Francesca Cavallo (1983 – vivente), scrittrice italiana.

Francesca Cavallo nel 2017

Intervista di Fulvio Paloscia, repubblica.it, 22 maggio 2022.

  • So che sembrerà assurdo, ma ho scritto questo libro soprattutto per gli altri. Alla fine agli incontri con i lettori delle Bambine ribelli spesso mi sono sentita fare domande personali, dove mi si chiedeva di raccontare pezzetti della mia vita. E alle mie parole notavo una risposta emotiva fortissima da parte del pubblico. Sommando questo alla constatazione di quanta forza ha esercitato il racconto di donne che hanno contrastato ogni possibile tentativo di irregimentazione, ho capito quanto anche la mia vita potesse ispirare altre persone. Ho sentito che era arrivato il momento di dare a chi leggerà il libro gli strumenti per evadere, io che nella mia vita sono evasa tante volte.
  • [L'evasione più dura qual è stata?] Le prigioni di cui parlo nel libro sono invisibili, sono celle che non si vedono e che non vengono nominate dagli altri. Visualizzare quelle sbarre e a trovare un varco è stato un bell’esercizio per le fughe successive.
  • [Il coming out non si fa una volta sola, ma è lungo una vita, lei scrive.] Ma anche noi omossessuali non abbiamo necessariamente la vocazione al martirio, e proviamo sempre un tremore interiore rispetto al giudizio del prossimo. Una società che costringe una parte dei cittadini ad essere erculei per sopravvivere è sbagliata, mostruosa.
  • [Nel libro sottolinea più volte come spesso i membri della comunità lgbtqi+ sono i primi a nutrire pregiudizi verso la loro identità sessuale.] Quando parlo del mio essere lesbica non intendo approfondire in pubblico le mie preferenze sessuali, ma la mia identità di donna che ama le donne, e di una parte di cittadinanza senza ragione troppo spesso discriminata in materia di diritti
  • [Ho un fuoco nel cassetto è un libro politico?] [...] avere avuto vent’anni nella Puglia di Vendola presidente della Regione e di Minervini assessore alle politiche giovanile ha significato stringere contatti con un sistema che è stato il primo ad investire su di me, e dove la retorica non è stata di odio, ma di speranza.
  • [Scrittura come testimonianza, dunque.] Ho preferito raccontare a cuore aperto la mia esperienza anche nei risvolti imbarazzanti, negli errori, nei fallimenti. Perché la mia vulnerabilità può spingere il lettore a riflettere sul suo tallone d’Achille. Nel tentativo di operare un cambiamento nella vita intorno a noi c’è sempre rivoluzione, e la rivoluzione non è perfetta.

Storie della buonanotte per bambine ribelli

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Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi![1]

Citazioni

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  • [Prefazione] Ora che questo libro è nelle vostre mani, proviamo solo speranza ed entusiasmo per il mondo che stiamo costruendo insieme. Un mondo in cui il genere non determinerà la grandezza dei nostri sogni o le mete che possiamo raggiungere. Un mondo in cui ciascuna di noi sarà in grado di dire con certezza: «lo sono libera». (p. 9)
  • [Su Alek Wek] «Siete bellissime. Va bene essere strane, va bene essere timide. Non dovete seguire la corrente»
  • [Su Ada Lovelace] «E se costruissimo una macchina in grado di fare calcoli più complicati? E se la macchina potesse suonare la musica e mostrare le lettere oltre che i numeri?» (p. 8)
  • [Su Ameenah Gurib-Fakim] «Ogni volta che abbattiamo una foresta perdiamo un intero laboratorio. Un laboratorio che non recupereremo più.» (pp. 11-12)
  • [Su Amelia Earhart] «Sono molto consapevole dei rischi. Voglio farlo perché voglio farlo. Le donne devono tentare di compiere le stesse imprese che hanno tentato gli uomini. Se falliscono, il loro fallimento dovrà essere una sfida per altre donne.» (pp. 12-13)

«Qualunque sia l'età, la religione o l'etnia, lo sport fa bene a tutti» dice. «Crea pace e unisce le nazioni.»

  • [Su Amna Al Haddad] «Anche di fronte alle più grandi sfide, non abbandonare mai i tuoi sogni. Più insisterai, più ti avvicinerai a ottenere quello che desideri. Quando le cose diventano difficili, tu diventa ancora più forte». (pp. 13-14)
  • [Su Ann Makosinski] «E se inventassi una torcia che si alimenta con il corpo? [...] Dopotutto, i nostri corpi irradiano un sacco di energia sotto forma di calore.» (pp. 14-15)
  • [Su Anna Politkovskaja] «Perché vuoi rischiare la vita?» le chiese una volta suo marito. «Il rischio fa parte della mia professione» rispose lei. «So che potrebbe succedermi qualcosa. Ma io voglio soltanto che i miei articoli rendano il mondo migliore.» (pp. 15-16)
  • [Su Zaha Hadid] Zaha era fatta così. Le piaceva superare i limiti, fare le cose che tutti gli altri consideravano impossibili. Era così che aveva creato un genere di edifici che nessun altro avrebbe mai potuto immaginare. (pp. 95-96)
  1. Citato in Alle bambine ribelli di tutto il mondo, filastrocche.it, 17 maggio 2017

Bibliografia

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Voci correlate

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