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*''...Approdammo ''all'isoletta dei Porri'', un largo scoglio quasi piano, sollevato di qualche metro fuori del mare che vi balla attorno spumante. Lo percorremmo in pochi minuti, poi ci sedemmo nel centro rimpetto alla spiaggia. La campagna ci si spiegava sotto gli occhi colle sue linee larghe, colle sue mille tinte di verde che si armonizzavano insieme. Lontano, in fondo, entro una nuvola di vapori dorati, torreggiavano nel cielo opalino le cupole e i campanili di ''Spaccaforno'' infiammati dal sole. Il mare rumoreggiava da ogni lato dell'isoletta con urli sordi, con scrosci interrotti. Di tratto in tratto vedevamo qua e là sollevarsi gli spruzzi iridati dei cavalloni irrompenti sui fianchi più bassi.<br>– Ecco un posto – ella disse – ove abiterei volontieri, ed ove vorrei morire tutt'a un colpo, ingoiata dal mare quasi prima di accorgermene...'' – [[Luigi Capuana]], Racconti Tomo I ''Profili di Donne''
 
*"Ah, comare Pina! Chi lo avrebbe mai sospettato!", ''esclamò mastro Vito, ancora un po' imbarazzato dal sonno.''<br>– "No! Lasciatemi stare qui!...",'' ella rispondeva senza neppure voltarsi.''<br>– "E a voi, chi è venuto a dirvelo fino a [[Modica]]?"'', domandò Titta.''<br>– "Un signore di ''Spaccaforno''... Gliel'aveva scritto un amico di qui. Die' la notizia a mio marito... E sono accorsa, con la morte nel cuore...<br>[...]<br>...Avrebbe voluto esser sordo per non udire le campane di tutte le chiese che suonavano a mortorio, tacevano un po', riprendevano a suonare! Sarebbe scappato per Margitello, se non avesse riflettuto che le avrebbe udite ugualmente e più incupite dalla distanza. Eppure non si sentiva ancora rassicurato! Volle vedere il trasporto dalla terrazza davanti al Casino. In ''Piazza dell'Orologio'' gran calca. Il mortorio che andava attorno da un'ora, secondo la costumanza, per le vie principali del paese.[...]La processione s'inoltrava lentamente: confraternite con gli stendardi avvolti all'asta, frati Cappuccini, frati di Sant'Antonio, frati Minori conventuali,[...] tutti coi torcetti accesi in mano, salmodianti...'' – [[Luigi Capuana]], Il Marchese di Roccaverdina 1901
 
*''...-«E col simulacro della Regina degli Angioli», proponeva uno. «È miracoloso!»<br>– «Con la statua del ''Cristo alla Colonna''», suggeriva un altro. «È più miracolosa ancora! Si dice: "Ora per la pioggia, ora pel vento. Non si fa la festa del giovedì santo!". Ed è quella del ''Cristo alla Colonna''.»<br>[...]<br>– «Che fate, don Stefano?»<br>– «Lo so io!... Volete che crepi?»<br>Soltanto all'ultimo, quando egli, fuori dei gangheri, scaraventava la tuba per terra, gli astanti si avvidero della figurina del ''Cristo alla Colonna'' ficcata là in fondo, contro la quale egli aveva inteso di bestemmiare, silenziosamente, a quella maniera!... Doveva proprio crepare?<br>[...]<br>Mamma Grazia, portandogli il caffè, gli diede la buona notizia:<br>– «Figlio mio, sta' tranquillo; tuo cugino è fuori pericolo. Ha mandato a dirtelo la signora. La gola gli è scoppiata tutt'a un tratto, verso mezzanotte. Ha potuto mangiare una minestrina. San Biagio e il ''Cristo alla Colonna'' gli hanno fatto il miracolo».'' – [[Luigi Capuana]], Il Marchese di Roccaverdina 1901