Pietro Aretino: differenze tra le versioni

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==''Lettere''==
===Citazioni===
*Essendo, signor mio, maggior la felicità del [[dono|donare]] che quella del ricevere, io ho caro fuor di modo che dal presente de gli scudi de la impresa e del saio di raso bianco che mi fate, nasca in voi il sommo grado de la consolazione. Ed è vostra gran ventura che tanto possa la vertù de la cortesia; perché facendo voi l'essercizio de la liberalità nel donar continuo, continuamente siete felice. Per la qual cosa farei ingiuria a la Signoria Vostra prolungandomi in ringraziarla di quello che, per avere accettato i suoi doni, merito di esser ringraziato io. (da ''Al conte Guido Rangone'', p. 14)
*Chi non dubita de le promesse de i principi, non sa ciò che sia [[dubbio]]. (da ''Al conte Massimo Stampa'', p. 108)