Raffaele Mastriani [...], scrittore italiano.

  • ELEONORA FONSECA PIMENTEL. Ornata di ogni genere di letteratura, ed ancor più di virtù, da Metastasio lodata e da lui anche amata, scrivea il monitore Napolitano nel 1799. (da Dizionarío geografico-storico-civile del Regno delle due Sicilie, p. 363, Tipografia all'insegna del Diogene, Napoli 1839-1843)

Storia e descrizione della città di Napoli

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L'antichità di Napoli si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi.
Le prime memotie s'incontrano in Licofrone come scorgesi da' seguenti versi ricavati dalla versione del Potter.
Treis autem occidit Tethyis neptes virgines | Canorae matris cantus exprimenieis | Spontaneis jactibus ex acta specula | In undam Tyrrhenam pennis urinanteis | Quo canificum trahat acerbum stamen, | Unam guidem Phaleri arx erpulsam |Glanisque terram humectans excipiet: | Ubi templum incolae extruentes puellae, | Libaminibus Partenopem et victimis borum | Quotannis honorabunt volucrem Deam.
Dicesi che quel Palero rammentato dal Poeta fu uno degli Argonauti compagni di Giasone. Di questo Falero fanno menzione Apollonio Rodio, Valerio Flacco, Pausania, Esiodo. Aggiungesi esser Falero stato adorato in Napoli come Dio patrio, sotto nome di Eumelio, ed ebbe in suo onore una fratria detta Eumelide.

Citazioni

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  • Napoli col suo cratere, colle sue isole, col suo Vesuvio, colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata. (p. 70)
  • La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di Portici, e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto. (p. 70)
  • La veduta della Capitale [Napoli] è sorprendente dalla cima del Vesuvio in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole. (p. 70)
  • In una città [ Napoli] nella quale vive mezzo milione di persone, il Nougaret vorrebbe che il vino buono fosse comune. Forse non era informato de' vini di Calabria e Sicilia. Da tutt'i nostri storici è confermato non essere gli attuali vini, inferiori ai Falerni ed ai Massici; e nei vini detti Greci e Lagrime, secondo qualche scrittore, par distillato il favoloso nettare de' numi. È noto il detto del tedesco che gustando la Lagrima, esclamò: Cur non lacrimasti in partibus nostris Domine? (p. 79)

[Raffaele Mastriani, Storia e descrizione della città di Napoli in Dizionarío geografico-storico-civile del Regno delle due Sicilie, Tipografia all'insegna del Diogene, Napoli 1839-1843]