Frontiera: differenze tra le versioni

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Citazioni sulla '''frontiera'''.
*Con quale facilità le popolazioni si spostavano nelle antiche terre greche, nel mondo conquistato ed ellenizzato da Alessandro, nel vasto spazio di Roma e dell'Impero Bizantino! Senza documenti, libera, senza pastoie, la gente errava a suo piacimento fra il Tamigi, il Danubio, L'Eufrate e l'alto Nilo – in ogni luogo insomma, esente dalla minaccia barbarica, e spesso al di là. Oggi ognuno è numerato, inanellato come un piccione, rinchiuso in una gabbia di frontiere. Sul saldo telaio di popolazioni sedentarie si tesseva sempre, costante e irregolare nella trama e nell'ordito, un movimento spicciolo generato da irrequietezza, da intenti commerciali, sete di bottino, ricerca di colonie, fughe o esilii; oppure un vero e proprio trapianto, dovuto forse a motivi politici alla ricerca di un rifugio. ([[Patrick Leigh Fermor]])
 
*Da ragazzino andavo a giocare sul Carso. E spesso arrivavo alla [[Cortina di ferro]]. Oltre c'era un mondo misterioso, inquietante. Il mondo di [[Josip Broz Tito|Tito]] e di [[Stalin]]. Qualcosa di conosciuto e sconosciuto, familiare e impressionante. Un Paese chiuso dalla frontiera. E che mi portava a interrogarmi sulla mia identità: quando cessiamo d'interrogarci sull'identità, andiamo verso la fossilizzazione. ([[Claudio Magris]])
*È affascinante la rapidità, la leggerezza con cui s'è abbandonato il concetto di frontiera, e quindi d'identità e di responsabilità. La letteratura ha partecipato a questa rottura: smettendo l'impegno, qualsiasi tensione morale. Per paura d'essere antiquata. ([[Abraham B. Yehoshua]])