Teoria del complotto lunare
ipotesi complottista secondo cui le missioni del programma Apollo non avrebbero realmente trasportato gli astronauti sulla Luna
Citazioni sulla teoria del complotto lunare.
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modifica- Ma perché dobbiamo perdere tempo prezioso ancora una volta su questa cosa? Ma certo che sì, degli esseri umani sono andati sulla Luna durante le missioni Apollo. [...] le mie emozioni importano poco, ma mi addolora, dopo tutto quello che ho fatto per dieci anni, dopo le mie due missioni, le migliaia di ore supplementari a sgobbare per condividerle e per spiegare la scienza e la tecnologia, dover fare oggi questo tweet. Mi preoccupa enormemente anche vedere fino a che punto alcuni si divertono a confondere la verità e altri ci cascano. Fatevi seriamente questa domanda: chi ci guadagna in tutto questo? Non la NASA, no, ma i manipolatori che vi raccontano che è tutto falso. E no, non intendo dimostrare qui che gli allunaggi sono realmente avvenuti, perché questo è stato fatto MILIONI di volte, è ovunque sul web, e la gente non ascolta comunque, parla di verità ma sceglie quello che le fa comodo e ignora il resto. Sinceramente mi fa imbestialire scrivere tutto questo. Non dovrebbe, e dovrei essere più paziente, ma fa infuriare. Questi tizi che vi dicono "vi stanno mentendo, guardate, la verità è qui, io non ti sto mentendo, certo", non vi sembra un po' facile? Hanno tutto da guadagnarci. E soprattutto nega tutto il lavoro (reale) incredibile che migliaia di persone svolgono in tutto il mondo per le missioni spaziali (fra le altre cose). Queste persone meritano di meglio. Per non parlare delle persone che hanno oltretutto rischiato la propria vita per queste missioni... Perché certo, da un lato ci sono quelli che sgobbano, che inventano, che costruiscono, che si adoperano ogni giorno, per esempio, per mettere un razzo incredibilmente complesso in grado di compiere la propria missione. È bello, è positivo, è utile. Ma è MEGA difficile. Dall'altro non c'è niente di più facile per un tizio che farsi avanti, nascosto dietro la propria tastiera, e raccontare delle cose perché gli fa comodo che voi lo ascoltiate. Questo non richiede nessuna fatica. Quindi fate davvero attenzione: so che questi tizi sanno sembrare credibili. Criticano gli scienziati veri, ma si ammantano di titoli (spesso falsi) per fare colpo su di voi. Da un lato ci sono persone che spiegano le cose come stanno realmente [...] e dall'altro ci sono persone che stanno soltanto cercando di creare il caos facendo sembrare che diano spiegazioni. Bisogna sapere vedere la differenza nelle intenzioni e nei metodi. Se siete coinvolti in tutto questo in buona fede, sono cose che succedono: uscite da Twitter e cercate di trovare informazioni per esempio nei libri. È più sicuro. (Thomas Pesquet)
- Nel presunto complotto per falsificare lo sbarco sulla Luna, per esempio, bisogna presumere che siano coinvolte centinaia di migliaia di persone che hanno lavorato per la NASA, ma a queste vanno aggiunti anche gli astronomi sovietici e quelli di tutto il mondo che hanno seguito l'evento sui loro strumenti: un'ipotesi assolutamente implausibile. Al contrario, l'idea che pochi individui vicini al presidente Nixon abbiano cospirato per entrare negli uffici dei Democratici al Watergate era plausibile e appare degna di indagine, al punto da rivelarsi poi vera. (Massimo Polidoro)
- Ogni obiezione che sembrerebbe a prima vista spiegabile solo con il complotto, in realtà trova sempre una risposta chiara e definitiva se si parla con autentici esperti e si prendono in esame i fatti e non le fantasie. Tuttavia, c'è un'argomentazione che dovrebbe togliere ogni possibile dubbio: in quegli anni di Guerra Fredda, c'era una vera e propria gara per la supremazia spaziale tra Stati Uniti e Unione Sovietica e tutti i più potenti strumenti radar, ottici e radio, non solo quelli russi, ma anche quelli di tutti gli altri paesi nemici degli Stati Uniti, osservavano di continuo le missioni Apollo. Se ci fosse stato anche solo il sospetto di una mistificazione si può stare certi che chi considerava l'America un nemico l'avrebbe dichiarato con particolare enfasi a tutto il mondo. Invece, non solo non accadde ma anche i sovietici, sportivamente, riconobbero che sulla Luna c'erano arrivati per primi gli americani. (Massimo Polidoro)
- A me in realtà piacerebbe sapere una cosa dai complottisti: quando sarebbe cominciata la messa in scena? [...] sono solo le missioni Apollo? Quali? La 11... e invece quelle prima sono vere... o addirittura le missioni spaziali precedenti... o sono tutte finte? Quanto diventa grande questo complotto? Cioè, più si teorizza che sia una messa in scena, più si aumenta il numero delle persone che dovrebbero essere coinvolte – nessuna delle quali in tutti questi anni è venuta fuori a dire «ma guarda, no, è stata una messa in scena, abbiamo finto, abbiamo fatto così...», nessuno ha mai spiegato quale sarebbero state le incredibili tecnologie (anche cinematografiche) usate per simulare, secondo l'accusa, le riprese lunari. Cioè, ancora oggi se andate a vedere First Man, per esempio, non è male come effetti speciali ma non corrisponde esattamente a quello che vediamo nelle riprese spaziali "vere". [...] a me è capitata una cosa molto particolare alcuni anni fa: è venuto a Locarno [...] Douglas Trumbull, il maestro degli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio, che era il top degli effetti speciali all'epoca dei viaggi verso la Luna, e gli ho chiesto molto candidamente «Senti, ma se a te avessero chiesto all'epoca di simulare le riprese lunari, quale sarebbe stata la cosa più difficile da simulare?» e lui mi ha risposto che la cosa più difficile sarebbe stata la polvere; quando hai gli astronauti che camminano... il Rover [...] che si sposta, solleva questa polvere e fa una traiettoria parabolica che si può fare solo nel vuoto e che non puoi simulare con gli effetti digitali.
- [«Chi è il tipico negazionista degli allunaggi?»] C'è da una parte il guru, quello che crea proseliti, pubblica contenuti e fa video, e cerca anche di monetizzare questi contenuti. Dall'altra c'è una seconda categoria di persone che hanno preso una decisione, ma non fanno proselitismo, hanno solo deciso che l'allunaggio è finto e che è stata tutta una messa in scena. Le due categorie si distinguono soprattutto per la questione del proselitismo. C'è il negazionista che dice "io so che non siamo mai andati sulla Luna, ma me la tengo per me, al massimo vado a scriverlo sui Social e non vado in giro a dimostrare chissà cosa": è semplicemente una sua opinione personale. Invece il guru vero e proprio va a caccia di contenuti e li posta. La differenza tra i due è anche nell'atteggiamento. Il complottista che monetizza, il guru, è anche quello che conosce le furbizie del mestiere. Quello che non fa proseliti è invece una persona male informata che ha abbracciato una visione cospirazionista della vita.
- C'è il piccolo problema che per far funzionare tutta questa messinscena bisognerebbe riuscire a tenere vincolate alla consegna al silenzio per decenni le centinaia di migliaia di persone (non esagero, sono cifre di dominio pubblico) che hanno lavorato al progetto. [...] non c'è stata neppure una confessione in punto di morte di un ex dipendente della NASA o di una delle tantissime società private coinvolte nel progetto. Pensate quanto avrebbe dato il KGB per trovare una talpa che le vendesse la soffiata del secolo, ossia che era tutta una finta. Niente da fare. Se volete un esempio notevole di come sia difficile mantenere un segreto anche quando la posta in gioco è altissima, leggetevi la storia della nave Glomar Explorer. L'11 aprile 1968, un sottomarino sovietico di classe Golf-II, armato di missili balistici nucleari, affondò circa 750 miglia a nord ovest delle Hawaii, depositandosi sul fondo marino a 5200 metri di profondità. Le navi sovietiche tentarono invano di trovarlo. Gli americani, invece, sapevano esattamente dov'era situato, ma si guardarono bene dal dirlo ai sovietici: l'occasione di mettere le mani su una delle armi di punta dell'arsenale nemico era troppo ghiotta. Infatti commissionarono una nave, la Glomar Explorer, che fu spacciata per una nave per la ricerca mineraria sottomarina: scusa plausibile, dato che è noto che il fondo del Pacifico è lastricato di noduli preziosissimi di manganese, ferro, nichel e cobalto. Nel 1974, la nave andò sul luogo della tragedia e ripescò alcuni componenti del sottomarino sovietico. Il segreto fu spiattellato nemmeno un anno dopo dal Los Angeles Times.
- C'è una sola foto decente di Neil Armstrong sulla Luna, e anche in quella lo si vede di spalle. Se le foto sono state fatte in studio, come mai non hanno pensato a farne un po' anche ad Armstrong, visto che tutto sommato era il personaggio più "storico", essendo il primo uomo sulla Luna?
- I complottisti spesso accusano la Nasa di non avere avuto la tecnologia per andare sulla Luna, ma di avere avuto quelle segrete per falsificare le riprese e addirittura realizzare missioni segrete senza che nessuno se ne accorgesse. Si decidessero una buona volta: qual è la versione complottista reale? Dopo 50 anni non sono arrivati neanche a questo punto. Non hanno saputo costruire una versione alternativa unica e coerente.
- I veicoli usati per le missioni furono progettati e fabbricati da società commerciali, nelle quali notoriamente la segretezza non è mai perfetta. Come mai, in tutti questi anni, nessuno dei cinquecentomila dipendenti della Boeing, della Grumman e delle altre società coinvolte (subappaltatrici comprese) si è mai fatto avanti per denunciare la truffa, per dire "guardate che questo veicolo è finto, non funziona e se va sulla Luna si sfracella"? Come mai non c'è stata nessuna confessione in punto di morte, quando non c'era più nulla da perdere? Allora avrebbero costruito dei veicoli perfettamente funzionanti, fino all'ultimo bullone, e non li avrebbero usati?
- Il filmato della ripartenza del modulo lunare dalla superficie della Luna, ripreso dalla telecamera automatica, mostra chiaramente che non c'è aria, perché polvere e frammenti vengono proiettati secondo linee rette invece di formare sbuffi o volute. Come sarebbe stato possibile ricreare un effetto del genere in studio, negli anni Sessanta?
- [Sulle dichiarazioni degli astronauti dell'Apollo 11, circa il non avere visto stelle a occhio nudo dalla superficie della Luna] Non c'è atmosfera, quindi sulla Luna il cielo è nero anche di giorno. Gli occhi si adattano alla luminosità intensa del Sole. Anche Collins, che si trovava in orbita lunare, non ricorda di aver visto delle stelle. Tuttavia noi sappiamo che gli astronauti dovevano usare le stelle per navigare, mediante un sestante collegato al computer di bordo. [...] non le hanno viste a occhio nudo, ma solo attraverso il sestante. [«Allora perché gli astronauti delle precedenti missioni Gemini hanno affermato di aver visto le stelle?»] Sì, quando si trovavano all'altezza della parte non illuminata della Terra [...], attraverso un finestrino che non era illuminato dal Sole, riuscivano a osservare alcune stelle. Può succedere anche oggi con gli astronauti a bordo della Stazione spaziale. [«Anche credendo al complotto, perché avrebbero dovuto censurare le stelle o negare di averle viste?»] È ridicolo: così sembra che alla Nasa lavorassero dei cretini, i quali si dimenticavano di mettere le stelle nei fondali.
- Perché si sospetta la messinscena da parte statunitense, mentre non si solleva alcuna obiezione sulle missioni lunari sovietiche, che non portarono cosmonauti ma comunque andarono sulla Luna e ne riportarono campioni di roccia? Perché i sovietici, che pure avevano un sistema di spionaggio sofisticatissimo, non si accorsero della messinscena e non la denunciarono al mondo? Ne avrebbero avuto tutti i motivi. Far fare una figuraccia ai rivali capitalisti degenerati sarebbe stata un'occasione ghiottissima. Eppure rimasero zitti. Come mai? Una delle risposte preferite dei complottisti a questa domanda è "perché avevano anche loro i loro scheletri nell'armadio". Dicono che prima del famoso "primo uomo nello spazio" (Yuri Gagarin) ci furono altre missioni che fallirono. Gagarin sarebbe stato semplicemente il primo a tornare vivo. A parte il fatto che usare un'ipotesi di complotto per giustificarne un'altra non è il massimo del rigore scientifico (non ci sono conferme autorevoli di queste missioni pre-Gagarin), durante la Guerra Fredda gli USA non si fecero scrupolo di denunciare le falsità della propaganda sovietica e viceversa, per cui sembra assai implausibile che si siano fatti questa reciproca cortesia di stare zitti soltanto per i voli spaziali, così carichi di prestigio politico.
- [Sul ritorno degli astronauti dell'Apollo 11 sulla Terra, «i loro volti appaiono tesi. Ci si aspetterebbe invece di vederli radiosi e festanti»] Questa può essere una bella lezione su come creare un complotto dal nulla [...]. Sei appena tornato dalla Luna; hai i giornalisti di tutto il mondo che ti guardano; hai l'opinione pubblica dell'intero pianeta che ti guarda; hai la responsabilità del tuo paese, che stai rappresentando. [...] Il loro compito era quello di non dire stupidaggini e non fare gaffe. [...] Non erano ancora celebrità. Non erano abituate come le persone di spettacolo a stare davanti alla telecamera. Erano piloti e ingegneri il cui compito era quello di pilotare un veicolo spaziale.
- Raramente le dietrologie sono costruite a tavolino. Quelle che prosperano lo fanno perché trovano un substrato psicologico fertile di sospetto. Un esempio per tutti: lo sbarco sulla Luna degli americani è al centro di una teoria di complotto. Il tentativo lunare russo no. Anzi, molti non sanno neppure che ci fu. Come mai? Forse perché c'è un diffuso antiamericanismo (meritato o meno) mentre manca un "antisovietismo" (addirittura non esiste neppure la parola).
- Ricordiamoci che in tutta questa questione del viaggio verso la Luna non è che gli americani hanno fatto tutto, ma anche i sovietici all'epoca fecero le loro missioni – senza equipaggi –: girarono intorno alla Luna con delle sonde, fecero delle fotografie; la prima immagine della faccia nascosta della Luna è di origine sovietica, non americana [...] Le prove sono assolutamente schiaccianti del fatto che ci siamo andati. [...] non dobbiamo dipendere solo da qualche fotografia, da qualche dichiarazione di qualcuno... abbiamo soprattutto le conferme degli altri paesi: la Russia ha sorvegliato, aveva addirittura un veicolo spaziale in viaggio verso la Luna (Luna 15) [...] proprio mentre ci stavano andando gli astronauti [americani]; da Terra il viaggio delle missioni Apollo è stato osservato, fotografato, ascoltato – anche in Italia, l'osservatorio di Arcetri ascoltò puntando il radiotelescopio verso la Luna, scoprì che da lì arrivavano i segnali radio, le voci degli astronauti e anche la telemetria –, quindi non è un «ti devi fidare perché [...] l'ha detto qualcuno dalla CIA». Abbiamo le prove. Cioè, è un fenomeno talmente ben documentato che è abbastanza ridicolo inventarsi queste teorie. Capisco il divertimento di raccontare una storia fantastica, di pensare ai complotti, ma io penserei più che altro ai complotti "reali" senza andare a inventarsi questi qui.
- Supponiamo che alla Nasa avessero deciso di simulare gli allunaggi; cosa avrebbero dovuto falsificare? Ci sono i razzi che devono partire dalla Terra, quelli devi farli partire per forza, quindi sono 12 razzi giganti che devono essere costruiti, devono funzionare e andare nello Spazio. Magari li facevano cadere da qualche parte, ma almeno fino alla quota di 70 chilometri dovevano farli arrivare. Poi devono esserci dei veicoli che attraversano lo Spazio tra la Terra e la Luna, perché gli astronomi hanno seguito le missioni Apollo. Una volta arrivato sulla Luna devi mettere qualcosa che lasci le impronte degli astronauti. Aggiungi che ci vogliono le comunicazioni radio perfettamente simulate. Bisogna avere un copione nel quale ci sono 11 mila ore di conversazioni tra i tecnici a Terra. Tutte queste cose sono pubbliche. Bisogna falsificare 6500 fotografie scattate sulla Luna, decine di ore di diretta televisiva, riprese cinematografiche, le rocce lunari, eccetera. Alla fine la lista è talmente lunga che sarebbe costato meno andarci sul serio, ed è infatti quello che è successo.
- [«Gli astronauti di Apollo 11 non continuarono a lavorare per l'Agenzia spaziale, licenziandosi e isolandosi dall'opinione pubblica»] Vorrei ricordare che stiamo parlando di piloti, gente che viveva per volare. Cosa dovevano fare, promuoverli a direttore e metterli dietro a una scrivania? Se fossero stati davvero degli attori allora avrebbero fatto risultare un curriculum più "coerente". Invece ognuno andò avanti per la propria strada [...]. Dopo che hai fatto la cosa più grande che potevi realizzare nella tua vita, per altro prima dei 40 anni, cos'altro puoi fare? Niente, cambierai settore. Collins finì per diventare il direttore di uno dei più prestigiosi musei americani; Armstrong tornò a fare l'ingegnere e a insegnare l'aeronautica. Immagina quelli che se lo sono trovati come insegnante. Non è vero che rifiutava tutte le interviste, se non gli facevano domande banali ("cosa hai provato? avevi paura? eccetera") era ben felice di rispondere, specialmente se riguardavano il suo lavoro.
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