Ed McBain
Evan Hunter (1926 – 2005), nato Salvatore Lombino, scrittore e sceneggiatore statunitense. Ha inoltre utilizzato gli pseudonimi di Richard Marsten, Hunt Collins, Ezra Hannon e Curt Cannon.
Citazioni di Ed McBain
modificaAria chiusa
modificaIn una stanza d'affitto a forma di trapezio ed arredata senza gusto, uguale a molte altre ammobiliate a New York, con due ampie finestre che davano sulla facciata dell'edificio, lavorava un giovane seduto a un tavolo.
Dalle finestre aperte entrava, a guardare le tende, una mite brezza primaverile. Un letto, un sofà, una poltrona ricoperta di chiniz a farfalle e un camino a mensola completavano l'arredamento.
Citazioni
modifica- Il matrimonio era del tipo di cui, più tardi, i ragazzi parlarono come di un «brodetto genovese». Nessuno di loro era mai stato a Genova, ma l'espressione servì a qualificare i molti matrimoni italiani a cui avrebbero suonato nelle settimane e nei mesi che seguirono. Il «brodetto genovese» non doveva essere confuso con quello che consideravano un matrimonio di classe con servizio adeguato. Suonarono anche a molte di queste cerimonie, veramente eleganti, a confronto delle altre dove non c'era né servizio né veniva offerto whisky e tutto ciò che si serve in queste occasioni.
Al «brodetto genovese» si offrivano panini e birra, quest'ultima spillata da barilotti dietro il bar. (pp. 151 sg.)
Gladly, l'orsacchiotto strabico
modificaNello stato della Florida le leggi sul furto con scasso non badano al giorno o alla notte. Puoi introdurti a qualsiasi ora, questo non condiziona la pena. Ciò che conta è se sei armato o se aggredisci qualcuno: in questo caso si tratta di furto con scasso di primo grado e puoi finire dentro per tutto il resto della tua vita. Se per caso la struttura in cui ti introduci è un'abitazione, o se quando entri trovi qualcuno sul posto, allora si tratta di furto con scasso di secondo grado e possono metterti sottochiave fino a un massimo di quindici anni.
Gli amanti
modificaLunedì mattina.
Ottobre grigio e il brivido dell'alba nella casa e un cielo imbronciato che preme contro i vetri. I rumori dei bambini in cucina, Chris che tormenta David, il minore, e si burla di lui perché anche questa notte ha bagnato il letto.
Un altro giorno.
In questa casa vige un sistema, rigido come la continua cadenza dei minuti che segnano il tempo sul quadrante dell'orologio in camera da letto. C'è un sistema qui, egli pensò, e governa la gente che vive qui, e il sistema muta soltanto il sabato e la domenica, ma è un altro sistema, rigido e disciplinato come il primo.
Grande città violenta
modificaI detective non sapevano neppure che i due si conoscessero. Uno si trovava già nella gabbia dei fermati perché sventatamente aveva sparato a un piccolo droghiere coreano che si era opposto alla sua iniziativa di svuotargli la cassa. L'altro, che veniva portato in cella proprio in quel momento, era stato catturato mentre fuggiva dalla scena di una rapina a mano armata in un negozio di liquori, all'incrocio tra la Culver e la 12th.
Il rapporto scomparso
modificaIl tempo di risposta — dal momento in cui qualcuno chiamò il 911 dalla Martin Luther King Memorial Hall all'arrivo dell'auto 81 in servizio nel settore Boy dell'88° — fu esattamente di quattro minuti e ventisei secondi. Chiunque avesse sparato ormai se n'era andato da un pezzo, ma un testimone aveva visto una persona uscire di corsa dal vicolo sul lato est della Hall ed era ansioso di raccontare tutto alla polizia e, in particolare, alle troupe televisive che stavano per arrivare.
La bella e la bestia
modificaA Calusa, in Florida, le spiagge mutano con le stagioni. Quella che in maggio era un'ampia distesa di sabbia bianco nitido in novembre diventa una stretta striscia di alghe, conchiglie e legno contorti. Qui la stagione degli uragani è temibile sia per i danni che procura alle case sia per la distruzione che semina lungo le preziose coste del Golfo del Messico.
La trappola del gatto
modificaVenerdì 30 giugno – domenica 16 luglio
In tutto ha otto pazienti, equamente divisi tra quelli in analisi e quelli in terapia: i "divani" e le "poltrone," come spesso li definisce in privato con Helen. Complessivamente passa trenta ore la settimana allo studio. Be', naturalmente sono ore di soli cinquanta minuti, però nei dieci minuti tra un paziente a l'altro risponde alle telefonate, per cui l'ora lavorativa può essere considerata completa. Per il resto della settimana insegna e sovrintende al Mount Sinai, pochi isolati più su lungo la Quinta Avenue.
Le delusioni di Benjamin Smoke
modificaMi chiamo Benjamin Smoke.
Visto che il mio cognome, nella mia lingua, significa fumo, risparmiatemi per favore i luoghi comuni stantii e le battute di spirito insulse. Io discendo, e ne sono orgoglioso, da una stirpe di olandesi, uno dei quali arrivò in questo paese tre generazioni fa sfoggiando il nome di Evert Johannes van der Smoak. Un piccolo funzionario dell'ufficio immigrazione cambiò immediatamente il nome di mio nonno e lo tramandò ai posteri scrivendolo sul suo registro mutato in Everett Smoke.
Misfatti
modificaIl quadrante luminoso dell'orologio indicava le due e dieci di mattina. La pioggia era diminuita verso mezzanotte. Non sarebbe uscita se fosse continuato a piovere. Gli scrittori non lavorano sotto la pioggia, non vogliono bagnare le loro bombolette spray. Begli scrittori. Scribacchini era più esatto. Tutti che scarabocchiano sopra a quello che li ha preceduti. Continuano a scarabocchiare e a scarabocchiare, finché tutto quello che rimane di un bel muro bianco e pulito è un groviglio irto come filo spinato di parole e nomi che non si riesce neppure a leggere.
Money
modificaEntrambi gli uomini sulla stretta pista in terra battuta indossavano pantaloni e camicia bianchi, di cotone. In piedi accanto al Piper Warrior III, aspettavano che la donna consegnasse la valigetta d'alluminio chiusa a chiave. Cass la porse al più robusto dei due e li guardò andare verso la Mercedes-Benz blu che scintillava al sole sul bordo del campo di granoturco. Le portiere sbatterono nel silenzio e poi ci fu soltanto il rumore degli insetti tra gli alberi vicini, stentati e macilenti.
Nocturne
modificaIl telefono stava squillando, quando Carella entrò in sala agenti. Secondo l'orologio sulla parete erano le ventitré e quarantacinque minuti.
«Io me ne vado» annunciò Parker, infilandosi il cappotto.
Carella sollevò il ricevitore.«Ottantasettesimo, detective Carella.»
Ascoltò.
Hawes stava entrando nella sala, soffiandosi sulle mani.
«Arriviamo» disse Carella, e riattaccò. Hawes si stava togliendo il cappotto. «Tienilo» gli disse Carella.
Piccoli omicidi
modificaIncensurato
modificaStava seduto nel furgone della polizia, col bavero del giubbotto rialzato, un giubbotto di pelle nera con i bottoni d'argento. Aveva diciassette anni, i capelli neri corti ai lati e gonfi in alto, come una corona. Teneva la testa eretta perché sapeva di avere un bel profilo, le labbra strette come una lama di coltello, anche se era pronto a rispondere alla minima provocazione, le mani affondate nelle tasche, gli occhi grigi, fissi davanti a sé.
Pornofilm
modificaColpa di Harry, altrimenti staremmo ancora girando quel film. Ci tengo a specificare, tenetelo bene a mente, che io l'avevo detto fin dell'inizio che Harry non era la persona adatta. Harry è, fondamentalmente, un babbeo.
La prima volta
modificaQuando Randolph entrò con la prigioniera, gli agenti si stavano raccontando le solite barzellette.
Oltre le finestre chiuse dalle inferriate, ottobre aveva la luce calda e cupa di una moneta di rame e solo a tratti il sole colpiva il marciapiede.
Ogni mattina
modificaCanterellando tra sé, rastrellava la lunga spiaggia bianca. Guardava le barche da diporto che filavano veloci sul mare azzurro, le nuvole gonfie e bianche che si muovevano pigre nel cielo immenso. Il vento gli lambiva lo zucchetto di lana che portava in testa, gli accarezzava la pelle scura.
Una di meno
modificaCon un sorriso pigro e soddisfatto, appoggiata ai cuscini del letto, fumava. La spirale di fumo le saliva attorno al viso. Teneva gli occhi chiusi, forse aveva ancora sonno. Un tempo, mi erano piaciuti tanto quegli occhi assonnati, ora non mi piacevano più.
Baciami, Dudley
modificaStava pulendo il pesce sul lavello di cucina quando entrai dalla finestra con la 45 in tasca. Aveva un bel grembiulino con un merletto sulla pettorina. Quando mi vide, spalancò la bocca, morbida e piena, e gli occhi le si fecero più grandi. Io mi avvicinai al lavello, presi il pesce per la coda e glielo sbattei in faccia.
Un enigma cinese
modificaIl corpo della ragazza era riverso sulla scrivania accanto alla porta d'ingresso. Il ricevitore del telefono era staccato, come le fosse caduto di mano, e vicino c'era un'agenda aperta.
La scritta, sul vetro smerigliato della porta, diceva: SOCIETÀ NEWYORKESE ARAGOSTE. Era ripetuta sulla fila di finestre che davano su Columbus Avenue e il sole la rifletteva in tremolanti lettere d'ombra sul pavimento di legno.
L'intervista
modificaDopo l'incidente avvenuto in Sardegna, lei ha sempre rifiutato di concedere interviste...
Non avevo nessuna voglia di entrare anch'io a far parte del balletto.
Eppure, di solito, non disdegna la pubblicità.
Di solito no, ma questa storia della Sardegna è stata gonfiata oltre ogni limite e non c'è ragione che anch'io aggiunga legna al fuoco. Io do al pubblico film, non fatti di cronaca.
Rapporto su un incidente
modificaSul cadavere dell'agente avevano steso una coperta. Accanto all'ambulanza in attesa, un medico dell'ospedale fumava una sigaretta. Quando mi avvicinai, la buttò via.
«Sono l'agente investigativo Jonas» dissi.
«Dottor Mallaby. Buongiorno.»
«Come è morto?»
«Si è rotto l'osso del collo. Dev'essere stata un'automobile grossa. Ha anche il torace sfondato, probabilmente è stato colpito lì, poi è caduto, l'auto gli è passata sopra, il paraurti gli ha spezzato il collo e... ed è morto.»
Auto che scottano
modificaPerché il rischio era niente, ecco perché.
Adesso te lo spiego, John, ma almeno per una volta gradirei che mi lasciassi mettere quattro parole in fila, senza interrompermi. Sono già due mesi che sto con te in questo schifo di cella e tutto fa pensare che ci starò ancora tre armi prima di avere la libertà vigilata, ma ogni volta che cerco di spiegarti la bellezza del mio lavoro tu devi sentenziare che sarà stato anche un bel lavoro ma mi ha fatto finire in galera per furto aggravato.
Il testimone oculare
modificaAveva assistito a un delitto e quella scena gli si era affondata nelle buie fosse che erano i suoi occhi. Gli aveva stretto le labbra in una linea sottile e messo una contrazione nervosa sopra la zigomo sinistro.
Stava seduto su una panca, col cappello in mano e lo rigirava tra le dita.
E dietro il buio
modificaLa sua faccia era un brutto pezzo di gesso rosa, gli occhi due pozze di fango. Quel fango stonava con il gesso rosa. Il gesso rosa era brutto, ma quelle due pozze di fango lo rendevano ancora più brutto.
Natura morta
modificaErano le due del mattino, fuori diluviava e non era sgradevole stare seduto alla scrivania a bere un buon caffè caldo. Johnny si era tolto la giacca e si era rimboccato le maniche della camicia, ma aveva tenuto la tracolla con la 38 Special in dotazione alla polizia.
Un uomo felice
modificaSeduto al bancone del bar, Pete Charpens si guardò riflesso nello specchio, sorrise e disse: «Buon Natale!».
Veramente non era ancora Natale, ma lui lo disse ugualmente e gli piacque il suono di quelle parole. Sorrise ancora, alzò il bicchiere e ripeté: «Buon Natale!».
Piccolo omicidio
modificaAveva una faccina paffuta, gli occhi azzurri e tondi che ormai non vedevano più niente. Era in chiesa, distesa su un banco, con un braccio contorto sotto la schiena.
Le fiamme delle candele, vicino all'altare, le mettevano delle ombre danzanti sulla fronte e sulle guance. Era avvolta in una coperta rosa, scolorita, e sul suo collo bianco c'erano dei lividi viola.
Caldo
modificaAvevo ai piedi i mocassini, che erano contro il regolamento della Marina, e il caldo delle tavole del ponte passava attraverso le suole leggere e mi. bruciava i piedi, riempiendomeli di vesciche. Stavo seduto a poppa, davanti alla foschia della Baia di Guantanamo, a guardare quelli che, dalle altre navi, si tuffavano in mare.
Noi due soli
modificaUna chiamata come tante altre. Stavo parlando con Ed di un film che avevamo visto tutti e due, quando era entrato Marelli con un foglio in mano.
«Puoi occupartene tu, Art?»
Mi alzai di malavoglia. «Chi altro si è preso una coltellata? E da chi?»
Volo mortale
modificaFaceva freddo sulla Squak Mountain. Il vento fischiava tra i rami nudi degli alberi. Anche a tanta distanza, Davis sentiva il rombo sordo degli aerei che atterravano a Boeing e a Renton. L'albero era a circa settecento metri dalla vetta, il DC-4 l'aveva urtato e aveva continuato a volare.
La confessione
modificaHo detto: «Senti, io voglio solo la verità, Liz. Voglio solo sapere che accidenti sta capitando. Non posso ritrovarmi domani al distretto e non sapere che faccia fare. È una storia che va avanti da troppo tempo, i colleghi mi parlano alle spalle. Voglio potergli dire che si sbagliano.
La roulette russa
modificaIl ragazzo seduto davanti a lui era il suo nemico. Si chiamava Tigo e portava un giubbotto lucido, verde, con una striscia arancione sulle maniche. Quel giubbotto era per Dave la prova che Tigo era il suo nemico, era come se glielo gridasse in faccia: "Nemico! Nemico!".
Romance
modificaKling fece la sua chiamata da un telefono pubblico perché non voleva essere lasciato a piedi in un posto così pubblico come la sala agenti. Non voleva rischiare la possibile derisione da parte degli uomini con cui lavorava giorno e notte, degli uomini cui spesso affidava la sua vita. E non voleva neppure fare la telefonata in qualunque altro posto della stazione di polizia. C'erano telefoni pubblici a ogni piano, ma una stazione di polizia è come una piccola città e i pettegolezzi viaggiano in fretta. Non voleva che nessuno lo sentisse balbettare in cerca di parole, in caso di rifiuto. Sentiva che il rifiuto era una possibilità molto concreta.
Savage calibro 300
modificaAvrebbe potuto essere il 1937. L'umida sera di giugno, con i suoi marciapiedi lucidi di pioggia che riflettevano le luci colorate e intermittenti delle insegne, avrebbe potuto essere una sera di quell'anno.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]
Soldi facili
modificaJeffrey Talbot bussò alla porta e attese. Fissò le cifre metalliche attaccate al pannello e notò che al numero 2 mancava una vite. All'interno si udì un leggero tramestio.
Bussò di nuovo.
—Solo un minuto — la voce era bassa, ovattata.
Jeffrey si raddrizzò la cravatta, posando la pesante valigia sul pavimento accanto alla porta. Ripassò mentalmente il suo discorsetto, in fretta. Diede un'occhiata al nome scritto sul foglietto che teneva in mano: O'CONNOR.
Traditori
modificaIl direttore del Ninotchka era un malavitoso di nome Dominick La Paglia. Non esattamente un uomo d'onore, ma un delinquente legato alla mafia che aveva alle spalle una sfilza di arresti iniziata all'età di diciassette anni. Era finito dentro due volte, la prima per tentato omicidio, la seconda per spaccio di droga. Insisteva nel dire che il suo locale era pulito: non potevi comprare neppure un inalatore là dentro.
Tre topolini ciechi
modificaLa mattina ti svegli tra le lenzuola fradice, l'aria è greve di umidità, la linea rosso sangue del termometro è già sui venticinque gradi e sai che, prima che il giorno finisca, la temperatura toccherà i trentadue. In agosto il caldo è implacabile.
Tutti i pomeriggi piove, per cinque minuti o per un'ora. Torrenti di pioggia si rovesciano da un cielo gonfio è nero. L'asfalto fuma sotto l'assalto furioso della pioggia, esalando grandi nuvole di vapore. Ma la pioggia non porta refrigerio, e il caldo continua.
Ultima speranza
modificaOgni tanto la Florida può essere stupenda in gennaio.
Quando Matthew ci si era trasferito da Chicago, più anni prima di quanti potesse ricordare, Joanna era ancora una bambina e sugli alberi davanti a casa c'erano le arance. Lui usciva a raccoglierle per la colazione e Susan le spremeva, mentre Joanna nuotava nella piscina sul retro. I cardinali svolazzavano sugli alberi, l'aria era profumata, il cielo azzurro, la vita dolce e pigra e la Florida era tutto ciò che doveva essere.
Un'ombra sulla spiaggia
modificaMatthew si chiese cosa stesse facendo lì.
Sono un avvocato pensò. Cosa ci faccio qui, disteso per terra sotto la pioggia?[2]
Una città contro
modificaMichael stava spiegando alla donna dai capelli biondi che non era mai stato in quella parte della città. Per l'esattezza, era stato a New York solo altre due volte in vita sua, e in entrambe le occasioni al centro non si era neppure avvicinato.
«Ma ora lei è qui» obiettò la bionda, e sorrise. «A New York, e in pieno centro.»
Indossava un tailleur grigio di buon taglio, una camicetta bianca di seta, una sobria cravatta. Una cartella portadocumenti era posata sullo sgabello alla sua destra.
Uno spacciatore per l'87°
modificaL'inverno arrivò con l'irruenza di un attentatore anarchico.
Violento, urlante, ansimante, avvolse la città nel freddo, gelo i corpi e gelò i cuori.
Il vento fischiava sotto le grondaie e spazzava gli angoli delle case, facendo volare i cappelli e sollevare le gonne, accarezzando con dita gelide le cosce calde. La gente si soffiò sulle mani e rialzò i baveri e strinse le sciarpe Si erano lasciati ingannare dal lungo letargo autunnale, e adesso l'inverno li aveva colti di sorpresa battendo loro sui denti con nocche di ghiaccio.
Vedove
modificaEra stata brutalmente pugnalata e ferita più volte di quante Carella volesse immaginare.[2]
Vespri
modificaEra sua abitudine riflettere sui problemi terreni durante le preghiere della sera, mentre recitava le litanie a memoria e le preghiere erano un contrappunto mormorato ai suoi pensieri silenziosi: Il Prete.[2]
Note
modifica- ↑ Da Lo spettacolo è finito.
- ↑ a b c Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia
modifica- Evan Hunter, Aria chiusa (Second Ending), traduzione di Carla Verga, Longanesi & C., Milano 1966.
- Ed McBain, Gladly, l'orsacchiotto strabico, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 1997. ISBN 8804433361
- Evan Hunter, Gli amanti, (Strangers We Meet), traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C., Milano 1965.
- Ed McBain, Grande città violenta, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 2001. ISBN 8804490330
- Ed McBain, Il rapporto scomparso, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 2005. ISBN 8804546212
- Ed McBain, La bella e la bestia, traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 2000.
- Ed McBain, Le delusioni di Benjamin Smoke, traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 1975.
- Ed McBain, Misfatti, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 1994. ISBN 8804385235
- Ed McBain, Money, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 2003. ISBN 8804511842
- Ed McBain, Nocturne, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 1999. ISBN 8804451351
- Ed McBain, Piccoli omicidi, traduzione di Luciana Crepax, Mondadori, 1986.
- Evan Hunter, Soldi facili, traduzione di Annalisa Carena, in "American Pulp. I grandi maestri della crime story", a cura di Ed Gorman, Bill Pronzini e Martin H. Greenberg, Mondadori, 2001. ISBN 8804490624
- Ed McBain, Romance, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 1996. ISBN 8804409916
- Ed McBain, Traditori, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 2008. ISBN 9788804580041
- Ed McBain, Tre topolini ciechi, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 1992. ISBN 8804364793
- Ed McBain, Ultima speranza, traduzione di Nicoletta Lamberti, Mondadori, 2000. ISBN 8804461098
- Ed McBain, Una città contro, traduzione di Stefano Galli, Mondadori 1990. ISBN 8804329653
- Ed McBain, Uno spacciatore per l'87°, traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 1990. ISBN 8804297360
Filmografia
modifica- Il seme della violenza (1955)
- Gli uccelli (1963)
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