Hélène Carrère d'Encausse: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni: corretti errori di trascrizione (sino a cap. 6, p. 133)
→‎Citazioni: correggo errori di trascrizione (sino a cap. 10, p. 270)
Riga 15:
*L'incomprensione tra il popolo ed il suo sovrano, già grande, si inasprì ulteriormente. Per [[Nicola II di Russia|Nicola II]] il bagno di sangue del 9 gennaio aveva mostrato la debolezza del potere; lo zar ne concluse la necessità di un giro di vite per ristabilire l'ordine. Per il popolo, la sola risposta al massacro, il solo modo per manifestare la solidarietà con i morti, consisteva invece nel proseguimento della lotta. [...]. Il terrorismo, che pareva scomparso, riapparve in modo eclatante. Il 4 febbraio 1905, il granduca Sergio, zio dell'imperatore e governatore di Mosca, cadde sotto i colpi dello studente Ivan Kaljaev, discepolo dei socialrivoluzionari. Gli studenti erano del resto entrati nel movimento, disertando i corsi, organizzando manifestazioni nelle università, e unendosi ovunque agli operai (cap. 5, p. 104).
*Ma, in quell'agitato mese di maggio, si verificò un altro avvenimento destinato a imporsi all'attenzione dei socialdemocratici di ogni tendenza. A Ivanovo-Voznessensk, centro dell'industria tessile, gli operai in sciopero elessero un soviet che avrebbe continuato le sue attività per due mesi. Un'innovazione politica di rilievo! Poco dopo, l'ammutinamento della corazzata ''Potëmkin'' nel porto di Odessa testimoniò che da un capo all'altro dell'impero, negli ambienti sociali più diversi e nei modi più disparati, la protesta sociale si andava estendendo. (cap. 5, p. 105).
*Ora fu proprio questa «volgare rapina» a caratterizzare la pratica bolscevica degli espropri, provocando l'indignazione del movimento socialista internazionale (cap. 6, p. 133).
*I socialdemocratici avevano in effetti potuto constatare che gruppi armati si abbandonavano, per conto del Partito, a un banditismo sfrenato che associava alle organizzazioni combattenti criminali incontrollabili. La reputazione della socialdemocrazia russa patì, in quest'epoca, della confusione fra ciò che Lenin stimava necessario per il reperimento dei mezzi finanziari e la pura e semplice criminalità. (cap. 6, p. 133).
*Il 4 aprile una riunione di socialisti di tutte le tendenze tenutasi al palazzo di Tauride ebbe come scopo quello di proclamare l'unità. Lenin si oppose al progetto con una estrema violenza: lesse ai socialisti un testo scritto di suo pugno che era un programma completo per il passaggio a una fase successiva della rivoluzione e, fatto ancora più grave, annunciò che il suo piano avrebbe avuto immediata applicazione. Gli elementi principali delle Tesi di Aprile erano i seguenti: fine immediata di ogni sforzo bellico; fine del sostengo al governo provvisorio e trasferimento di tutti i poteri ai soviet; soppressione dell'esercito regolare, sostituito da milizie popolari; confisca delle proprietà fondiarie e nazionalizzazione delle terre; controllo della produzione e della distribuzione, tramite i soviet. (cap. 8, p. 193).
*Il suo discorso {{NDR|di Trockij}} scatenò un baccano indescrivibile di ingiurie, di riferimenti al tradimento di Lenin e al famoso «vagone piombato», di minacce; TroskijTrockij fu trattato da «canaglia» e i bolscevichi abbandonarono allora, e per sempre, il Parlamento provvisorio, dimostrando così agli altri socialisti che rompevano con le istituzioni esistenti e con loro. (cap. 9, p. 220).
*Il 12 dicembre [[Lenin]] prese direttamente posizione pubblicando le sue ''Tesi sull'Assemblea costituente'' sulla ''Pravda''. L'idea da lui esposta era priva di sfumature: l'Assemblea non aveva ragione di esistere nella misura in cui lo stadio parlamentare era già stato superato. La società, affermò, è perfettamente d'accordo col potere, mentre la Costituente in cui sono stati eletti partiti borghesi esprime uno stadio differente della coscienza sociale. Ora, la Russia rivoluzionaria non poteva tornare indietro; accettare l'Assemblea costituente, emanazione di una coscienza sociale pre-rivoluzionariaprerivoluzionaria, avrebbe costituito un passo indietro rispetto alla Storia. (cap. 10, p. 265).
*Alle quattro del mattino, allo stremo delle forze, i deputati interruppero la sessione decidendo di riunirsi di nuovo alcune ore dopo. Quando però ritornarono al Palazzo di Tauride, i soldati vietarono loro l'ingresso. Affisso sul portone, i deputati poterono leggere il decreto del governo, approvato dal Comitato esecutivo centrale, che scioglieva l'Assemblea. Il decreto fu pubblicato sulla ''Pravda'', mentre i giornali che riportavano i dibattiti della Costituente furono subito intercettati e distrutti. Lenin aveva vinto. (cap. 10, p. 269).
*La morte della Costituente fu accompagnata da violenze a PierogradoPietrogrado. Marinai bolscevichi assassinarono due deputati liberali, Singarev e KokokinKokoškin, episodio che provocò la reazione divertita di Lenin, nel momento stesso in cui apprese che i suoi avversari denunciavano simffisimili eccessi: «Che gridino pure, è tutto quello che sanno fare!». E, a Trockij, fece questo commento sulla situazione: «La dissoluzione della Costituente da parte del governo dei soviet significa la liquidazione dell'idea di democrazia a beneficio della dittatura». Ma, di fronte ai cinici propositi di Lenin, alcuni suoi colleghi ribatterono con un'altra definizione delle sue scelte: «Non è la [[guerra civile]] che avete instaurato, ma la guerra contro i socialrivoluzionari».<br> Il successo della strategia di Lenin fu sancito nel corso dei giorni seguenti, quando il iiiIII Congresso dei soviet si riunì nel medesimo luogo in cui aveva seduto la Costituente: il Palazzo di Tauride. (cap. 10, p. 270).
*Ma già andava delineandosi uno strumento decisivo del nuovo potere, quello che in "Stato e rivoluzione" Lenin attribuiva generosamente alla società: il potere di repressione. La sua nascita fu simultanea a quella del potere rivoluzionario, e sarà molto presto giustificato da Lenin come necessario alla pratica rivoluzionari del [[terrore]]. Un amico di Lenin, Adorackij, riporta che nel 1906 quando gli capitò di interrogare Lenin sulla sorte dei vinti dopo la conquista del potere, questi gli rispose: «Chiederemo loro e sono a favore o contro la rivoluzione. Se sono a favore, li faremo lavorare per noi». E citava volentieri [[Marx]], per il quale «il terrore rivoluzionario era indispensabile alla nascita del nuovo ordine». Niente di sorprendente dunque, se in seno al Comitato militare rivoluzionario nacque una «commissione militare d'inchiesta» di cinque membri, della quale c'è una prima menzione il primo novembre, e che si segnalò immediatamente per i suoi eccessi. Ma Lenin trovò quest'organo incongruente e inefficace ed esitò fra più formule, creando a partire dal 7 dicembre una «Commissione straordinaria pan-russa per lottare contro la controrivoluzione, il sabotaggio e la speculazione», e che entrerà tragicamente nella storia sotto le sue iniziali: Ceka (cap. 11, p. 283).
*Ma questa volontà di sterminio si accompagnò anche alla segretezza. Quando [[Troskij]] interrogò Sverdlov a proposito delle condizioni nelle quali la decisione era stata presa, questi rispose: «L'abbiamo deciso qui. Il'ic era convinto che non potessimo lasciare ai bianchi un simbolo attorno al quale raccogliersi». Lenin, da parte sua, tentò di far credere a un omicidio solo, quello di Nicola II, presentendo l'orrore che avrebbe suscitato l'assassinio di adolescenti, anche in un'epoca di orrori. Bisognerà attendere il 1919 perché il potere riconoscesse di non aver risparmiato alcun membro della famiglia imperiale. Queste bugie su un assassinio freddamente deciso indicano bene l'atteggiamento dissimulato di Lenin quando si trattava del terrore. La maggior parte delle sue direttive («Uccidete, fucilate, deportate ecc.») furono impartite segretamente. Lenin fu infatti sempre attento a mantenere in ogni circostanza l'immagine pubblica di un uomo attento al prossimo. il mito del «buon Lenin» iniziava a delinearsi (cap. 11, p. 316).