Terrence William Deacon

antropologo statunitense

Terrence William Deacon (1950 – vivente), antropologo statunitense.

Terrence Deacon

Natura incompleta

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Il segno mancante
La scienza è arrivata al punto in cui possiamo disporre con precisione singoli atomi su una superficie metallica, o identificare il continente degli antenati di una persona analizzando il DNA dei suoi capelli. Ironia della sorte, però, ci manca una comprensione scientifica di come possano le frasi scritte in questo libro essere riferite ad atomi, DNA o qualunque altra cosa. È un problema serio. In sostanza significa che il meglio della nostra scienza – quell'insieme di teorie che presumibilmente arriva più da vicino a spiegare ogni cosa – non include proprio questa fondamentalissima caratteristica distintiva del fatto che io sono io e tu, lettore, sei tu. In effetti, la nostra attuale «teoria del tutto» implica che noi non esistiamo, se non come collezione di atomi.
Cos'è che manca dunque? Per dirlo con un po' di ironia, e in stile enigmatico, manca qualcosa che manca.

Citazioni

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  • La vittoria di Deep Blue su Kasparov ha segnato la fine di un era. Almeno per il gioco degli scacchi, l'intelligenza della macchina poteva battere il meglio di quel che la biologia aveva da offrire. Ma in mezzo ai festeggiamenti degli informatici e ai lamenti dei commentatori sulla supremazia dell'intelligenza al silicio, c'era qualcuno che non era poi così certo che ciò cui aveva assistito fosse proprio questo. Il campione del mondo di scacchi aveva giocato contro una macchina intelligente o contro centinaia di programmatori-scacchisti? Inoltre, queste numerose decine di programmatori scacchisti potevano incorporare nel programma librerie quasi illimitate di partite giocate in passato e potevano trarre vantaggio dalla capacità del computer di seguire alla velocità della luce gli andamenti delle innumerevoli mosse che l'uno o l'altro giocatore avrebbero potuto fare dopo una certa mossa. In tal modo, il computer poteva confrontare un numero di alternative di parecchi ordini di grandezza superiore a quanto potrebbe fare qualunque memoria di lavoro umana. [...]. Gary Kasparov non ha, in questo senso, giocato contro una macchina, ma contro una macchina in cui erano stati abilmente introdotti di nascosto, per procura, dozzine di homuncoli. (cap. III Golem, p. 127)
  • Anche se continuano a verificarsi periodiche insurrezioni, prevalentemente motivate dagli interessi dei fondamentalisti religiosi, come nel caso dei proponenti del creazionismo o del disegno intelligente, è corretto dire che la logica della selezione naturale ha inferto un duro colpo a ogni pretesa di processi teleologici per spiegare le strutture e le funzioni complesse del mondo biologico. (cap. III Teleonomia, pp. 138-139)
  • La teoria della selezione naturale, in ultima analisi, non è che statistica applicata. Come spiega Darwin, tutto ciò che si richiede per spiegare come gli organismi siano diventati adatti ai loro particolari ambienti è (1) la riproduzione, con la prole che eredita tratti dai genitori, (2) un certo grado di variazione nella stretta ereditarietà di tali tratti, e (3) che la riproduzione superi il potenziale di supporto dell'ambiente locale. Questa limitazione condurrà inevitabilmente a una diseguaglianza riproduttiva tra gli individui che presentano varianti. Le linee di discendenza le cui varianti individuali risultano più adeguate nell'usare le risorse disponibili a sostegno della riproduzione soppianteranno gradualmente le linee meno adeguate. (cap. III Teleonomia, p. 139)
  • L'aspetto forse più tragico del nostro tempo è che proprio quando abbiamo sviluppato una prospettiva veramente universale dalla quale apprezzare la vastità del cosmo, la complessità causale dei processi materiali, e il macchinario chimico della vita, siamo al tempo stesso arrivati a concepire il regno dei valori come radicalmente alienato da questa comprensione apparentemente completa del tessuto dell'esistenza. Nelle scienze naturali sembra non esservi posto alcuno per opposizioni come giusto/sbagliato, sensato/insensato, bellezza/bruttezza, buono/cattivo, amore/odio, e così via. Il successo della scienza contemporanea sembra aver detronizzato gli dei senza lasciare alcun fondamento su cui possano poggiare valori irreprensibili. I filosofi hanno ulteriormente appoggiato questa concezione nichilista della conoscenza scientifica, proclamando che nessun accertamento di come stanno le cose può far da base per accertare come le cose dovrebbero stare. Questa è l'eredità ultima della ferita cartesiana che ha separato la mente dal corpo alla nascita della scienza moderna. L'eliminazione di ogni approccio ai valori della prospettiva scientifica è l'espressione ultima dell'aver accettato la presunta necessità di questa chirurgia elettiva. (Epilogo, pp. 618-619)
  • L'universo è davvero più vasto di quel che possiamo vedere, e toccare, e manipolare con le nostre mani o i nostri ciclotroni. Qui c'è qualcosa di più delle cose. C'è il modo in cui le cose sono organizzate e collegate ad altre cose. E c'è di più di quel che è attuale. C'è quel che potrebbe essere, quel che dovrebbe essere, quel che non può essere, quel che è possibile e quel che è impossibile. (Epilogo, p. 619)

Bibliografia

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  • Terrence W. Deacon, Natura incompleta. Come la natura è emersa dalla materia (Incomplete Nature. How Mind Emerged from Matter), traduzione di Alfredo Tutino, Edizione pubblicata su licenza dell'Agenzia Letteraria Roberto Santachiara, La Biblioteca delle Scienze, Le Scienze, Roma, 2012.

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