Anwar al-Sadat: differenze tra le versioni

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*Il successo esteriore aliena l'uomo da se stesso; e l'autoalienazione, sinonimo di autoignoranza, è la cosa peggiore che possa capitare a un uomo, in quanto comporta la perdita della luce interiore e, inevitabilmente, la cecità completa. L'incapacità di un individuo a scorgere la strada che ha davanti a sé fa di lui un prigioniero di se stesso: lo isola da tutto ciò che trascende i ristretti limiti dell'«io», in tal modo annullandone l'appartenenza all'umanità.<br>Per conservare la propria entità di essere umano, un individuo dovrebbe mantenere la comunione conscia con tutto ciò che esiste; in mancanza di essa, non gli resterà altro che l'effimero successo (o il fallimento), sarà ridotto a schiavo del tempo e dello spazio, con la conseguenza che il suo essere diverrà completamente irreale. (p. 88)
 
*Nella Bibbia, si legge che Dio ha creato l'uomo a propria immagine e somiglianza, e nel Corano che gli ha insufflato il proprio Spirito. Priva di aspirazioni, l'esistenza dell'uomo sarebbe anche priva di significato. Siamo stati creati perché reggessimo la responsabilità che Dio ci ha affidato. Per quanto diverso dai suoi simili, ogni uomo deve realizzare la propria specifica aspirazione e reggere la propria individuale responsabilità. A tale scopo, deve innanzitutto riconoscere, ed esserle leale, la reale entità che ha in sé, indipendentemente da ogni fattore esterno; soltanto così, infatti, sarà in grado di appartenere e di essere fedele a quell'Entità che è più grande, più ampia e più duratura del suo «io» individuale. (p. 90)
 
*Avevamo invocato un dittatore benevolo, un giusto tiranno; ma, quando ci trovammo ad averne uno, ci rendemmo conto che il sistema, sebbene esteriormente non mancasse di attrattive, era un edificio costruito sulla sabbia, ed era affatto logico che quanto prima crollasse. Il tratto peggiore di tale esperienza, tuttavia, non fu il disastro economico dell'Egitto né l'umiliante situazione militare in cui venimmo a trovarci, bensì la montagna di odio che andò accumulandosi in seguito al tentativo di costruire una comunità basata sul potere. A causa dell'assenza di valori umani in comunità del genere, coloro che ne fanno parte sono preoccupati, ripeto, soltanto nel successo esteriore; mirano ad assicurarsi tutti i vantaggi materiali che possono, con mezzi legali o non, anche se questo comporta la distruzione di altri. (p. 91)
 
*Finché un uomo ha bisogni materiali - finché desidera possedere questa o quella cosa -, nulla in realtà gli apparterrà mai; sarà sempre lui ad appartenere alle «cose». E chi sia schiavo di queste, non esiste come essere umano; soltanto quando abbia cessato di avere bisogno delle cose, un uomo può essere davvero il proprio padrone, e pertanto esistere realmente. (p. 92)
 
*Le grandi sofferenze edificano l'essere umano, gli permettono di raggiungere l'autoconoscienza; e grandi sofferenze inevitabilmente si accompagnano a grandi ideali umani. (p. 93)
 
==Citazioni su Anwar al-Sadat==