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*Il piano {{NDR|Marshall}}, preparato dal Dipartimento di Stato per opera soprattutto di Dean Acheson e di George Kennan, partiva dalla constatazione che al principio del '47 la ripresa economica dei paesi europei procedeva lentamente e non aveva ancora raggiunto il livello dell'anteguerra, pur con differenze tra un paese e l'altro. Di conseguenza, secondo i dirigenti americani, anche la situazione politica di vari paesi europei presentava elementi di incertezza di cui potevano approfittare i comunisti per tentare azioni eversive o per appoggiare una penetrazione sovietica. Pertanto il principale scopo del piano era quello di facilitare la ripresa economica europea con grossi interventi finanziari americani rivolti a stabilizzare la situazione sociale e politica dell'Europa occidentale e a rendere quindi impossibile eventuali azioni espansionistiche dell'URSS appoggiate dai comunisti. (cap. 3, pp. 157-158)
*La fondazione del [[Cominform]] (ufficialmente: Ufficio informazione dei partiti comunisti ed operai) fu stabilita da un convegno, tenuto a Szklarska Poreba in Polonia dal 22 al 27 settembre 1947, a cui parteciparono i rappresentanti dei partiti comunisti sovietico, polacco, cecoslovacco, ungherese, romeno, bulgaro, jugoslavo, francese e italiano. Questa nuova organizzazione non ebbe quindi un 'estensione mondiale, come la Terza Internazionale (Comintern) sciolta nel 1943, ma riguardò soltanto i sette partiti al potere nell'Europa orientale, e i due maggiori partiti di opposizione dell'Europa occidentale. I limiti geografici del Cominform indicavano dunque abbastanza chiaramente che esso nasceva in contrapposizione ai governi europei che avevano aderito al [[piano Marshall]]. (cap. 3, p. 159)
*La trasformazione delle democrazie popolari dell'Est Europeo in regimi di tipo staliniano avvenne nel corso di alcuni mesi con un processo che, pur con diversità nei vari paesi, presenta alcuni caratteri comuni. Tra questo sono da ricordare l'assorbimento dei partiti socialisti da parte di quelli comunisti, la soppressione dei partiti contadini che avevano collaborato coi comunisti all'attuazione di vaste riforme agrarie; l'eliminazione di partiti democratici e moderati, preceduti o seguiti dalla fuga all'estero o dalla eliminazione dei rispettivi ''{{sic|leaders}}''. Queste misure furono accompagnate o seguite da una serie di processi che colpirono con condanne a morte o alla prigione dirigenti comunisti invisi a Stalin. (cap. 3, p. 160)
*[[Amintore Fanfani|Fanfani]], che pure proveniva dalla sinistra dossettiana, non osteggiò i governi centristi ma si allontanò sensibilmente dalla linea prevalentemente liberista seguita da De Gasperi per favorire una tendenza neocapitalistica caratterizzata da un'accentuazione dell'intervento pubblico nell'economia. Il nuovo ''leader'' democristiano favorì lo sviluppo degli enti pubblici come l'IRI e l'ENI, e l'insediamento di uomini della DC o a questa graditi nei quadri dirigenti degli enti stessi, degli istituti di credito, della RAI-TV ecc. (cap. 5, p. 328)
*La crisi di alcune impostazioni ideologiche non significa rinuncia agli ideali di libertà, di democrazia e di progresso, purché sia chiaro che il [[progresso]] non è una legge della storia ma è un obiettivo che la volontà umana deve proporsi. (cap. 5, p. 339)