Eugenio Garin: differenze tra le versioni

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→‎Dall'Illuminismo all'idealismo: Piero Martinetti: la religione fondamentalmente vera ma con pratiche superstiziose
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*Critico superficiale di Marx e del materialismo storico, {{NDR|Mario Calderoni}} senz'avvedersene, nel suo maggior lavoro, le ''Disarmonie'' (che reca il sottotitolo di ''Saggio di una estensione della teoria ricardiana della rendita''), viene offrendo analisi e rilievi che sembrano talora incontrarsi con alcuni degli aspetti più interessanti di una problematica intesa a connettere, con situazioni storiche e rapporti economici, valutazioni e idealità morali. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, p. 354)
 
*Paragonando il rifiuto delle religioni positive da parte del Croce e del Gentile con quello di [[Piero Martinetti|Martinetti]], [[Norberto Bobbio|Bobbio]] ha osservato come i primi due le negassero sul piano teorico per ammetterle sul piano pratico (forme mitiche adatte agli indotti; la religione non vera, ma utile), laddove Martinetti, pur considerando la religione fondamentalmente vera, la condannava proprio per i suoi adattamenti a una pretesa funzione sociale («un sistema di verità che debbono essere liberate da pratiche superstiziose che le corrompono»). (vol. 3, parte sesta, Epilogo, p. 359)
 
*[[Giuseppe Rensi]], «lo scettico credente» come ebbe a dirlo [[Ernesto Buonaiuti|Buonaiuti]] nel 1945, fu scrittore mutevole, sempre sincero nella sua inquietudine, ma sempre in crisi. Il suo singolare scetticismo, sostanziato di ricerca e fede insieme unite, fu la teorizzazione del suo temperamento. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, p. 374)