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Niccolò Ugo Foscolo (1778 – 1827), poeta italiano.
- All'ombra de' cipressi e dentro l'urne | confortate di pianto è forse il sonno | della morte men duro? (da Dei Sepolcri)
- Amor fra l'ombre e inferne | seguirammi immortale, onnipotente. (da Meritamente)
- Anche la Speme, | ultima Dea, fugge i sepolcri. (da Dei Sepolcri)
- Breve è la vita, e lunga è l'arte. (da Che stai?)
- Che è mai l'uomo? Il coraggio fu sempre dominatore dell'universo perché tutto è debolezza e paura. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità. (da Ultime lettere di Iacopo Ortis)
- E in te beltà rivive, | l'aurea beltate ond'ebbero | ristoro unico a' mali | le nate a vaneggiar menti mortali. (da All'amica risanata)
- Forse perché della fatal quïete | tu sei l'immago a me sì cara vieni | o Sera! (da Alla sera)
- Saggi brevi a cura di Franco Rella, Giorgio Agamben, Feltrinelli Nuovi Materiali, Prima edizione, 1982 (testo completo su Wikisource)
- Il coraggio non deve dare diritti per soperchiare il debole.
- Il disprezzare non è da tutti.
- Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.
- In tutti i paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorte: i pochi che comandano; l'universalità che serve; e i molti che brigano.
- Io non odio persona alcuna, ma vi son uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità. (dall'Epistolario)
- L'odio è la catena più grave insieme e più abietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo. (da Il gazzettino del bel mondo)
- La noia proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire; o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.
- La fama degli eroi spetta un quarto alla loro audacia; due quarti alla sorte, e l'altro quarto, ai loro delitti. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Le sciocche e laide abitudini sono le corruzioni della nostra natura. (dall'Epistolario)
- Ma se danza, vedila! Tutta l'armonia del suono scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso della sua bocca.
- Noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che giovano alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve.
- Pentimenti sul passato, noja del presente, e timor del futuro; ecco la vita. La sola morte, a cui è commesso il sacro cangiamento delle cose, promette pace. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava.
- Sciagurati coloro che, per non essere scellerati, hanno bisogno della religione (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Se gli uomini si conducessero sempre al fianco la morte, non servirebbero sì vilmente.
- Sente assai poco la propria passione chi sa troppo minutamente descriverla.
- Te dunque, o Bonaparte, nomerò con inaudito titolo LIBERATORE DI POPOLI E FONDATORE DI REPUBBLICA. Così tu alto, solo, immortale, dominerai l'eternità, pari agli altri grandi nelle gesta e ne' meriti, ma a niuno comparabile nella intrapesa di fondare nazioni. (da Orazione a Bonaparte per il congresso di Lione, 1802)[1]
- Tu non altro che il canto avrai del figlio, | o materna mia terra, a noi prescrisse | il fato illacrimata sepoltura.
Note
modifica- ↑ Citato in Luciano Canfora, Esportare la libertà, cap. II, p. 25.
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Collegamenti esterni
modifica- Approfondimento 1.
- Approfondimento ai sonetti con testo integrale.
- Prose (1912, 1913 e 1920), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza.
- Opere di Ugo Foscolo, testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza.