Giorgio Bocca: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giorgio Bocca==
*A me queste [[Brigate Rosse]] fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. (da<ref>Da ''Il Giorno'', 23 febbraio 1975).</ref>
*Non tutti i «gentili» – per sfortuna degli [[ebrei]] – sono stati degli «ingenui» o «zucche vuote» come essi amano chiamarli. Anche essi, o almeno una parte di essi ha saputo guardare il viso non amabile forse, ma pur tuttavia immutabile, della realtà. Un colpo tremendo deve aver subito il cuore ebreo nel vedere sorgere un movimento, quale quello fascista che denunciava la inconsistenza pratica della parola libertà nel campo politico dove gli uomini sono in tal modo costrutti da trasformare la libertà loro accordata in anarchia. Una rabbia immensa deve aver riempito il cuore degli anziani di Sion, nel sentire dei non ebrei dire che il comunismo è un'utopia irraggiungibile e che le sue applicazioni pratiche sono costruzioni meccaniche e crudeli dove milioni di schiavi lavorano per una minoranza di dirigenti (ebrei). L'odio di chi vede svelati i suoi piani è enorme, l'odio di chi vede rovinati i propri piani è tremendo. Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei? È certo una buona arma di propaganda presentare gli ebrei come un popolo di esseri ripugnanti o di avari strozzini, ma alle persone intelligenti è sufficiente presentarli come un popolo intelligente, astuto, tenace, deciso a giungere, con qualunque mezzo, al dominio del mondo. Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell'Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù.<ref>Da ''La Provincia grande'' – Sentinella d'Italia, Foglio d'ordini settimanale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Cuneo, 14 agosto 1942.</ref>
*Avete capito perché il [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] nemico dei giudici, che assolda gli avvocati per corromperli, che invita a non pagare le tasse, che fa uso disinvolto di smentite, che promette ciò che non può mantenere, che nasconde i suoi affari pericolosi, piace tanto agli italiani? Perché tanti italiani evidentemente sono come lui inclini alle complicità anarcoidi. (da<ref>Da ''Venerdì'' de ''la Repubblica'', 14 dicembre 2007).</ref>
*A me queste [[Brigate Rosse]] fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. (da ''Il Giorno'', 23 febbraio 1975)
*C'era un sistema Moggi, un sistema Juventus truffaldino e sportivamente ingiusto? Se si, resta da capire come questo sistema abbia riportato il calcio italiano al primato mondiale e lo abbia riportato con un'impresa non solo di valore sportivo, ma etico, con una squadra italiana che superava con la volontà, con l'attaccamento alla maglia, la superiorità atletica e tecnica di squadre come il Brasile, l'Argentina, la Francia, la [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]]. Ma, si dice, il campionato Mondiale è un'altra cosa che non va confusa con la corruzione del nostro sistema. Affermazione assurda. Le vittorie e le sconfitte nel campionato del Mondo hanno sempre avuto il peso di un giudizio generale sul nostro calcio. Questa volta no, questa volta il fatto che siamo di nuovo i primi nel mondo, dopo sei finali e mezzo secolo di competizioni, appare quasi casuale.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20060827183949/http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Campioni%20del%20Mondo%20di%20trame%20e%20vendette/1343088/1 Campioni del Mondo di trame e vendette]'', ''L'espresso'', 6 agosto 2006.</ref>
*Resta una cosa sola da dire, ed è un'autocritica. In quegli anni noi cronisti non capimmo niente della sinistra armata. Quando il giudice Viola scopriva gli incredibili covi dei Gap con dentro anche fucili da caccia, noi sorridevamo. Invece era proprio così, i covi erano veri, i fucili da caccia anche, il gioco tragico di Giangi Feltrinelli pure. (da ''la Repubblica'', 13 febbraio 1979)
*Che cosa era [[Enrico Mattei]]? Un avventuriero? Un grande patriota? Uno di quegli italiani imprendibili, indefinibili, che sanno entrare in tutte le parti, capaci di grandissimo charme come di grandissimo furore, generosi ma con una memoria di elefante per le offese subite, abili nell'usare il denaro ma quasi senza toccarlo, sopra le parti ma capaci di usarle, cinici ma per un grande disegno.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/08/03/mattei-uomo-mistero.html Mattei l'uomo mistero]'', ''la Repubblica'', 3 agosto 2000, p. 42.</ref>
*Chi ha raccolto le sfide della vita sa che nei momenti decisivi ha dovuto disattendere o disobbedire ai legami della famiglia.<ref>Citato in ''Chi ha paura del cardinal Bagnasco'', ''L'espresso'', 25 maggio 2007.</ref>
*{{NDR|[[Milena Gabanelli]]}} È l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare. (dall<ref>Dall'intervento al ''Premio "È giornalismo" 2008'').</ref>
*{{NDR|[[Toni Negri]]}} È un uomo che ho sempre giudicato un cretino per le sue elucubrazioni politiche e un imbecille come intellettuale.<ref>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/14/negri-parole-pallottole.html?ref=search Negri, parole - pallottole]'', ''la Repubblica'', 14 gennaio 1993.</ref>
*{{NDR|Su [[Vittorio Pozzo]]}} Il commissario unico era un ufficiale degli alpini e un fascista di regime. Vale a dire uno che apprezzava i treni in orario ma non sopportava gli squadrismi, che rendeva omaggio al monumento degli alpini ma non ai sacrari fascisti.<ref name=pozzo/>
*[...] il gioco del calcio in Italia senza la [[Juventus Football Club|Juventus]] sarebbe impensabile.<ref name=padro/>
*L'errore capitale commesso dal cavaliere [[Silvio Berlusconi]] e da altri fondatori di network privati non è stato tanto quello di investire in uomini e mezzi prima che fosse data una legislazione precisa, ma nel non aver capito, subito, che anche il boccone saporito delle TV private, prima o poi sarebbe finito sotto i denti dei nostri partiti.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/12/08/cadreghe-cadreghini.html Cadreghe e cadreghini]'', ''la Repubblica'', 8 dicembre 1984.</ref>
*[...] la favola della "vecchia signora" dello "[[stile Juventus]]" mai esistito nella pratica, sempre nella leggenda.<ref name=padro/>
*La new economy è una cosa molto seria nei suoi effetti. Mai nella storia del capitalismo si era assistito a uno spostamento così rapido e colossale e spesso arrischiato di mezzi finanziari, mai tante persone si erano decise a puntare somme enormi sul futuro, mai tanti giovani avevano pensato di avere delle occasioni così splendide a portata di mano e mai, come conferma la prima ondata di fallimenti delle imprese elettroniche, tante persone apparentemente ragionevoli avevano investito il loro patrimonio e quelli dei parenti e anche degli eredi senza fare un minimo di conti sul costo per il lancio delle loro aziende, sul costo della pubblicità e sulla concorrenza dei più forti.<ref>Citato in ''Pandemonio – Il Miraggio della New Economy'', Mondadori, 2000.</ref>
*La ragione per cui il populista-demagogo [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] piace agli italiani è la stessa per cui, ai loro occhi, il conflitto d'interessi non è una ferita grave della nostra democrazia. Il fatto che egli sia stato al contempo capo del governo e padrone dell'informazione sembra qualcosa di naturale, di normale, qualcosa che tutti vorrebbero praticare. (da<ref>Da ''Venerdì'' de ''la Repubblica'', 14 dicembre 2007).</ref>
*{{NDR|Nel 2006}} Leggendo le cronache amare dello scandalo Juventus mi è parso di ritornare a una storia nota, una storia piemontese e monarchica dove re onnipotenti e amati dagli umili per la loro onnipotenza, si circondano di corti tanto brave a gestire il potere e i privilegi quanto ipocrite nel celebrare virtù che non hanno uno stile signorile e corretto mentre si dilaniano per la spartizione del bottino: lo stile Savoia o lo [[stile Juventus]].<ref name=padro>Da ''[http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/sport/calcio/commento-bocca/commento-bocca/commento-bocca.html Il padrone bianconero]'', ''Repubblica.it'', 13 maggio 2006.</ref>
*Non tutti i «gentili» – per sfortuna degli [[ebrei]] – sono stati degli «ingenui» o «zucche vuote» come essi amano chiamarli. Anche essi, o almeno una parte di essi ha saputo guardare il viso non amabile forse, ma pur tuttavia immutabile, della realtà. Un colpo tremendo deve aver subito il cuore ebreo nel vedere sorgere un movimento, quale quello fascista che denunciava la inconsistenza pratica della parola libertà nel campo politico dove gli uomini sono in tal modo costrutti da trasformare la libertà loro accordata in anarchia. Una rabbia immensa deve aver riempito il cuore degli anziani di Sion, nel sentire dei non ebrei dire che il comunismo è un'utopia irraggiungibile e che le sue applicazioni pratiche sono costruzioni meccaniche e crudeli dove milioni di schiavi lavorano per una minoranza di dirigenti (ebrei). L'odio di chi vede svelati i suoi piani è enorme, l'odio di chi vede rovinati i propri piani è tremendo. Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei? È certo una buona arma di propaganda presentare gli ebrei come un popolo di esseri ripugnanti o di avari strozzini, ma alle persone intelligenti è sufficiente presentarli come un popolo intelligente, astuto, tenace, deciso a giungere, con qualunque mezzo, al dominio del mondo. Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell'Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù.<ref>Da ''La Provincia grande'' – Sentinella d'Italia, Foglio d'ordini settimanale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Cuneo, 14 agosto 1942.</ref>
*Ogni sera alle 19 in punto, dallo scoppio della guerra, compare sugli schermi del Tg3 il corrispondente da New York, Lucio Manisco, in un gessato scuro che ricorda un po' l'Al Capone della notte di San Valentino e un po' un notabile della Dc partenopea quando sposa una figlia. Ha passato la giornata a spulciare sulla stampa americana tutto ciò che non va nel Golfo, alla Casa Bianca, al Pentagono e si vede che non sta più nel suo gessato per la soddisfazione di potergliela dire agli [[Stati Uniti d'America]]. Noi non sappiamo quali siano le cause, magari rispettabili e comprensibili di questo antiamericanismo che è diffuso fra i nostri corrispondenti da New York, forse un po' frustrati dal fatto che nessuno in America si accorge che ci sono, ma ci fa un po' ridere e un po' ci infastidisce per come si manifesta. Perché ogni sera alle 19 in punto Lucio Manisco, nel suo gessato scuro, con la sua bella voce baritonale spiega, più a [[George H. W. Bush|Bush]] che a noi che lo ascoltiamo per un certo masochismo, perché e come deve perdere la guerra. {{NDR|George H. W. Bush}} Dia retta a lui, Lucio Manisco, che se ne intende. [...] E poi ogni sera i bravi giornalisti del Tg3 devono dimostrarci che gli americani sono stupidi, incapaci, cattivi economicisti e imperialisti.<ref>Citato in ''È faziosa l'informazione di Rai Tre?'', ''L'Espresso'', 18 febbraio 1991.</ref>
*Quel Grande Torino non era solo una squadra di calcio, era la voglia di vivere, di sentirsi di nuovo cittadini di una città viva e concorde che ci prendeva alla gola quando passavamo davanti alle macerie di piazza San Carlo, di fronte agli edifici sventrati. (da ''Me Grand Turin'', di Sauro Tomà, Graphot Editore – Torino)
*{{NDR|[[Toni Negri]]}} È un uomo che ho sempre giudicato un cretino per le sue elucubrazioni politiche e un imbecille come intellettuale.<ref>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/14/negri-parole-pallottole.html?ref=search Negri, parole - pallottole]'', ''la Repubblica'', 14 gennaio 1993.</ref>
*So solo che [[Indro Montanelli|Montanelli]] è fatto così: un maestro di giornalismo che ogni tanto s'impenna con qualcuna delle sue bizzarrie.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/23/Bocca_Montanelli_duello_causa_Orlando_co_0_9301231146.shtml Bocca e Montanelli a duello causa Orlando]'', ''Corriere della sera'', 23 gennaio 1993.</ref>
*Per me [[destra e sinistra]] si equivalgono in stupidità.<ref>Citato in Dario Fertilio, ''Nessuno capisce più quello che dicono i nipotini di Togliatti'', ''Corriere della sera'', 30 maggio 1994.</ref>
*Quando c'è un caso che riguarda la Resistenza sono tacciabile come uno che dà sempre ragione ai partigiani.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0014/articleid,0599_01_1997_0151_0014_8186890/ «Le nostre questioni private»]'', ''La Stampa'', 3 giugno 1997, p. 14.</ref>
*Quel Grande Torino non era solo una squadra di calcio, era la voglia di vivere, di sentirsi di nuovo cittadini di una città viva e concorde che ci prendeva alla gola quando passavamo davanti alle macerie di piazza San Carlo, di fronte agli edifici sventrati. (da<ref>Da ''Me Grand Turin'', di Sauro Tomà, Graphot Editore – Torino).</ref>
*Che cosa era [[Enrico Mattei]]? Un avventuriero? Un grande patriota? Uno di quegli italiani imprendibili, indefinibili, che sanno entrare in tutte le parti, capaci di grandissimo charme come di grandissimo furore, generosi ma con una memoria di elefante per le offese subite, abili nell'usare il denaro ma quasi senza toccarlo, sopra le parti ma capaci di usarle, cinici ma per un grande disegno.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/08/03/mattei-uomo-mistero.html Mattei l'uomo mistero]'', ''la Repubblica'', 3 agosto 2000, p. 42.</ref>
*La new economy è una cosa molto seria nei suoi effetti. Mai nella storia del capitalismo si era assistito a uno spostamento così rapido e colossale e spesso arrischiato di mezzi finanziari, mai tante persone si erano decise a puntare somme enormi sul futuro, mai tanti giovani avevano pensato di avere delle occasioni così splendide a portata di mano e mai, come conferma la prima ondata di fallimenti delle imprese elettroniche, tante persone apparentemente ragionevoli avevano investito il loro patrimonio e quelli dei parenti e anche degli eredi senza fare un minimo di conti sul costo per il lancio delle loro aziende, sul costo della pubblicità e sulla concorrenza dei più forti.<ref>Citato in ''Pandemonio – Il Miraggio della New Economy'', Mondadori, 2000.</ref>
*{{NDR|Nel 2006}} Leggendo le cronache amare dello scandalo Juventus mi è parso di ritornare a una storia nota, una storia piemontese e monarchica dove re onnipotenti e amati dagli umili per la loro onnipotenza, si circondano di corti tanto brave a gestire il potere e i privilegi quanto ipocrite nel celebrare virtù che non hanno uno stile signorile e corretto mentre si dilaniano per la spartizione del bottino: lo stile Savoia o lo [[stile Juventus]].<ref name=padro>Da ''[http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/sport/calcio/commento-bocca/commento-bocca/commento-bocca.html Il padrone bianconero]'', ''Repubblica.it'', 13 maggio 2006.</ref>
*Se una squadra di calcio vince tutto per settant'anni e ha alle spalle un gigante industriale, non ha bisogno di chiedere dei favori perché tutti sono pronti a farglieli, si crea un tale incantamento che i tifosi, la gente comune se ne fa un'immagine diversa e migliore di quella reale, un'immagine superiore persino alla lotta di classe, con il [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] juventino, e il siciliano [[Pietro Anastasi|Anastasi]] diventato l'idolo degli operai piemontesi del Lingotto. Ma la fame dell'oro era già forte nella [[Juventus Football Club|Juventus]] del [[Quinquennio d'oro|quinquennio dei cinque campionati consecutivi vinti]]. Ricordo un allenatore austriaco, Sturmer, mi pare, che quando andai a Torino per fare un provino alla Juventus si informava del mio rapporto con il denaro, mi metteva in guardia dal diventare avido come il terzino Rava o come i sudamericani Monti e Cesarini, ma io non capivo di che parlasse: la Juventus per un ragazzo di provincia era un sogno, una riunione di tutte le virtù sportive e civili.<ref name=padro/>
*[...] la favola della "vecchia signora" dello "[[stile Juventus]]" mai esistito nella pratica, sempre nella leggenda.<ref name=padro/>
*[...] il gioco del calcio in Italia senza la [[Juventus Football Club|Juventus]] sarebbe impensabile.<ref name=padro/>
*Se ripenso ai raduni di quella nazionale nella mia città, a Cuneo, faccio fatica a credere in tanta modestia. La imponeva [[Vittorio Pozzo]], un tipo di alpino e salesiano arrivato chissà come alla guida degli azzurri senza essere né un allenatore di professione né un burocrate dello sport ma semplicemente un piemontese risorgimentale ciecamente convinto delle virtù piemontesi. Uno di quelli per cui la parola sacra è "ël travai".<ref name=pozzo>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/07/07/la-valigia-di-meazza.html La valigia di Meazza]'', ''la Repubblica'', 7 luglio 2006.</ref>
*Se una squadra di calcio vince tutto per settant'anni e ha alle spalle un gigante industriale, non ha bisogno di chiedere dei favori perché tutti sono pronti a farglieli, si crea un tale incantamento che i tifosi, la gente comune se ne fa un'immagine diversa e migliore di quella reale, un'immagine superiore persino alla lotta di classe, con il [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] juventino, e il siciliano [[Pietro Anastasi|Anastasi]] diventato l'idolo degli operai piemontesi del Lingotto. Ma la fame dell'oro era già forte nella [[Juventus Football Club|Juventus]] del [[Quinquennio d'oro|quinquennio dei cinque campionati consecutivi vinti]]. Ricordo un allenatore austriaco, Sturmer, mi pare, che quando andai a Torino per fare un provino alla Juventus si informava del mio rapporto con il denaro, mi metteva in guardia dal diventare avido come il terzino Rava o come i sudamericani Monti e Cesarini, ma io non capivo di che parlasse: la Juventus per un ragazzo di provincia era un sogno, una riunione di tutte le virtù sportive e civili.<ref name=padro/>
*{{NDR|Su [[Vittorio Pozzo]]}} Il commissario unico era un ufficiale degli alpini e un fascista di regime. Vale a dire uno che apprezzava i treni in orario ma non sopportava gli squadrismi, che rendeva omaggio al monumento degli alpini ma non ai sacrari fascisti.<ref name=pozzo/>
*So solo che [[Indro Montanelli|Montanelli]] è fatto così: un maestro di giornalismo che ogni tanto s'impenna con qualcuna delle sue bizzarrie.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/23/Bocca_Montanelli_duello_causa_Orlando_co_0_9301231146.shtml Bocca e Montanelli a duello causa Orlando]'', ''Corriere della sera'', 23 gennaio 1993.</ref>
*C'era un sistema Moggi, un sistema Juventus truffaldino e sportivamente ingiusto? Se si, resta da capire come questo sistema abbia riportato il calcio italiano al primato mondiale e lo abbia riportato con un'impresa non solo di valore sportivo, ma etico, con una squadra italiana che superava con la volontà, con l'attaccamento alla maglia, la superiorità atletica e tecnica di squadre come il Brasile, l'Argentina, la Francia, la [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]]. Ma, si dice, il campionato Mondiale è un'altra cosa che non va confusa con la corruzione del nostro sistema. Affermazione assurda. Le vittorie e le sconfitte nel campionato del Mondo hanno sempre avuto il peso di un giudizio generale sul nostro calcio. Questa volta no, questa volta il fatto che siamo di nuovo i primi nel mondo, dopo sei finali e mezzo secolo di competizioni, appare quasi casuale.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20060827183949/http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Campioni%20del%20Mondo%20di%20trame%20e%20vendette/1343088/1 Campioni del Mondo di trame e vendette]'', ''L'espresso'', 6 agosto 2006.</ref>
*Chi ha raccolto le sfide della vita sa che nei momenti decisivi ha dovuto disattendere o disobbedire ai legami della famiglia.<ref>Citato in ''Chi ha paura del cardinal Bagnasco'', ''L'espresso'', 25 maggio 2007.</ref>
*Avete capito perché il [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] nemico dei giudici, che assolda gli avvocati per corromperli, che invita a non pagare le tasse, che fa uso disinvolto di smentite, che promette ciò che non può mantenere, che nasconde i suoi affari pericolosi, piace tanto agli italiani? Perché tanti italiani evidentemente sono come lui inclini alle complicità anarcoidi. (da ''Venerdì'' de ''la Repubblica'', 14 dicembre 2007)
*La ragione per cui il populista-demagogo [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] piace agli italiani è la stessa per cui, ai loro occhi, il conflitto d'interessi non è una ferita grave della nostra democrazia. Il fatto che egli sia stato al contempo capo del governo e padrone dell'informazione sembra qualcosa di naturale, di normale, qualcosa che tutti vorrebbero praticare. (da ''Venerdì'' de ''la Repubblica'', 14 dicembre 2007)
*{{NDR|[[Milena Gabanelli]]}} È l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare. (dall'intervento al ''Premio "È giornalismo" 2008'')
*Quel [[Grande Torino]] non era solo una squadra di calcio, era la voglia di Torino di vivere, di tornare bella e forte; i giocatori del Torino non erano solo dei professionisti o dei divi, erano degli amici.<ref>Citato in Sauro Tomà, ''Me Grand Turin'', Graphot Editore – Torino.</ref>
*{{NDR|Su [[Dino Buzzati]]}} Sta oggettivamente dalla parte di coloro i quali vogliono che tutto stia fermo com'è per non perdere uno solo dei loro privilegi.<ref>Citato in Pierluigi Battista, [http://www.corriere.it/cultura/11_luglio_11/battista-autori-senza-ideologia_5f875590-abc8-11e0-a665-5070e23b7a33.shtml ''Da Buzzati a Flaiano autori senza ideologia''], ''Corriere.it'', 11 luglio 2010.</ref>
*Un certo [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] costruisce [[Milano 2]], cioè mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi gli dà i permessi e dirotta gli aerei dal suo quartiere? [...] Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita.<ref>1976; citato in [[Peter Gomez]], ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/02/02/ciancimino-i-soldi-della-mafia/12999/ Ciancimino: i soldi della mafia per la Milano2 di Berlusconi]'', ''il Fatto QuotidainoQuotidiano'', 2 febbraio 2010.</ref>
*[[Bruno Vespa|Vespa]] non lo considero un giornalista, lo considero un servo di regime. [...] Non [è una questione, NdR] di sinistra o di destra: non si può essere considerati giornalisti se non si ha il coraggio di dire la verità, e la verità non è né di sinistra né di destra.<ref>Da un'[http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i365857 intervista] a [[Daria Bignardi]] nel programma ''Le invasioni barbariche'', LA7, 10 dicembre 2010; citato in ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/11/giorgio-bocca-vespa-non-e-un-giornalista-e-un-servo-di-regime/81388/ Giorgio Bocca: "Vespa non è un giornalista, è un servo di regime"]'', ''il Fatto Quotidiano.it'', 11 dicembre 2010.</ref>
*[[Villarbasse]] è uno di quei villaggi della campagna torinese che sono immersi nella storia, ma ancora fuori dalla modernità.<ref>Da ''È la stampa, bellezza!'', Feltrinelli Editore, 2008.</ref>
 
*Un certo [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] costruisce [[Milano 2]], cioè mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi gli dà i permessi e dirotta gli aerei dal suo quartiere? [...] Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita.<ref>1976; citato in [[Peter Gomez]], ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/02/02/ciancimino-i-soldi-della-mafia/12999/ Ciancimino: i soldi della mafia per la Milano2 di Berlusconi]'', ''il Fatto Quotidaino'', 2 febbraio 2010.</ref>
 
{{Intestazione|''l'Unità'', 27 gennaio 2005}}