Piero Chiara: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: le parti buone delle tre sorelle Tettamanzi
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*Quando Mansueto Tettamanzi aveva optato per il brutto e si era applicato alla deformazione dei frutti del suo orto, forse sapeva che la mostruosità ha il suo fascino. E fu certo per questa ragione che vide crescere una più laida dell'altra le sue figlie senza il minimo disappunto. Eredi della sensibilità paterna, le tre sorelle custodirono tranquillamente la loro bruttezza quasi sapessero che sarebbe arrivato un giorno o l'altro l'intenditore. (cap. 19, p. 144)
*Il giorno che a pranzo {{NDR|Emerenziano Paronzini}}, quando non si era ancora pronunciato, mise insieme i tre spicchi sani di tre mele marce, involontariamente pensò di riunire le parti buone delle tre sorelle, cioè i capelli di Fortunata, le gambe di Tarsilla, e le mani di Camilla, ma solo per contrapposizione; perché il buono per lui era nel marcio delle tre mele, nel sapore dolce amaro di quei tre scarti immarroniti che aveva contemplato nel piatto mentre masticava gli spicchi bianchi come un mangime qualsiasi. (cap. 19, p. 145)
 
===[[Explicit]]===
Il contadino di Cantévria che aveva fatto la guerra, che aveva lottato sanguinante nei gorghi del Piave riuscendo a salvezza per approdare al tavolo di un ufficio del Bollo e Demanio, aveva fatto altra strada. Era diventato, come un santo, oggetto di culto devoto sugli altari privati di tre donne. Di lui parlava un intero paese, e il suo nome sarebbe rimasto come un simbolo dei risultati che si possono ottenere con la costanza e col silenzio, con la buona tempra e con lo stomaco forte, quando non si nasce che a Cantévria e si ha per campo d'azione un piccolo mondo chiuso in un tempo senza storia.
 
==''La stanza del Vescovo''==