Maksim Gor'kij: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Maxim Gorky authographed portrait.jpg|thumb|Maksim Gorkij]]
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'''Maksim Gor'kij''', pseudonimo di '''Aleksej Maksimovič Peškov''' (1868 – 1936), drammaturgo e scrittore russo.
 
==Citazioni di Maksim Gor'kij==
*A [[Genova]], sul [[Piazza Acquaverde|piazzale]] davanti alla [[Stazione di Genova Piazza Principe|stazione]], s'era raccolta una folla densa [...]<br>Sovrastava la folla, dall'alto piedistallo, la figura di [[Cristoforo Colombo|Colombo]], il sognatore che ha molto patito per le cose in cui credeva e che ha vinto proprio perché credeva. Guardava la folla, come se, con le labbra di marmo, dicesse: «Vince solo chi crede». [...]<br>Il massiccio edificio marmoreo della stazione stava come un semicerchio, le ali aperte, quasi volesse abbracciare la gente. Giungevano dal [[Porto di Genova|porto]] il greve respiro dei piroscafi, il sordo lavorio dell'elica nell'acqua, il tintinnio delle catene, fischi e grida. Sulla piazza tutto era quieto, si soffocava, il sole bruciante inondava ogni cosa.<ref>Da ''Fiabe italiane'', traduzione di Lionello Costantini, Osna Grossmann e Agostino Villa, Editori Riuniti, 1965, p. 43</ref>
*Chi sa [[capire]] tutto è molto infelice. (da<ref>Da ''Il mestiere delle lettere'')</ref>
*{{NDR|A proposito di [[Sergej Esenin]]}} Del bel cherubino ricciuto rimanevano soltanto gli occhi chiarissimi, ma anche quelli sembravano sbiaditi, come per effetto di un sole troppo violento. Il loro sguardo irrquieto scorreva sui volti della gente con espressione mutevole, ora arrogante e strafottente, ora invece incerta, smarrita e diffidente. Ebbi l'impressione che ce l'avesse con la gente in generale. E si vedeva che beveva. [...] Le sue mani erano irrequiete e snodate ai polsi come quelle di un tamburino. E inoltre era angosciato, distratto.<ref name=Esenin1>Citato in Elvira Watala, Wiktor Woroszylski, ''Vita di Sergej Esenin'', traduzione dal polacco di Vera Petrella, Vallecchi Editore Firenze, 1980.</ref>
*{{NDR|[[Capri]]}} L'isola dorme nell'austero silenzio: dorme pure anche il mare, come morto. Pare che dall'alto una mano potente abbia scaraventato in esso questo bruno e strano scoglio, uccidendone la vita. Guardandola dal mare, e proprio dove l'arco dorato della via Lattea tocca l'acqua nera, l'isola si mostra come una fenomenale bestia, dalla fronte mostruosa, la quale curvata l'irsuto dorso, lambisce con la gola enorme il mare, bevendone silenziosamente l'acqua liscia e piana come l'olio. (<ref>Da ''Di notte''<ref>In, in ''Eroica'', vol. I, fasc. II, 1913, citato in Angelo Tamborra, ''[https://books.google.it/books?id=Hq1j9MdaVE0C&lpg=PA40&dq=gorki%20capri&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917, {{small|Riviera ligure, Capri, Messina}}]'', Rubbettino, Soveria Mannelli, 2002<sup>2</sup></ref>)
*{{NDR|A proposito di Sergej Esenin}} Tutto di lui: la voce roca e rotta, i gesti incerti, il corpo oscillante, la fiamma della disperazione negli occhi, tutto era come doveva essere nelle circostanze attuali della sua vita. [...] Si prese la testa fra le mani e incominciò a recitare la ''Canzone della cagna''. E quando disse i due ultimi versi anche i suoi occhi si riempirono di lacrime.<ref name=Esenin1></ref>
*Ho sentito recitare Esenin e ne sono stato commosso fino alle lacrime... Possedeva una tale intensità di sentimento e una così perfetta e coinvolgente maniera di porgere... che si trasfigurava. Alla fine non fui nemmeno capace di esprimergli il mio grazie perché avevo un nodo in gola che mi impediva di parlare. In quel momento non ho potuto fare a meno di pensare che Esenin più che un uomo era uno strumento musicale creato dalla natura esclusivamente per la poesia, per esprimere amore a tutto ciò che vive e respira, e implorare misericordia per la fragilità degli uomini. <ref name=Esenin>Citato in Sergej Aleksandrovic Esenin, ''Russia e altre poesie'', Baldini Castoldi Dalai, 2007, pp. 27-28.</ref>
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*Nei Paesi fascisti, l'[[omosessualità]], rovina dei giovani, fiorisce impunemente; nel Paese dove il proletariato ha audacemente conquistato il potere, l'omosessualità è stata dichiarata crimine sociale e severamente punita. Eliminate gli omosessuali e il fascismo scomparirà.<ref>Citato in [[Gian Antonio Stella]], ''[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/15/calderoli.shtml E il ministro Calderoli fece il macho]'', ''Corriere della Sera'', 15 gennaio 2006.</ref>
*Non sono in grado di esprimere in poche parole le mie impressioni. Non vorrei, e sarebbe vergognoso [!] ricadere in stereotipati elogi della stupefacente energia di uomini, i quali, essendo attenti e indefessi guardiani della rivoluzione sanno essere, insieme, creatori straordinariamente arditi della cultura.<ref name=sol>Dalla nota lasciata dallo scrittore il 22 giugno 1929 sul Libro dei visitatori delle isole Solovki. Citato in [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|A. Solzenicyn]], ''Arcipelago Gulag 1918-1956. Saggio di inchiesta narrativa. III-IV'', traduzione di M. Olsùfieva, Mondadori, Milano, 1995, p. 66. Il punto esclamativo tra parentesi quadre è un commento di Solženicyn.</ref>
*[...] se ingrandissi alcune migliaia di volte una comune [[pulce]] vedresti l'animale più spaventoso della terra, che nessuno sarebbe abbastanza forte da dominare [...] Ma le smorfie più mostruose della storia producono simili ingrandimenti anche nel mondo reale. [[Stalin]] è una pulce che la propaganda bolscevica e l'ipnosi della paura hanno ingrandito fino a dimensioni impensabili. (dal<ref>Dal diario, secondo il testimone)<ref>Citato; citato in [[Donald Rayfield]], ''Stalin e i suoi boia: una analisi del regime e della psicologia stalinisti'', traduzione di Stefania De Franco, Garzanti, Milano, 2005, p. 213. ISBN 88-11-69386-1<br />Il diario di Gor'kij sparì dopo la sua morte ed è quindi sconosciuto. Questo passo è stato riferito da uno degli ufficiali dell'NKVD che ne prese possesso, ed è nello stile di Gor'kij. (nota di Rayfield, p. 512)</ref>
*Talvolta, la [[Bugia|menzogna]] dice meglio della verità ciò che avviene nell'[[anima]]. (da<ref>Da ''I vagabondi'')</ref>
*Tutti gli esseri umani hanno piccole anime grigie... e tutti se le vogliono imbellettare. (dai<ref>Dai ''Bassifondi'')</ref>
 
{{intestazione|Citato in ''Gorkij. Il maestro e il grande dittatore'', traduzione di Clara Strada Janovic, ''Corriere della sera'', 27 giugno 1998}}