittori, che hanno tolto i soggetti e le ispirazioni direttamente dalla natura, come ve ne sono stati sempre, e in maggior copia, dei pedissequi agli altri, o accademici, o comunque s'abbia a chiamarli. La novità sta in questo; che gli odierni seguaci e sostenitori del verismo vogliono che l'arte debba rappresentare tutta e sola la natura, qualunque essa sia, e specialmente la natura materiale e sensuale. Per quanto un tale concetto venga a restringere miseramente l'ufficio dell'arte, pure v'è di buono, che la richiama al culto della natura; e perciò il ragionare che si fa oggi del verismo non può dirsi inutile. La critica se ne avvantaggia e progredisce, e, ciò che soprattutto rileva, probabilmente ne guadagnerà l'arte stessa. (Giovanni Mestica)
Note
modifica- ↑ Henry François Becque (1837 – 1899), drammaturgo francese.
- ↑ a b di Émile Zola (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del naturalismo, dal quale il verismo prese ispirazione.