Milovan Gilas: differenze tra le versioni

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*Eravamo fieri della nostra fede in Stalin, del nostro indefettibile bolscevismo. Essere un bolscevico costituiva il suporemo ideale per ogni membro del partito, e ai nostri occhi Stalin rappresentava l'incarnazione di tutto quanto questo significava. (p. 61)
*Se si sottoponesse Tito a un'analisi dottrinale in chiave comunista, egli si rivelerebbe (più per il suo stile di vita regale che per l'autocratismo) uno dei governanti più contraddittori e meno comunisti. Ciononostante - e a vero dire proprio per questo - è stato uno dei leaders di maggior successo. E non basta: il suo ricordo, sebbene non sia certo colorato di rosa agli occhi di molti di molti comunisti, non susciterà l'orrore e le maledizioni che accompagnano il nome di Stalin. (p. 69)
*Tito era per sua natura un uomo d'azione: frasi vuote, grandi discorsi, riunioni, gli riuscivano estranei e insopportabili, se non in situazioni fuori dall'ordinario, quando fossero mezzi per l'azione politica. (p. 71)
 
==Note==