Yoshida Kenkō: differenze tra le versioni

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*Quando si usa la [[mente]] secondo una visione rigida e angusta delle cose, si entrerà in conflitto con esse e si avrà sempre la peggio. L'ampiezza di vedute e la dolcezza non provocano mai il minimo danno. (p. 125)
*Se gli specchi avessero un colore e una forma, non rifletterebbero nulla. È il [[vuoto]] che contiene sempre le cose. Parimenti, quando mille pensieri affiorano liberamente nel nostro cuore, non sarà forse perché in realtà il nostro cuore è vuoto? Se il cuore avesse un padrone, di certo tante cose non potrebbero entrarvi. (p. 137)
*Chi non sia mai stato in attesa, nelle notti profumate dai fiori di [[susino]] e illuminate da una luna velata di nubi, in prossimità della dimora della donna amata, o che non abbia saputo varcare i giardini coperti di rugiada del palazzo contemplando il cielo dell'alba, costui è un uomo che non conosce i palpiti dell'[[amore]], che non ha ricordi da rievocare e che farebbe meglio a rifuggire dalle donne. (pp. 142-143)
 
==Note==
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[[Categoria:Monaci buddhisti giapponesi]]
[[Categoria:Scrittori giapponesi]]